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G8 al via: focus su Fmi e Grecia. Francia e Germania divise

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Deauville – I grandi leader del mondo sbarcano in Normandia, sperando che anche questa volta come nella Seconda Guerra Mondiale, dalla regione settentrionale francese ricominci un percorso che porti alla fine delle divisioni in Europa.

Angela Merkel e Nicolas Sarkozy hanno camminato fianco a fianco nella spiaggia sull’Oceano Atlantico gia’ in ottobre, per dimostrare al mondo intero l’intesa esistente tra i rispettivi paesi, in particolare nel modo in cui affrontare la delicata questione della crisi del debito sovrano greco.

Sette mesi dopo, questi legami sono molto piu’ fragili. I leader di Francia e Germania sono sbarcati in Normandia insieme agli altri sei paesi piu’ potenti al mondo per un incontro, quello del Gruppo degli 8, che sara’ incentrato sulla crisi dei paesi periferici dell’area euro, sull’energia nucleare e sulla guerra in Libia.

La mancanza di un fronte unico potrebbe aggravare la crisi finanziaria che ormai dura da un anno e mezzo. Cosi’ si rischia di indebolire un’alleanza che sia Germania sia Francia considerano cruciale per convincere gli investitori che la regione dell’euro e’ in grado di evitare il suo primo clamoroso fallimento.

Tale fase di stallo rischia di compromottere le chance del Vecchio Continente di giocare un ruolo di primo piano internazionale anche dopo che il presidente Obama si e’ voluto in tutti i modi assicurare che gli Stati Uniti non giocassero la parte dei protagonisti nella guerra in Libia e mentre le rivolte nell’Africa del Nord hanno aumentato i flussi migratori nel Mar Mediterraneo, direzione Europa.

(Agi) – Gli otto grandi sbarcano in Normandia, a Deauville, luogo di villeggiatura dell’elite parigina trasformata in una fortezza, e si preparano a parlare di rivolte arabe, di sicurezza nucleare, di clima, di crisi economica e di Internet.

Il summit del G8, che si apre domani sulla costa dove nella notte tra il 5 e il 6 giugno 1944 vennero paracadutati gli uomini delle forze alleate per sconfiggere la Germania nazista, si presenta infatti come una nuova ‘invasione’, questa volta di tematiche calde ma, soprattutto, di partecipanti, circa 8000 tra cui 17 capi di stato. Agli Otto canonici, Italia, Usa, Francia, Germania, Gran Bretagna, Giappone, Canada e Russia, si aggiungeranno perla prima volta nove nuovi ospiti africani, in tutto nove, Algeria, Egitto, Etiopia, Nigeria, Senegal, Sudafrica, Niger, Guinea e Costa d’Avorio, che si aggiungeranno agli otto nella riunione finale di venerdi’.

Un evento che ha costretto la Francia, presidente di turno del G8, a sfoderare tutta la sua capacita’ di sicurezza: 12mila persone mobilitate per presidiare l’area tra agenti, militari e membri della sicurezza civile, per un costo complessivo stimato tra i 16 e i 20 milioni di euro. Droni e elicotteri controlleranno il cielo mentre sulla costa sono state piazzate navi della marina militare e bloccata ogni forma di navigazione.

Al centro di Deauville una zona ‘rossa’, dove e’ ubicato il centro congressi nonche’ gli alberghi Royal e Normandy dove risiedono i leader, che e’ stata completamente isolata. L’agenda fittissima della due giorni vede tra le priorita’ che i leader dovranno discutere quelle della sicurezza nucleare, dopo il devastante caso di Fukushima, e delle rivolte arabe. Dmitry Shtodin, ministro consigliere dell’ambasciata russa a Roma, ha fatto sapere che il presidente Dimitri Medvedev presentera’ alla riunione dei capi di Stato le sue nuove proposte in tema di sicurezza.

“Il G8 – ha detto – riconoscera’ la necessita’ di rafforzare e aumentare i criteri della trasparenza e della responsabilita’”, cosi’ come “l’importanza di elaborare criteri aggiuntivi per la costruzione e il rafforzamento degli impianti nucleari”. Il primo ministro giapponese Naoto Kan sara’ presente per ripercorrere insieme agli altri leader la crisi nucleare del Paese e preparare insieme a loro il terreno del vertice sulla sicurezza nucleare in programma il 7 e 8 giugno a Parigi.

Fra le priorita’ anche le attuali crisi in Medioriente – su cui , a quanto si apprende, si sta studiando una soluzione multilaterale – e Nord Africa, alla cui risoluzione il Cremlino sta lavorando, come dimostra l’incontro avuto lunedi’ dal ministro degli Esteri, Sergei Lavrov, con una delegazione del Consiglio nazionale transitorio (Cnt) libico. (AGI) (AGI) – Deauville, 25 mag. – Questo conferma, ha aggiunto il diplomatico, come Mosca “stia trattando con tutti, non con una sola parte”, sostenendo “la ricerca di una soluzione pacifica, nell’ambito del diritto internazionale, senza interventi violenti da fuori”.

