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Fiat: bond per 1 mld, “ordini copiosi”. Marchionne fiducioso sul 2011

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TORINO – Con l’assemblea, che potrebbe anche essere l’ultima a Torino per il gruppo Fiat, prende il via la rincorsa del Lingotto sui concorrenti europei. Obiettivo recuperare quote di mercato, dopo il calo costante di questi anni che ha portato il Lingotto sotto l’8%, in una situazione, ha ribadito oggi l’ad Fiat Sergio Marchionne, che non e’ ”rose e fiori” e che resta ”difficilissima”.

Il tubo, usando un termine caro al manager italo-canadese per indicare il mercato drogato dagli incentivi e’ ormai svuotato e da aprile non ci sono piu’ scuse. La Fiat deve ricominciare a correre. E il Lingotto si propone di premere l’acceleratore, grazie anche a nuovi modelli nati dalla collaborazione con Chrysler, la nuova Y Panda.

Nell’assemblea di oggi e’ stato indicato l’obiettivo 100 miliardi di euro di fatturato tra Fiat auto e Chrysler, circa il doppio rispetto a quanto le due aziende hanno contabilizzato lo scorso anno. Una sfida, quella del Lingotto, che poggia innanzitutto sulla crescita nei mercati esteri, mantenendo la posizione leader e particolarmente profittevole del Brasile, ma sfruttando i mercati emergenti.

E poi anche se Marchionne ricorda che e’ piu’ importante il 24% del mercato brasiliano rispetto allo 0,2% che si puo’ perdere o guadagnare dentro i confini nazionali, l’Italia resta un terreno fondamentale. Come previsto dal piano industriale dell’aprile scorso il target e’ quello di 1,4 milioni di auto rispetto alle 690mila di oggi. Lo strumento e’ Fabbrica Italia. E in questa direzione dopo i primi passi a Pomigliano e Mirafiori, tocca ora all’ex stabilimento Bertone di Grugliasco. Marchionne auspica ”una convergenza” e di poter portare l’investimento a Torino. Non usa oggi termini da ultimatum nei confronti della Fiom, che e’ largamente maggioritaria nella carrozzeria torinese, ma ricorda che i ”principi guida” sono quelli di Mirafiori. Poi tocchera’ a Melfi e Cassino anche se il calendario non e’ ancora stato fissato.

”La Fiat torna alle origini” sintetizza John Elkann presidente della societa’ tratteggiando un’azienda che deve pensare soltanto ”a fare grandi macchine”. Solo auto quindi, anche se si rincorrono sui media le ipotesi di un alleggerimento dei marchi. Solo di fronte a offerte irrinunciabili aveva detto Marchionne con una battuta riferendosi all’Alfa. E forse anche a Ferrari, quando nei giorni scorsi davanti ai microfoni di Report ha sottolineato che la casa di Maranello non e’ in vendita, ”per il momento”. Un’altra battuta.

Oggi e’ stato dichiarato chiaramente in assemblea, ”Alfa non e’ in vendita”, (mentre Ferrari resta finche’ rimane fonte di utili considerevole) e bisogna vedere se i tedeschi che hanno mostrato una certa arroganza nell’esibire interesse perla casa del Biscione, non vogliano prendersi il marchio per poi produrre in Germania. ”Noi possiamo fare meglio dei tedeschi”, garantisce Marchionne. Elkann ricorda che la Fiat segue la sua storia e nell’alleanza con Chrysler porta a compimento gli auspici che l’Avvocato e l’allora numero uno della casa di Detroit Lee Iacocca, si scambiarono in un carteggio del 1986.

Marchionne contesta l’idea dell’auto americana destinata a conquistare l’europa, anzi dice, e’ vero il contrario. C’e’ oltre il 50% d’Italia nelle nuove auto di Detroit. L’integrazione tra le due aziende divise dall’atlantico potrebbe pero’ segnare anche l’addio della sede legale da Torino. ”Non abbiamo deciso assolutamente nulla – dice Marchionne – non e’ in agenda, ne’ nella mia ne’ in quella di John. E poi – aggiunge Elkann rispondendo a una domanda che solleva eventuali problemi occupazionali qui in Italia – non cambierebbe assolutamente nulla per i lavoratori”.

Fiat comunque salira’ al 51% in Chrysler entro l’anno. Poi l’azienda di Detroit verra’ quotata in Borsa. l’Ipo Chrysler puo’ essere fatta quando si vuole”, ha detto Marchionne ricordando che la quotazione e’ legata al ”desiderio di Veba (fondo dei pensionati Chrysler, ndr) di monetizzare”. A quel punto il problema si porra’, ha ricordato Mrchionne, quanto meno un problema di governance, ma probabilmente anche di sede.

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”La Fiat raggiungera’ nel 2014 un fatturato di 64 miliardi di euro, quasi il doppio dell’anno scorso. Oltre 100 miliardi con Chrysler”. Lo ha detto Sergio Marchionne, all’assemblea degli azionisti.

”Porteremo presto la quota in Chrysler al 35%” ha detto l’amministratore delegato della Fiat, ricordando che all’inizio dell’anno la quota e’ salita al 25%. ”La politica dei dividendi per il 2011 – ha aggiunto- restera’ invariata e prevede per Fiat Industrial una distribuzione nell’ordine del 25% dell’utile netto consolidato, ma con il pagamento minimo di 100 milioni di euro”. Anche per Fiat Spa la politica dei dividendi restera’ invariata, pari al 25% del risultato netto consolidato, con un pagamento minimo di 50 milioni di euro. Marchionne ha aggiunto che per quanto riguarda i futuri esercizi la politica dei dividendi verra’ prossimamente delineata dai cda di Fiat Spa e Fiat Industrial.

