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Btp Italia: il peggio non è finito. Nuovi segnali allarmanti

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Roma – Un sell off, e una stangata – quelli sui titoli di stato italiani, in particolare i BTP – che era stata già annunciata. Almeno da, stando a quanto riporta il Financial Times, Stefano Di Domizio, di Lombard Street Research. L’esperto fa il punto della situazione affermando in definitiva che, insieme agli hedge fund, a questo punto anche gli investitori istituzionali non stranieri saranno probabilmente venditori netti di titoli di stato italiani.

E, anche presupponendo che le compagnie assicurative e le banche italiane manterranno in portafoglio i BTP di cui sono in possesso (il 30% circa dei bond coupon in circolazione), la pressione di vendita su questi bond non si smorzerà.

L’anno scorso, l’analista aveva già affermato che la Bce sarebbe stata costretta alla fine a intervenire nel mercato dei bond italiani, in quanto alcune componenti di forza di tale mercato (come la liquidità, la dimensione e la base degli investitori) erano troppo grandi per poter beneficiare di una fiducia completa.

A quanto pare, prosegue il quotidiano britannico, Di Domizio aveva ragione, visto l’attacco all’Italia che ha preso la forma, nelle scorse settimane, di veri e proprio sell off sui titoli di stato italiani. I problemi dei Btp possono tra l’altro essere resi più visibili con un grafico impressionante – e allegato- che mostra gli spread dei rendimenti e, anche gli ultimi spread sui prezzi bid e ask dei BTP (indicatore quest’ultimo molto utile per comprendere la liquidità del mercato e che ha, nel caso dei BTP, testato il massimo.

Certo, Di Domizio fa notare che anche la Spagna ha problemi simili sul proprio mercato dei titoli di debito e anzi, sotto un certo punto di vista, il paese iberico è più vulnerabile al rallentamento della crescita rispetto all’Italia. Tuttavia, l’Italia alla fine si presenta peggiore in quanto c’è sul mercato un numero maggiore di bond da assorbire.

Ecco come Di Domizio fa il punto della situazione. “In base alle nostre stime, mentre l’offerta netta di titoli di stato italiani sarà praticamente piatta per il resto dell’anno, essendosi attestata a €45 miliardi circa negli ultimi quattro mesi, l’emissione lorda di bond è ancora attesa per un valore di €80 miliardi. E il punto è che quando la liquidità presente sui mercati dei bond inizia a mancare, è l’offerta lorda che conta. . Nel tentativo di ridurre il rischio di roll-over, il Tesoro Italiano potrebbe decidere di incrementare la raccolta dei finanziamentii attraverso diversi espedienti. Tuttavia, in assenza di un buyer che possa intervenire in ultima istanza, come appunto la Bce, riuscire a ripristinare le condizioni di normalità del mercato sarà difficile. Il risultato sarà che il il premio sul rischio della liquidità del Btp rimarrà elevato e che dunque la situazione non sarà tale da consentire il restringimento in modo significativo del differenziale BTP/Bund.

Altro fattore allarmante per i bond italiani è la volatilità dei mercati . Basti pesare che la volatilità sui BTP è raddoppiata dai livelli pre-crisi corrispondenti tra i 3punti base al giorno e i 6 punti base al giorno dal mese di maggio dello scorso anno. Di conseguenza, anche presupponendo che l’appetito degli investitori per i bond italiani non si smorzerà, i nozionali dei portafogli dei BTP dovrebbero comunque essere tagliati in modo sostanziale, al fine di mantenere la stessa esposizione al rischio”.

L’esperto continua stimando che, “con la volatilità dei BTP che probabilmente rimarrà alta in un futuro prevedibile, è ragionevole attendersi che gli investitori aggiusteranno i loro portafogli di conseguenza, provocando un deficit strutturale nella domanda dei BTP.