Milano – Le borse europee chiudono contrastate, con Milano e Madrid negative nonostante il balzo di Wall Street che ha trainato gli altri indici del vecchio continente. La borsa di Milano ha chiuso la seduta in calo: Ftse All -0,37%, Ftse Mib -0,38%. Gli acquisti sulla borsa di New York hanno pertanto compensato le tendenze ribassiste innescate dal rialzo dei tassi di interesse preannunciato dalla Bce. A brillare e’ infatti una piazza esterna all’eurozona come Londra, dove l’Ftse100 segna +1,52% a 6.005,09 punti. Le vendite diffuse soprattutto nel settore bancario spingono l’Ftse Mib di Milano a cedere lo 0,38% a 22.154,23 punti. Va ancora peggio nella capitale spagnola, dove l’Ibex scivola dello 0,72% a 10.566,9 punti. Il Dax di Francoforte guadagna lo 0,62% a 7.225,96 punti, mentre il Cac40 di Parigi sale dello 0,66% a 4.060,76 punti.
Il rally di Wall Street alimentato dal calo dei prezzi del petrolio – ma anche dagli ottimi macro dati che sono arrivati dal fronte economico Usa – non è riuscito a produrre un effetto domino totale sugli indici europei, che hanno chiuso a due velocità.
Appesantita dai bancari, depressi a loro volta dalle notizie di politica monetaria, Milano chiude in calo dello 0,38% a 22.150 punti, vanificando i buoni rialzi della mattinata. L’Eurostoxx 50 chiude positivo a +0,37%. Madrid cede lo 0,89%, Parigi guadagna lo 0,65%, Francoforte lo 0,65% e Londra l’1,55%.
Sono le stesse banche – che in mattinata avevano sostenuto l’indice di Piazza Affari – a mettere sotto pressione la borsa di Milano. Particolarmente vendute le Unicredit e le Mediolaum. Tra gli altri titoli in rosso troviamo tra i peggiori l’assicurativa Fondiaria Sai, Azimut Holding, Mps e Banco Popolare.
Di fatto, l’Europa guarda sì alle buone notizie che riguardano l’occupazione degli Stati Uniti – con le richieste iniziali dei sussidi di disoccupazione che sono scese al minimo degli ultimi due anni e mezzo – ma contemporaneamente si preoccupa anche dei propri problemi, dopo il discorso del numero uno della Bce Jean Claude Trichet , che ha fatto scommettere tutti su un rialzo dei tassi imminente, forse già nel mese di aprile. Tutta colpa dell’inflazione, che preoccupa non poco il governatore dell’Istituto, come confermato dai suoi toni da falco. E che ora inizia a preoccupare anche gli operatori, visto che la prospettiva di un rialzo dei tassi di interesse già ad aprile sembra non piacere a nessuno.
In controtendenza la performance dell’euro balzato sopra quota 1,39 usd e pronto a inanellare nuovi rally, avvicinandosi alla soglia psicologica degli 1,40 dollari.
Riguardo ai dati che sono stati resi noti nella giornata di oggi in Europa, l’attenzione è stata rivolta in particolare alla crescita dell’economia in Eurozona: nel quarto trimestre del 2010 il Pil è salito del 2% su base annua e dello 0,3% su base trimestrale. Lo ha comunicato Eurostat. A frenare la crescita del prodotto interno lordo sono state il decumulo delle scorte e il rallentamento degli investimenti nel settore delle costruzioni. Il Pil italiano ha frenato dallo 0,3% allo 0,1%.
Tornando a Piazza Affari, gli operatori si sono concentrati soprattutto su alcuni titoli: tra questi Banca Popolare di Milano, che rimane tra i titoli migliori del Ftse Mib con un +2% grazie al rating “buy” arrivato da Bank of America Merrill Lynch. Ubi Banca (-1% circa) ha invece sofferto il giudizio underperfom arrivato dalla stessa banca.
In denaro Parmalat, sulla scia dei rumour secondo cui una cordata italiana starebbe valutando la possibilità di un takeover sulla società di beni alimentari.