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Wall Street sotto schiaffo per il petrolio record e la Fed

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Partenza a nervi tesi per la borsa americana messa sotto pressione dai prezzi del greggio, che si avvicinano a quota $101. Dopo le parole di Bernanke di ieri, arrivano quelle del falco Thomas Hoening, presidente della Fed di Kansas City. Ora gli investitori escludono nuove misure straordinarie di allentamento monetario.

Il Dow si riprende dopo uno sbandamento iniziale e segna un +0,19% a quota 12.080, il Nasdaq avanza dello 0,37% in area 2.748, mentre l’S&P 500 resiste sopra i 1.300 punti, forte di un rialzo dello 0,24% in area 1.305). Il greggio tratta praticamente ai massimi di 29 mesi, a $101,47 al barile, mentre tutte le borse del Medioriente sono entrate in zona mercato Orso (vedere in Insider i dettagli), avendo perso oltre il 20% dai massimi. L’oro nel frattempo ha raggiunto il nuovo top storico, con i futures sul metallo giallo in rialzo +0,5% a $1.438,20 all’oncia.

Le ultime cifre sulla situazione del lavoro nel settore privato sono risultate piu’ positive delle attese, ma paradossalmente il mercato non ha reagito bene. Questo perche’ Hoening ha detto che persino all’1% i tassi sui Fed Funds sarebbero accomodanti. Di fatto, riferiscono i trader, a questo punto un eventuale nuovo round di Quantitative Easing (misure di allentamento monetario straordinarie che prevedono l’acquisto di Treasury a lunga scadenza) e’ da escludere.

L’ADP, che ha evidenziato un rialzo dei posti di lavoro nell’ultimo mese superiore alle attese, e’ un dato di grande interesse perche’ precede il rapporto occupazionale governativo di febbraio di venerdi’. Le previsioni per il report mensile sono per la creazione di 200 mila posti e un tasso di disoccupazione in rialzo al 9,2% dal 9%.

Wall Street non riesce dunque a trovare la forza per rialzare la testa dopo il selloff di ieri, quando gli indici principali di borsa hanno perso circa l’1,5%. Gli investitori aspettano di conoscere il Beige Book della Fed, mentre il petrolio continua a mettere pressione, scambiando sopra l’area dei $100 al barile.

“Il mercato sta pagando l’aumento del valore del greggio e l’incertezza sulla situazione mediorientale”, scrive Deutsche Bank in una nota ai clienti. L’incremento dei prezzi della materia prima trova le sue radici nella paura che la crisi araba compromettera’ le esportazioni di oro nero provenienti dalla regione. Se anche l’Arabia Saudita – il maggiore esportatore di petrolio al mondo – dovesse venire coinvolta dalle rivolte partite in Tunisia ed Egitto, allora la crisi assumere dimensioni devastanti.

La produzione in Libia e’ gia’ stata ridotta come conseguenza delle rivolte degli oppositori al regime del colonnello Muammar Geddhafi, che pero’ resiste, rinchiuso nel suo bunker di Tripoli. Le forze filogovernative hanno preso il comando della citta’ di Brega, ricca di risorse petrolifere e di raffinerie e hanno inoltre condotto dei raid aerei vicino alla citta’ di Ajdabiya, che e’ in mano ai ribelli e contiene un enorme deposito di munizioni. Lo si legge sul Wall Street Journal. Le notizie fanno sentire il loro effetto sulle borse dell’area mediorientale, con i listini sauditi che hanno ceduto il 3,9% dopo che ieri avevano bruciato il 6,8%, peggiore prova in oltre due anni. L’indice DFM di Dubai, nel frattempo, ha lasciato sul campo il 3,5% a quota 1.374,43. Cosi’ come il Kuwait, la borsa di Dubai e’ scivolata sui sui minimi di sei anni e mezzo.

Tornando in ambito macro, alle 16.30 sara’ la volta delle scorte di petrolio. Il tasso Challenger Job ha registrato una crescita anno su anno del 20%. Si tratta della prima lettura positiva da maggio 2009. In mattinata il numero uno della Federal Reserve Ben Bernanke presentera’ una rapporto di politica monetaria alla Commissione dei Servizi Finanziaria della Camera. Alle 20 sara’ pubblicato il Beige Book della Fed sulle condizioni attuali dell’economia.

Guardando alle prove dei singoli, Yahoo! mette a segno un bel rialzo, favorita dalle speculazioni secondo cui si prepara a vendere la quota nella sua joint venture giapponese. Volumi alti per Apple in vista dalla presentazione del nuovo modello dell’iPad, il tablet di successo di sua produzione. Da ieri su un blog italiano (setteB.it) sono iniziate a circolare voci non confermate che danno per probabile la presenza di Steve Jobs all’evento. La corrispondente a San Francisco, Kara Swisher, sostiene, citando fonti informate, che il fondatore di Apple “sta seriamente pensando a farsi vedere all’evento di domani”, anche se una decisione definitiva non sarebbe stata ancora presa e lo sara’ soltanto all’ultimo minuto.

Sugli altri mercati, nel comparto energetico i futures con scadenza aprile del scambiano in rialzo dello 0,93% a $100,56 il barile. I contratti con scadenza aprile dell’oro sono invariati a $1.430,7 l’oncia. Sul fronte valutario l’euro avanza dello 0,34% a $1,3824. Quanto ai Treasury, il rendimento sul decennale vale il 3,436%, in progresso di 2,2 punti base.