Milano – L’economia italiana è sulla strada della ripresa, ma il ritmo del recupero rimane incerto e nel complesso la crescita non tornerà ai livelli pre-crisi prima del 2013-2014. E’ quanto dichiara l’Ocse. “Sebbene l’attività stia recuperando rispetto alla crisi del 2008-2009, gli effetti negativi della recessione sull’output potenziale potrebbero persistere ancora”, ha scritto l’istituto, nel suo “Economic Survey report on Italy”, che è stato pubblicato nella giornata di oggi.
“Il Pil non tornerà ai livelli precedenti la crisi prima del 2013-2014”, aggiunge il rapporto. In più, “il rapporto tra debito e Pil sta salendo ancora da quello che era già uno dei livelli più alti dei paesi dell’Ocse; positivo invece il background dei debiti privati, che sono relativamente bassi”. Detto questo, “con i mercati dei titoli di stato che stanno diventando sempre più sensibili ai rischi dei debiti sovrani, una azione per riportare il budget in condizione di pareggio rimane cruciale”.
Riguardo agli sforzi di consolidamento fiscale che il governo sta mettendo in atto – e che includono congelamenti agli stipendi del settore pubblico, tra le altre manovre – l’Ocse avverte che potrebbero essere necessarie ulteriori misure. Sul congelamento delle paghe, per esempio, “questa misura scadrà nel 2013, a fronte di spese delle regioni che potrebbero essere difficili da controllare durante la transizione verso il federalismo fiscale”. Di conseguenza, “ulteriori tagli alle spese potrebbero essere necessari”.
Un’altra “priorità chiave” è quella di “stimolare la crescita della produttività e l’offerta di lavoro”, continua l’Ocse, chiedendo all’Italia di abbassare le barriere che bloccano la competizione, e auspicando anche un’espansione dell’occupazione e riforme che migliorino il sistema fiscale.
Al top dell’agenda del governo dovrebbero essere: una regolamentazione del mercato del lavoro meno rigida, più orientata all’occupazione; misure per incoraggiare il ritorno al lavoro, passi per aumentare l’attività economica, a favore anche delle donne e dei giovani; completamento delle riforme tese a liberalizzare l’accesso alla competizione nei servizi professionali; il miglioramento del contesto in cui operano impresa e innovazione; e ulteriori misure per rafforzare la competizione”.
Il rapporto afferma poi che il Pil dell’Italia metterà a segno una crescita dell’1,2% nel 2011 e dell’1,6% l’anno prossimo. In media, dunque, la crescita media tra il 2010 e il 2012 sarà dell’1,4% circa.