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Materie prime: bruciati $100 miliardi, ora anche Goldman e’ rialzista

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New York – L’incredibile tracollo accusato dai prezzi delle materie prime la scorsa settimana (-11% l’indice benchmark GSCI) spingera’ gli speculatori a tornare sul mercato. Tanto che anche la banca, pessimista fino a pochi giorni fa, ha cambiato idea. Gia’ a partire da oggi la rimonta sembra iniziata.

Il valore del petrolio si sta riavvicinando a quota $100 oggi, mentre i metalli preziosi come oro e argento stanno cercando di ridurre i cali subiti la settimana scorsa. Nel caso dell’argento si e’ trattata della peggiore cinque giorni da almeno il 1975. Tra le tre commodities che sono calate di piu’ la settimana scorsa – greggio, argento e cotone – solo quest’ultima cede ancora quota.

Nel dettaglio i futures sul greggio che a New York, sul Nymex, balzano del 3% circa (+$2,89) e recuperano quota $100 al barile. In grande spolvero anche il Brent, che sale di $3,21 a $112,34. Dopo i tonfi della scorsa settimana, balzano anche l’oro – che sul Comex sale di $16 a $1.507,6 l’oncia – e l’argento, che sullo stesso mercato recupera fino a $37,28, con un balzo di 199 centesimi.

La combinazione di ripresa a rilento nelle attivita’ dei servizi Usa e degli ordini alla manifattura in Germania ha contribuito al crollo dell’11% dell’indice delle 24 principali materie prime: si tratta del calo piu’ accentuato da dicembre 2008, che ha ridotto di molto i guadagni registrati da meta’ marzo. E il valore e’ sceso di $99 miliardi in una settimana.

Frumento, zinco e oro hanno gia’ iniziato la rimonta venerdi’, dopo che il report sull’occupazione ha mostrato un miglioramento piu’ tonico del previsto, riducendo i timori circa un indebolimento della domanda.

“Se si tiene conto delle dimensioni del ritracciamento, si e’ chiaramente venuta a creare un’opportunit’a di guadagno, un potenziale al rialzo in particolare nella seconda parte dell’anno, quando i fondamentali dovrebbero peggiorare”, ha dichiarato in un’intervista a Bloomgberg Jeffrey Currie, head of commodity research di Goldman. Currie sostiene che gli investitori dovrebbero essere “underweight” sulle commodities, “nel brevissimo termine meglio mantenere un approccio molto cauto”.

Il valore delle 24 principali commodities era pari a circa $805 miliardi il sei maggio, rispetto agli $891 miliardi del 29 aprile. I fondi comuni legati ai metalli preziosi hanno perso quota a $119 miliardi da $13. In tutto si ottiene una cifra di $99 miliardi.