Gia’ nella cena di lavoro di giovedi’ sera si parlera’ della Libia e della repressione del governo di Assad in Siria. Venerdi’ invece i leader del G8 terranno una riunione aperta ai nove capi di stato africani in cui il premier egiziano e tunisino annunceranno il piano di aiuti previsto per i due paesi e a cui parteciperanno anche esponenti della Lega Araba, dell’Ue, della Banca Mondiale e del Fmi. Tra gli altri argomenti trattati anche la pace in Medio Oriente, la crisi nello Yemen e il programma nucleare iraniano. Per la prima volta entra poi nell’agenda del G8 Internet.

Il summit e’ stato preceduto da una due giorni di incontri tra esponenti del gotha del web a Parigi. Sarkozy ha lanciato il suo messaggio di “moralizzazione” del web ed e’ proprio sulle sfide poste dalla criminalita’ informatica, dalla proprieta’ intellettuale e dalla diffusione dell’estremismo, si orienteranno i colloqui dei leader. In agenda anche il clima e l’impasse dei colloqui dopo il vertice del 2009 a Copenhaghen e poi la crescita economica, su cui incombono rischi di rallentamento o perfino “stagflazione” in alcuni paesi. Sul tavolo dei Grandi i nuovi dati dell’Outlook dell’Ocse secondo cui i paesi avanzati cresceranno del 2,3 per cento quest’anno, e del 2,8 per cento nel 2012.

Ma nonostante questo si contano oltre 50 milioni di disoccupati nell’area. E’ chiaro che poi, anche se non in programma ufficialmente, l’attenzione andra’ alla successione del Fmi dopo il caso Strauss-Kahn. L’Europa ha ufficialmente il suo candidato, il ministro delle Finanze francese, Christine Lagarde, appoggiato anche da Pechino, bisognera’ vedere se la scelta di un europeo, per lo piu’ di nuovo transalpino, per guidare l’organismo di Washington, sara’ accettabile anche per gli altri.

(Agi) – L’ombra di Dominique Strauss-Kahn oscura la soleggiata Deauville, in Normandia, dove si e’ aperto stamane il vertice del G8. Il tema della successione del direttore del Fondo monetario internazionale dopo lo scandalo sessuale che ha coinvolto Dsk non e’ in agenda, tuttavia se ne parlera’ dietro le quinte del summit. Il ministro delle Finanze francese, Christine Lagarde, anche se non in Normandia, ha intanto iniziato la sua ‘promotion’ dopo il consenso ottenuto da alcuni paesi europei.

Lagarde si e’ ufficialmente dichiarata nelle sue ambizioni su Washington ieri e oggi, durante la colazione di lavoro dedicata alla situazione mondiale dell’economia, l’argomento sara’ sicuramente sul tavolo dei capi di Stato e di governo.

Se Italia, Germania e lo stesso presidente dell’Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, si sono gia’ positivamente espressi a suo favore, manca il consenso fondamentale degli Usa mentre i paesi emergenti, i Brics, hanno invece gia’ deciso di presentare una propria candidatura. Cina, Brasile, Russia, India e Sud Africa hanno sottolineato ieri che la ”pretesa di esclusiva dell’Europa rappresenta un elemento che mette a rischio la legittimita’ stessa del Fmi”.

“Siamo preoccupati – hanno fatto sapere in un comunicato – dalla posizione dei paesi europei che il direttore generale del Fmi deve continuare ad essere espressione dell’Europa”. A deauville sono presenti il presidente russo, Dmitri Medvedev e quello sudafricano Jacob Zuma gia’ pronti ad appoggiare la posizione dei Bric’s mentre a rappresentar eil Fmi sara’ il numero due John Lipsky.

L’ago della bilancia potrebbero essere gli Usa, con Obama che arrivera’ a Deauville senza ancora aver preso una posizione definita. Intanto dall’Australia arrivano nuove candidature: l’ex premier laburista australiano Paul Keating e l’ex ministro del Tesoro del governo conservatore di John Howard sarebbero entrambi interessati alla guida del Fondo Monetario Internazionale secondo quanto riferisce il Sydney Morning Herald.

Una posizione intanto stamane e’ stata espressa dalla Cina che, in un comunicato del ministero degli Esteri, ha fatto sapere che si augura che la nomina del nuovo direttore generale del Fmi sia fatta attraverso una “consultazione democratica”. Nei giorni scorsi pero’ il portavoce del governo francese, Francois Baroin, aveva fatto sapere che Pechino e’ pronto ad appoggiare la Lagarde.