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Una proposta anti-casta. Ma dall’inventore della legge “porcata”

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Roma – Il governo e il parlamento, accusati di “ipocrisia dell’austerita’”, ovvero di alzare le tasse e i ticket per i cittadini, ma di non voler fare alcun sacrificio, ora lanciano una proposta per ridurre il numero di deputati e senatori a 250 per ciascuna camera.

Ma attenzione: tra le altre iniziative si parla di un senato federale e anche di un rafforzamento dei poteri del premier. Probabilmente per accontentare il premier in un compromesso raggiunto con la Lega Nord. E a dar credito al Carroccio il CdM avrebbe dovuto approvare il provvedimento gia’ due settimane fa.

E’ quanto prevede la bozza di disegno di legge costituzionale ”recante disposizioni concernenti la riduzione del numero dei parlamentari, l’istituzione del senato federale della Repubblica e la forma di governo”, presentata dal ministro Roberto Calderoli, che sara’ all’ordine del giorno del prossimo Consiglio dei ministri.

Bisognera’ pero’ vedere se la proposta passera’. C’e’ bisogno dell’approvazione dei due terzi del parlamento e le modifiche sono le stesse gia’ bocciate nel 2006.

“I componenti della Camera dei deputati e del Senato federale della Repubblica hanno il dovere di partecipare ai lavori dell’Assemblea e delle Commissioni . Ricevono un’indennita’ stabilita dalla legge, in misura corrispondente alla loro effettiva partecipazione ai lavori secondo le norme dei rispettivi regolamenti”.

E’ quanto prevede la bozza di riforma costituzionale che sara’ all’ordine del giorno nel prossimo Consiglio dei ministri che cosi’ modifica l’articolo 69 della Carta.

PREMIER PUO’ CHIEDERE SCIOGLIMENTO CAMERA – ”Il Presidente della Repubblica può sciogliere la Camera dei deputati, sentiti il suo Presidente e i rappresentanti dei gruppi parlamentari, anche su richiesta del Primo Ministro”. E’ quanto si legge nella bozza di ddl costituzionale che il governo esaminera’ nel prossimo Consiglio dei ministri nella parte in cui si modifica l’articolo 88 della Costituzione che attualmente recita: ”Il Presidente della Repubblica può, sentiti i loro Presidenti, sciogliere le Camere o anche una sola di esse”.

NASCE SENATO FEDERALE – Il Senato diventa ”Senato federale della Repubblica”. Lo prevede l’articolo 2 della proposta di legge Costituzionale presentata dal governo, a firma del ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli, per una riforma delle istituzioni. Il Senato federale sara’ composto da 250 senatori (attualmente sono 315). E verra’ ”eletto a suffragio universale e diretto su base regionale”. Ai suoi lavori, prevede la proposta di legge del governo, potranno partecipare ”senza diritto di voto, altri rappresentanti delle Regioni e delle autonomie locali”. Si potra’ essere eletti senatori al compimento dei 21 anni.

PREVISTA SFIDUCIA COSTRUTTIVA CAMERA – Con la nascita del Senato federale e la fine del bicameralismo perfetto, sara’ la Camera dei deputati a dover votare la fiducia al governo. E potra’ avvalersi anche di un meccanismo di ”sfiducia costruttiva”. Lo prevede la bozza di riforma costituzionale del governo, che porta la firma del ministro Roberto Calderoli. ”La riforma – si legge nella relazione illustrativa – mantiene il rapporto di fiducia esclusivamente fra il Governo e la Camera dei Deputati”. Ma l’approvazione di una mozione di sfiducia nei confronti dell’esecutivo, ”non comporta lo scioglimento necessario della Camera. Infatti, e’ possibile che il Presidente della Repubblica, sulla base dei risultati delle elezioni, nomini un nuovo Primo ministro oppure che la Camera dei Deputati stessa, nell’ambito della medesima maggioranza, individui un nuovo Primo Ministro”

SOPPRESSA CIRCOSCRIZIONE ESTERO – Viene ”soppressa” la circoscrizione Estero. Lo stabilisce la bozza di riforma costituzionale presentata dal governo, a firma del ministro Roberto Calderoli. ”All’articolo 48 della Costituzione, il terzo comma e’ abrogato”, si legge nel testo, con riferimento alla norma costituzionale che attualmente prevede l’esercizio del diritto di voto per l’elezione dei parlamentari, da parte dei cittadini residenti all’estero.

DDL GOVERNO PER ZONA FRANCA A LAMPEDUSA – Un disegno di legge per l’istituzione della zona franca a Lampedusa sara’ esaminato domani in una riunione del preconsiglio dei ministri. Si tratta di una bozza di riforma che figura inserito in un pacchetto di proposte presentate dal ministro per la Semplificazione Calderoli.

