Roma – La crisi dei debiti pubblici europei è entrata in una nuova fase e le autorità devono farsi avanti con una “chiara” risposta, al fine di fermare la situazione di contagio che sta minacciando la sopravvivenza della moneta unica. E’ quanto ha affermato il prossimo numero uno della Bce, al momento presidente di Bankitalia, Mario Draghi, parlando all’assemblea dell’Abi.
“Per coloro che stanno tentando di gestire la crisi dei debiti sovrani, è arrivato il momento di dare certezze, di definire con chiarezza gli obiettivi politici, il disegno degli strumenti e l’ammontare delle risorse che sono disponibili. Questo è un passo necessario per assicurare la stabilità dell’Eurozona e della sua valuta”.
I governi europei, ha aggiunto, non possono più pensare che i loro costi di finanziamento siano simili a quelli della Germania, l’economia più forte dell’area. “Il grado di solvibilità degli stati sovrani non è più qualcosa di acquisito, ma qualcosa che deve essere guadagnato con una crescita elevata e sostenibile, che è possibile soltanto se i bilanci sono in ordine. Oggi, i costi dei debiti riflettono questa nuova realtà”.
Riferendosi ai paesi dell’Europa e all’Italia in particolare, Draghi ha precisato poi che le misure di austerity non sono sufficienti per assicurare che i paesi riducano i loro debiti, se non accompagnate dall’adozione di manovre volte a incrementare la crescita. Bankitalia, ha aggiunto, prevede che la crescita italiana continuerà a essere inferiore rispetto a quella media degli altri paesi della zona euro nei prossimi due anni.
Allo stesso tempo, il numero uno di Bankitalia ritiene che le banche italiane supereranno gli stress test con margini di capitali superiori al minimo stabilito per il core Tier 1 “in modo significativo”. Detto questo, le stesse banche devono aumentare ancora il capitale di 20 miliardi di euro, per adeguarsi agli standard decisi da Basilea III per il 2019.
La manovra presentata dal Governo “rappresenta un passo importante nel processo di risanamento dei conti pubblici”. Ma potrebbe non bastare e obbligare l’esecutivo ad aumentare le tasse per raggiungere l’equilibrio dei conti nel 2014.
Secondo Draghi “avendo anticipato le usuali scadenze”, “occorre definire in tempi rapidissimi il contenuto delle misure volte a conseguire il pareggio di bilancio nel 2014. A questo”, avverte il numero uno di Palazzo Koch intervenendo all’assemblea dell’Abi, “soprattutto guardano oggi i mercati.
Esistono rischi che questi provvedimenti distorcano l’impianto della correzione, opportunamente basato sostanzialmente su tagli delle uscite. Se non si incide anche su altre voci di spesa, il ricorso alla delega fiscale e assistenziale per completare la manovra 2013-2014 non potra’ pero’ evitare un aumento delle imposte”.