Legnano – Continuano le vendite di dollaro americano contro le valute principali, vendite che hanno fatto raggiungere i minimi dell’anno contro tutto, fatta eccezione dello yen giapponese.
Sebbene il greenback rimanga debole contro la sterlina inglese, lo yen, i dollari neozelandesi ed australiani, esso ha recuperato buona parte delle perdite delle ultime ore contro l’euro, il franco svizzero ed il dollaro canadese.
Il reversal che si è visto dopo il test perfetto di 1.4650 e che ha riportato la moneta unica sotto 46 figura, è stato abbastanza forte da portare molti investitori a pensare che quello toccato ieri potrebbe essere considerato il massimo di periodo.
Dato che la giornata di ieri poteva essere considerata l’ultima giornata di trading della settimana (tutte le borse sono infatti chiuse per il venerdì santo), che la situazione greca potrebbe presentare qualche sorpresa durante il week end riguardo la ristrutturazione del debito e che la Cina, come abbiamo visto ieri, ha rilasciato dichiarazioni circa il fatto che il governo americano dev’essere in grado di tutelare gli investitori, e loro sono sicuramente il numero uno a livello di possedimenti valutari in dollari americani, quello cui abbiamo assistito ieri può essere considerato a tutti gli effetti un profit taking per vivere il weekend di Pasqua con le posizioni chiuse o avendo preso profitto, potenzialmente sui massimi relativi di alcune coppie valutarie.
Oggi il mercato valutario ci dà un’altra dimostrazione di flessibilità, rimanendo aperto e fornendo opportunità sia di consolidare profitti in modo tale da essere flat nel week end, dove la situazione greca portebbe portare, in caso di sorprese, a tensioni sui mercati overnight dei tassi, andando così a trasmettere le stesse tensioni ai tassi di rollover delle posizioni, che potrebbero peggiorare, ovvero dando la possibilità di fare trading, anche se dobbiamo considerare il fatto che la mancanza di dati macroeconomici e la chiusura delle principali piazze contribuiranno per certo a ridurre drasticamente la liquidità di mercato.
Attendiamoci dunque spread maggiori quotati sull’interbancario e movimenti che potenzialmente potrebbero essere piatti ma che dobbiamo curare sui livelli tecnici in quanto, in caso di rotture di livelli importanti, potrebbero aumentare di volatilità e con la mancanza di liquidità di oggi, farci assistere a qualche salto di prezzo (lo scenario più probabile risulta essere il primo, per il secondo occorre qualche grossa operazione di qualche grosso operatore).
Veniamo ora all’ultimo appuntamento con l’analisi tecnica sapendo che, data la prevista assenza di operatori sul mercato, i livelli che vedremo potrebbero essere considerati validi anche per il primo giorno di settimana prossima.
Incominciamo dal cambio eurodollaro dove abbiamo avuto fra ieri ed il giorno precedente il definitivo superamento della barriera molto forte posta fra 1.4520 e 1.4580. è stato raggiunto un massimo di 1.4650 e, solamente la chiusura anticipata della settimana, ha permesso al dollaro di recuperare un po’ di terreno in serata riportando l’euro al di sotto di 1.46. L’idea di fondo comunque non varia. La rottura del livello sopra descritto sembra poter favorire una continuazione della tendenza positiva sino a livelli oramai noti: abbiamo un primo livello di resistenza posto a 1.4820 ed il successivo, nonché più importante, a 1.5140. Il supporto di breve più interessante si trova proprio a 1.4520.
Alla fine ieri abbiamo avuto il superamento a ribasso dal supporto a 82.10 sul cambio UsdJpy. Questo influisce sul movimento giornaliero lasciando presagire un’ulteriore possibilità di ribasso del cambio sino al successivo 81 figura. Ricordiamo come il livello considerato come supporto importante sino a ieri traeva origine da due fattori che ne hanno rafforzato l’importanza: questo diventa così resistenza per le prossime evoluzioni.
Il cambio EurJpy ha dimostrato ancora una volta quanto sia considerato dagli operatori il livello di 119.35. Superato a ribasso ieri, ha portato ad un minimo di volatilità in grado di far compiere ai prezzi un settantina di pips. Consideriamo questo come livello di breve in grado di riportare ad una ripresa della moneta unica. L’ulteriore punto obiettivo potrebbe essere ricercato a 120.30.
La rottura dell’area prossima a 1.6420, sul cable, ha portato a quella ripresa della tendenza rialzista con una volatilità attesa da tempo. In due giorni siamo giunti a toccare 1.66 figura, un livello visto l’ultima volta il 4 dicembre 2009. Da questo abbiamo assistito ad un calo nelle ultime ore, che comunque non dovrebbe nell’immediato compromettere la salita del cambio, sempre che non si asssita ad un ritorno al di sotto del punto di rottura, 1.6420-50 appunto.
La ripresa della sterlina di ieri ha permesso ai prezzi di EurGbp un ritracciamento sino all’area più importante delle ultime giornate, 0.88 figura. Abbiamo asssitito ad un superamento di qualche pip del supporto, salvo poi notare come ancora una volta l’idea di questo come livello di attenzione sia risultata corretta. Trovandoci in questo istante di nuovo al di sopra crediamo che l’obiettivo possa essere 0.8870.
Il cambio Gbpy continua a stazionare all’interno della fascia laterale di un centinaio di pips evidenziata già ieri. Questo semplifica il nostro compito, suggerendo ancora per le prossime ore due livelli precisi: 134.80 e 135.80.
Concludiamo con il franco svizzero, notando come ieri, prima di una rinnovata fase di debolezza, abbia avuto la forza di segnare un nuovo massimo storico nei confronti del dollaro. Siamo infatti giunti a 0.8780, prima di un nuovo ritorno veloce al di sopra di 0.88 figura. Ricordiamo che su questo cambio il livello di resistenza più interessante si trova a 0.8990: sino ad un suo superamento, non pensabile nelle prossime ore, il rischio “scivolone” è sempre in agguato.
Il cambio EurChf ha mostrato ieri un forte pressione ribassita, arrestata da 1.28, prima di tornare all’interno della fascia più interessante compresa fra 1.29 e 1.2960: proprio quest’ultimo è il livello di arrivo, nonché resistenza, per le prossime ore.
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