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Balzo prezzi alimentari in Cina. Nuova stretta credito

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La Cina non si ferma nella lotta alla crescita delle pressioni inflazionistiche. Nella giornata di oggi, il paese del Dragone ha annunciato infatti che aumenterà le riserve sui depositi delle banche dello 0,5%: si tratta della seconda manovra di questo tipo dagli inizi dell’anno, annunciata dopo ben sei aumenti di riserve bancarie messi in atto nel 2010.

Per Pechino, l’adozione di nuove strette sul credito e dunque di una politica monetaria restrittiva sembra essere diventata, da qualche mese a questa parte, la norma. D’altronde l’inflazione fa troppa paura, soprattutto in una società, come quella cinese, in cui le famiglie povere spendono fino alla metà del loro reddito per l’acquisto di beni alimentari. E si sa, i prezzi di questi beni stanno balzando ovunque.

Nel mese di gennaio i prezzi al consumo cinesi sono saliti per esempio del 4,9%, trainati soprattutto dal balzo del 10,3% dei prezzi dei beni alimentari. E secondo gli analisti l’inflazione continuerà a crescere almeno fino alla metà dell’anno, visto che si prevede che la domanda di cibo continuerà a essere superiore all’offerta.

Pechino ha alzato i tassi di interesse – oltre ad aumentare le riserve che le banche devono detenere obbligatoriamente – per ben tre volte dal mese di ottobre, ma gli esperti ritengono che ulteriori incrementi siano necessari.

Alcuni analisti poi, secondo un articolo pubblicato su Abc News, criticano i leader cinesi di star agendo troppo lentamente. Il governo ha stabilito infatti per quest’anno un target di inflazione pari al 4% per quest’anno, ma non mancano gli economisti che affermano che i prezzi al consumo nell’intero 2011 potrebbero balzare fino al 6%.