New York – Le banche europee non ci stanno e accusano le autorita’ di controllo di aver condotto stress test eccessivamente severi, con cambiamenti apportati all’ultimo minuto. Il tutto solo per offrire una dimostrazione della rigidita’ degli esami studiati per verificare la solidita’ dei bilanci anche in caso di shock finanziari maggiori. Obiettivo: evitare il ripetersi delle polemiche scatenate in passato dalla troppa morbidezza dei test.
Gli esami, il cui esito verra’ annunciato la prossima settimana, sono nella fase dei preparativi da marzo, ma le banche contestano il fatto che meno di un mese fa sono state costrette a condurre gli stress test in un contesto che prevedeva condizioni piu’ gravi rispetto a quelle suggerite in un primo momento.
Banchieri e analisti sono convinti che decine di banche potrebbero essere state bocciate (si parla di 26), la maggior parte delle quali in Spagnia, Austria, Germania e Grecia (le italiane dovrebbero invece averla scampata).
Uno degli istituti spagnoli che e’ stato sottoposto agli esami per verificare la solidita’ di bilancio ha dichiarato: “sembra che vogliono che le banche spagnole falliscano solo per dimostrare che i test sono stati severi”.
Anche i dirigenti di alcuni dei principali gruppi finanziari, come BNP Paribas, Deutsche Bank e Barclays hanno fatto la voce grossa, per esprimere la loro rabbia nei confronti delle modifiche apportate all’ultimo minuto dalla EBA, la European Banking Authority.
Il mese scorso Jochen Sanio, numero uno dell’autorita’ regolatrice tedesca BaFin, ha pubblicamente criticato l’operato della EBA, accusandola di agire “senza autorita’ legale … ovvero senza alcuna legittimita’”.
Ai governi delle banche bocciate sara’ chiesto di offrire un aiuto, nel caso che gli istituti di credito non siano in grado di raccogliere da soli nuovo capitale nell’arco di sei mesi.
Lo si legge nella bozza di un documento Ue datato ieri, in cui si precisa che le banche ‘bocciate’ devono presentare un piano di capitalizzazione entro al più tardi la fine di settembre e tale programma di “misure del settore privato” va messo a punto al massimo nell’arco dei successici tre mesi.
In caso di ulteriore deterioramento della posizione finanziaria, gli istituti di credito verranno elencati in una ‘watch list’. “Se le banche non sono in grado di mettere in atto un piano credibile entro i tempi previsti il governo è pronto a intervenire con le misure necessarie per mantenere la stabilità finanziaria” dice il documento secondo quanto riportato da Reuters.
“Gli istituti il cui coefficiente ‘core tier 1’ sia superiore ma prossimo al benchmark di 5% nello scenario di streaa sarà soggetto a uno scrutinio prudenziale più severo, in modo da garantire non avvenga un imprevisto deterioramento nella posizione patrimoniale”.
Il documento verrà presentato alla riunione di Eurogruppo ed Ecofin lunedì e martedì prossimo a Bruxelles e spiega come alle banche verrà concesso fino alla fine di settembre – al più tardi – per la presentazione di un piano di aggiustamento.