”Il grado di utilizzo degli impianti italiani e’ basso, e’ evidente il divario con gli stabilimenti di Fiat Goup Automobiles in Europa”. Lo ha sottolineato Sergio Marchionne, all’assemblea degli azionisti. ”Negli ultimi due anni – ha detto l’ad della Fiat – i siti produttivi italiani hanno lavorato ben al di sotto della loro capacita’. L’utilizzo della rete italiana e’ al 54%, se consideriamo la capacita’ tecnica al 37% , mentre negli altri impianti in Europa i parametri per misurare la saturazione si sono attestai rispettivamente al 126 e 78%”. Marchionne ha ricordato che ”nel corso del 2010 abbiamo compiuto passi importanti per ottenere la piu’ ampia flessibilita’ degli stabilimenti e garantire loro prospettive sicure” e ha parlato degli accordi raggiunti per gli impianti di Pomigliano e Mirafiori.

MARCHIONNE,INVESTIMENTO BERTONE CON PRINCIPI MIRAFIORI – ”L’investimento alla Bertone potra’ partire solo se i principi guida dell’accordo di Mirafiori verranno recepiti anche per questo stabilimento”. Cosi’ l’ad della Fiat Sergio Marchionne ha risposto a una domanda durante l’assemblea degli azionisti

ELKANN, DA OGGI TORNIAMO A FARE SOLO AUTOMOBILI – Con l’assemblea di oggi ”la Fiat torna a fare automobili, solamente automobili. Per fare automobili nel mondo di oggi, dove ci sono piu’ mercati ed esigenze superiori e’ importante grande focalizzazione, su piu’ mercati e con piu’ prodotti”. Lo ha affermato John Elkann, presidente della Fiat, aprendo i lavori al Lingotto. ”Proprio per questo la Fiat ha guardato sempre all’America come al mercato con cui fare accordi”, ha aggiunto.

John Elkann ha ricordato il primo contatto con l’industria americana del trisnonno, il senatore Giovanni Agnelli: ”Nel 1906 ando’ per la prima volta a incontrare i costruttori e stabili’ un’amicizia e un’intesa di lavoro con la Ford”. Negli anni successivi ”sono stati tanti i momenti – ha detto ancora il presidente della Fiat – in cui la Fiat ha fatto accordi con Ford, Gm e poi Chrysler. Proprio preparandomi a quest’assemblea guardavo i carteggi di mio nonno e ho trovato delle lettere dell’86 tra lui e Lee Iacocca, allora ceo della Chrysler: parlavano di come sarebbe stato interessante potere collaborare di piu”’

MARCHIONNE,SU SEDE NON ABBIAMO DECISO NULLA – “Non abbiamo deciso assolutamente niente, non c’é una tempistica”. Così Sergio Marchionne ha risposto ai giornalisti durante la conferenza stampa. “Non è nella mia agenda e neppure in quella di John Elkann”. “Comunque per i lavoratori non cambierebbe nulla” ha sottolineato Elkann

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Iniziata da pochi minuti l’assemblea dei soci, la prima dall’operazione di spin off che ha siglato la separazione tra Fiat Spa e Fiat Industrial. Nel frattempo la comunità internazionale degli analisti valuta la vendita di bond per un miliardo di euro che è stata annunciata ieri. dalle prime indiscrezioni, si apprende che il Lingotto guarda sempre più con interesse all’America. L’ad Sergio Marchionne ha detto che il 2010 è stato un anno cruciale per Ferrari. Marchionne si è anche detto fiducioso sul 2011.

Intervistato da Class Cnbc, Alessandro Frigerio di Rmj Sgr, guarda con ottimismo alla operazione, e afferma che ci “ci sono grandi richieste, gli ordini piovono copiosi” sul bond quinquennale. D’altronde, “c’è il nome Fiat, ed è allentatnte trovare un bond a cinque anni che porta questo nome”.

Detto questo, Frigerio precisa che “il rendimento è effettivamente alto, è di un centinaio di punti in pià rispetto ad asset con rischiosità più bassi”.

Fiat Spa ha reso noto nella giornata di ieri che venderà bond per un miliardo di euro attraverso una operazione che si confermerà la prima emissione rivolta al pubblico dal 2009. Il collocamento avrà per oggetto bond a scadenza quinquennale, che garantiranno rendimenti al 6,375%. L’ultima volta che Fiat ricorse a un’operazione di collocamento obbligazionario, stando a quanto riporta Bloomberg, fu quando vendette bond per 1,5 miliardi di euro a rendimenti al 6,875%, nel dicembre del 2009.

Al momento il rating sul debito di Fiat è di Baa1 secondo Moody’s, e dell’equivalente BB+ da Fitch Ratings. Il collocamento dei bond avverrà attraverso la divisione Fiat Finance & Trade. Alla gestione della vendita parteciperanno anche Banca IMI Spa, Barclays Capital, Bnp Paribas, Credit Agricole Unicredit.

In una intervista rilasciata a Bloomberg, Jonathan Moore, analista di Evolution Securities, ha sottolineato che si tratta di “un’operazione interessante per gli investitori che puntano su società a investment grade e che cercano cedole a livelli elevati”. Ancora, ha aggiunto, “Fiat è un grande nome capace di attrarre gli investitori, visto che il rating di cui gode è nella parte alta delle valutazioni”.