New York – Con l’economia del suo paese in piena crisi dopo il devastante terremoto e tsunami di due mesi fa che ha portato a una contrazione del Pil di 25 mila miliardi di yen ($310 miliardi), non si puo’ chiedere al numero uno della banca del Giappone di essere ottimista. Il timore principale del governatore Masaaki Shirakawa e’ l’inflazione.
Il compito piu’ complicato per l’ex studente di Milton Friedman rimane quello di proteggere l’indipendenza della banca dalle spese delle finanze pubbliche, come invece chiedono i deputati dopo la catastrofe dell’11 marzo. Shirakawa, 61 anni, ha elevato i fondi a breve termine a 40 mila miliardi di yen, evitando di ricalcare le strategie di allentamento monetario della Federal Reserve, dopo che la fiducia nei mercati creditizi e’ diminuita e gli Usa sono entrati nella recessione piu’ grave dai tempi della Grande Depressione.
La strategia del banchiere, in carica da aprile 2008, una delle strisce piu’ lunghe del paese e che gode dell’appoggio di 17 dei 24 dealer principali nel mercato obbligazionario giapponese secondo un sondaggio di Bloomberg, potrebbe pero’ non essere sufficiente. C’e’ il pericolo dello scoppio di bolle di asset. Lo yen e’ salito del 6% contro il dollaro dai massimi post guerra mondiale, rappresentando un rischio per gli utili delle societa’ di export, che sappiamo quanto contino per Tokyo.
“La banca centrale non sta facendo abbastanza al momento, anche se il paese e’ conscio dell’importanza della politica monetaria”, sostiene Koichi Hamada, che fu professore di Shirakawa alla Tokyo University e ora insegna economia alla Yale University del Connecticut. In un’intervista a Bloomberg Hamada ha sottolineato che quello che sta facendo l’istituto e’ “ancora molto molto limitato”.
Le misure di acquisto di titoli di stato da parte della banca centrale giapponese – messa a punto l’anno scorso per mettere fine alla deflazione che affligge il paese dagli Anni 90 – sono state ampliate a 5 mila miliardi di yen. Le dimensioni dell’incremento rappresentano solo un decimo rispetto al piano di Quantitative Easing 2 della Fed, ovvero il secondo episodio delle misure di acquisto di Treasury a lunga scadenza. La Fed ha deciso di acquistare $600 miliardi di titoli di stato in piu’ tranche da novembre 2010 a fine giugno di quest’anno.