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Banca d’Italia: i nomi dei possibili successori a Draghi

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ROMA — I tempi della decisione non saranno troppo lunghi. Una volta che il Governatore Mario Draghi avrà, lunedì prossimo, il via libera dell’Eurogruppo verso la nomina da parte del consiglio europeo del 24-25 giugno alla presidenza della Bce, inizieranno le grandi manovre per la sua sostituzione al vertice della Banca d’Italia.

La scelta del candidato che riceverà il testimone da Draghi spetterà al presidente del Consiglio che dovrà sentire il Consiglio dei ministri ma avrà un ruolo di primo piano anche il presidente della Repubblica che dovrà firmare il decreto di nomina. E che quindi dovrà esprimere il suo gradimento. Una decisione articolata e delicata, quindi, che dovrà coniugare le esigenze della tecnica con quelle della politica.

Dal risultato di tale confronto uscirà il nome del nuovo Governatore per il quale al momento sembrano essere in lizza soprattutto tre nomi: il direttore generale del Tesoro, Vittorio Grilli, il consigliere del board della Bce, Lorenzo Bini Smaghi, e il direttore generale della Banca d’Italia, il numero due dell’Istituto, Fabrizio Saccomanni. Al quale si aggiunge il nome del vicedirettore generale Ignazio Visco: l’operazione è più complessa di quello che sembra perché potrebbe comportare anche altri movimenti, interni al Direttorio ed esterni.

In questo momento la posizione chiave sembra averla Bini Smaghi, fiorentino, 54 anni, che potrebbe restare a Francoforte per altri due anni ma che per una sorta di gentleman agreement dovrebbe lasciare Eurotower in anticipo per evitare che con l’arrivo di Draghi due italiani siedano contemporaneamente nel comitato esecutivo. Tanto più che ancora ieri il governo francese ha ricordato le sue aspettative per occupare il posto di Bini Smaghi. Il Financial Times sostiene che per essere convinto a lasciare, l’italiano nella Bce dovrebbe ricevere l’offerta di una posizione adeguata. Cosa che dovrebbe comunque avvenire a stretto giro, comunque entro il 24 giugno o giù di lì. Da qui la previsione che le decisioni sulla successione di Draghi a Palazzo Koch potrebbero non andare troppo per le lunghe anche se il Governatore sostituirà ufficialmente Jean-Claude Trichet alla Bce alla scadenza del mandato di quest’ultimo il primo novembre prossimo.

Tra le tante ipotesi di organigramma possibili in Banca d’Italia prevale la più pragmatica e tranquilla che vede Saccomanni governatore, Visco o Bini Smaghi direttore generale e comunque quest’ultimo nominato nel Direttorio lanciato su future promozioni. Ma intanto Draghi, che ieri ha avuto un’ennesima conferma del sostegno del ministro delle Finanza tedesco Wolfgang Schiiuble («Avremo un buon presidente della Bce»), ha firmato le sue, forse ultime, nomine e promozioni a Palazzo Koch completando «la prima linea» dei dirigenti della Banca. Fra queste spicca la nomina di Salvatore Rossi, già funzionario generale e capo della Ricerca economia a Segretario generale con le competenze sull’organizzazione e sulla rappresentanza sindacale.

Ma anche le promozioni di Daniele Franco chiamato a dirigere l’area ricerca, di Fabio Panetta che dovrà coordinare le attività connesse con la partecipazione della banca all’Eurosistema nonché di analisi sulla stabilità finanziaria italiana e poi Umberto Proia nuovo responsabile del patrimonio immobiliare, Marino Ottavio Perassi, responsabile dell’area giuridica e Vieri Ceriani di quella tributaria.

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