A tre ore circa dall’inizio della giornata di contrattazioni a Wall Street, le borse europee rimangono in preda all’incertezza, con l’indice peggiore che si conferma Londra, in calo dello 0,57%. In ripresa solo Madrid (+0,22%), mentre dopo un timido tentativo di recupero tornano a perdere Francoforte (-0,14%), Parigi (-0,38%)e Piazza Affari, con l’indice Ftse Mib che arretra dello 0,25% circa%. I futures Usa sono invariati in attesa della comunicazione di nuovi dati economici. (vedi quotazioni a fondo pagina)
Sotto pressione in particolare il settore delle materie prime, che ha sofferto forti cali già durante le contrattazioni asiatiche, anche se ora i prezzi del petrolio sono praticamente fermi. A tal proposito, l’azionario asiatico ha registrato oggi l’ennesima performance negativa, con l’indice di riferimento MSCI Asia Pacific esclusa la borsa di Tokyo che è scivolato dell’1,3% alle 3 pm ora di Singapore.
Ad alimentare le vendite sui listini, le preoccupazioni sulle nuove mosse di politica monetaria restrittiva che la Cina potrebbe adottare per contrastare la crescita dell’inflazione. “Ridurre l’inflazione è la priorità numero uno per il governo”, ha detto Wu Kan, gestore di fondi presso Dazhong Insurance, con sede a Shanghai, intervistato da Bloomberg – La cresciya economica della Cina sta mostrando segnali di indebolimento, ma questo non cambierà l’intenzione del governo di raffreddare le pressioni inflazionistiche, con ulteriori misure di politica monetaria.
Il risultato è che lo Shanghai Composite Index ha lasciato sul terreno oggi il 2,3%, sulla scia delle perdite registrate da PetroChina, produttore numero uno della Cina. Male anche l’indice di Hong Kong (-1,5%), mentre i mercati giapponesi sono rimasti chiusi in occasione della festività del Golden Week.
Intanto, sul fronte valutario, attenzione al nuovo balzo dell’euro, che si è attestato nei confronti del dollaro al massimo in 18 mesi, superando ampiamente quota $1,48, a $1,4857. Di nuovo in primo piano la debolezza del biglietto verde, con il Dollar Index che è sceso di nuovo al livello più basso dal luglio del 2008. A questo punto, molto dipenderà dalle parole che saranno proferite domani dal presidente della Bce Jean Claude Trichet. La moneta unica, nel frattempo, sale contro il franco svizzero a 1,2810 e anche contro lo yen a 120,58. Il biglietto verde guadagna contro la moneta giapponese a 81,14.
Un aiuto alla moneta unica è arrivato comunque anche dall’annuncio del piano di aiuti a favore del Portogallo, del valore di 78 miliardi di euro, anche se le preoccupazioni sul futuro dei Piigs sono ben lungi dall’essere rientrate. In ogni caso, oggi lo spead tra bond portoghesi e tedeschi registra una flessione.
Sul fronte delle commodities, i futures scambiati a New York sono piatti a $111,10, con un rialzo di appena lo 0,05%, mentre il Brent sale di appena 34 cents, a $122,79. Sotto pressione anche l’oro, che sul Comex scende a $1.535,6, in ribasso di più di $4, mentre è ancora sell off sull’argento, che cede 131 centesimi, scivolando a $41,27. Di fatto, il contratto cede più del 7%.
Tornando a Piazza Affari, tra i titoli sotto i riflettori sul Ftse Mib spiccano i rialzi di Fiat Industrial, in cima al listino con un +3,12%; bene anche Banco Popolare (+1,98%), Telecom Italia (+1,09%) e Snam Rete Gas (+1,23%). Il Lingotto è sempre sotto i riflettori, anche per l’accordo tra la finanziaria Exor e News Corp volto a rilevare la Formula 1. Male in particolare, Lottomatica (-1,49%) sconta il sell che è arrivato da Citigroup. Giù anche Impregilo (-0,68%), Ansaldo (-0,67%), Unicredit e Intesa SanPaolo (-0,2%).
Intanto alle 12.30 circa (le 6:30 ora di New York) il contratto future sull’indice S&P500 cede sale di appena 1,10 punti (+0,08%), a 1.353 punti.
Il contratto sull’indice Nasdaq 100 arretra di 1 punto (-0,04%), a 2.389 punti.
Il contratto sul Dow Jones mette a segno un rialzo di 0,10 punti (+0,10%), a 12.762.