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Riduzione dei parlamentari e Senato federale. A dar credito alla Lega il Consiglio dei Ministri avrebbe dovuto approvare già due settimane fa la bozza di riforma Costituzionale presentata oggi da Roberto Calderoli. Lo aveva gridato Umberto Bossi dal palco di Pontida. Davanti a migliaia di leghisti che invocavano Roberto Maroni presidente del Consiglio, il senatùr, affiancato dal fido Calderoli, lesse un volantino dall’inequivocabile titolo “fatti in tempi certi”, e garantì: “Entro due settimane da oggi Berlusconi deve far approvare il Senato federale “. Era il 19 giugno. E’ passato un mese. E soltanto, oggi, lunedì 18 luglio Calderoli ha presentato il testo da discutere martedì non in Consiglio, ma nel preconsiglio dei ministri. Insomma, a dar credito alle parole spese a Pontida da Bossi da questo momento il governo dovrebbe non esistere più.

“Si fa come diciamo noi”, disse dal palco il senatùr. “Tempi certi altrimenti tutti a casa”, gridò. E dei 12 punti elencati nel volantino “fatti in tempi certi” il governo è inciampato proprio nel primo. Neanche a dire, il terzo o il secondo. Proprio sul primo punto è arrivato con un ritardo di tre settimane. Nonostante ci sia stata l’opportunità, durante la discussione per la manovra finanziaria, di tagliare almeno il numero dei parlamentari. O mettere mano agli “enormi costi dei palazzi romani”. Macché. Nel frattempo Calderoli si è preoccupato di aprire nuovi Palazzi romani a Monza. Sabato 23 luglio, ci sarà l’inaugurazione.

Poco male, secondo i vertici del Carroccio (ma un po’ meno per la loro base). E poco male soprattutto per Silvio Berlusconi. Perché la bozza ideata da l’autore de “la porcata”, ovvero della legge elettorale che regala a chi vince un enorme premio di maggioranza e toglie ai cittadini la possibilità di scegliere i propri parlamentari, prevede quanto annunciato dalla Lega, ma anche quanto desiderato dal premier: un rafforzamento dei suoi poteri. La ratio della riforma costituzionale, si legge nella relazione illustrativa del testo è, infatti, quella di voler “garantire una maggiore stabilita’ di Governo ed un rafforzamento del premier, che assume la denominazione di Primo Ministro”. Alla faccia dei mercati che, stando a quanto ha scritto il Financial Times la scorsa settimana, puniscono l’Italia e gli italiani perché non riescono a far mollare al Cavaliere la poltrona.

Per Calderoli, comunque, la proposta “dimezza i costi della politica”. Noi, ha spiegato, “portiamo fatti, non parole”. Perché, dice, “a parole in questi giorni si stanno spendendo tutti, noi invece siamo passati ai fatti, mettendo nero su bianco una riforma costituzionale che prevede il dimezzamento del numero dei parlamentari e conseguentemente il dimezzamento dei costi dell’intera struttura parlamentare”. Non solo, sostiene Calderoli, “con questa riforma superiamo lo storico sistema bicamerale perfetto, ovvero due Camere che svolgono le stesse funzioni, tramite l’introduzione di un Senato Federale rappresentativo dei territori: in questo modo avremo anche un importante snellimento dei tempi e dell’iter parlamentare dei provvedimenti, con un altrettanto importante risparmio in termini di risorse”. E inoltre “abbassiamo l’età dei parlamentari, eliminiamo la circoscrizione estero, introduciamo altre modifiche che renderanno più efficiente e veloce il nostro sistema parlamentare”.

Una proposta che arriva fuori tempo massimo, secondo l’opposizione. “In ritardo di tre anni”, dice Massimo D’Alema. Mentre Aldo Di Biagio di Futuro e Libertà sostiene che sia soltanto “un altro porccellum di Calderoli”. Antonio Di Pietro invece continua a giocare a fare il moderato. “Ci auguriamo che non sia la solita boutade estiva di un governo ormai ridotto al lumicino che si comporta come quei venditori ambulanti che cercano di piazzare la merce all’ultimo minuto”, ha detto il leader dell’Idv. E annuncia: “Valuteremo la bozza Calderoli con attenzione”.

Tagliare i costi della politica e farlo il prima possibile (sembra) essere l’intento bipartisan. Pochi giorni dopo l’approvazione di una manovra che lo ha rimandato alla prossima legislatura, appare difficile però prendere sul serio le dichiarazioni di intenti. A parole, dunque, tutti pronti a ridurre e tagliare. Calderoli parla di fatti. Ma al momento gli unici fatti certi sono due: una manovra lacrime e sangue per tutti tranne che per la Casta e l’inaffidabilità delle parole leghiste.

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