ROMA – Ci vogliono decisioni rapide ed efficaci. L’economista Alberto Quadrio Curzio non nasconde le preoccupazioni per la sorte dell’euro. «Credo che l’Europa debba fare un passo avanti. Servono strumenti nuovi: l’eurobond e un ministro delle Finanze di Eurolandia».
Lunedì il disastro, martedì la miglior performance. A Piazza Affari continuano le montagne russe, con oscillazioni difficili da capire.
«La mia impressione che ci siano dei forti movimenti speculativi che hanno deciso di colpire l’Italia perché all’interno di Eurolandia è il Paese più grande tra quelli che hanno delle debolezze ti Alberto Quadrio Curzio strutturali».
Ia debacle di lunedì, quindi, non è legata a un giudizio negativo sulla manovra?
«L’Italia ha approvato rapidamente una rettifica dei conti di circa 50 miliardi di euro. Una manovra consistente che ci porterà al pareggio di bilancio nel 2014. L’Italia è stata sempre capace di gestire un debito pubblico gigantesco senza mai mancare o ritardare una scadenza. Non c’è alcun motivo per credere che non sarà cosi anche adesso».
Insomma si tratta di pura speculazione?
«Le forti oscillazioni di questi giorni sono dovute senz’altro agli speculatori, il cui obiettivo è realizzare guadagni rapidissimamente innescando fenomeni ribassisti o rialzisti. A loro volta, questi fenomeni, fanno scattare i meccanismi automatici di gestione, i cosiddetti stop-loss. E’ una combinazione pericolosa. Eurolandiadeve interrogarsi su una situazione complessiva dei mercati che non è fisiologica. E credo sia arrivata l’ora di adottare un nuovo strumento di politica economica finanziaria: gli eurobond. Altrimenti corriamo dei grossi rischi. E non sto parlando solo dell’Italia».
La cancelliera tedesca, Angela Merkel, non è d’accordo.
«Anche i titoli di Stato francesi, per quanto stiamo parlando di livelli completamente diversi, in questi giorni hanno raddoppiato il differenziale rispetto ai bund. Che ci sia tensione sull’euro è fuori discussione».
E con gli eurobond saremmo in salvo?
«Voglio ricordare due dati. La prima emissione di bond dell’Efsf, il cosiddetto fondo salva-stati, era di 5 miliardi. La domanda è arrivata a 45 miliardi di euro. Vuol dire che i titoli con il marchio dell’Europa sono considerati solidi» D secondo dato? «Si stima che i fondi sovrani, Cina o i Paesi del Golfo, abbiano risorse per 4-5.000 miliardi di dollari. Dove stanno andando questi soldi? E’ evi-dente che se offriamo loro una buona alternativa, possiamo aspirare ad attirarne una parte».
Il Fmi suggerisce all’Europa di adottare un approccio più federale per fronteggiare la crisi. Che ne pensa?
«Credo che bisogna andare verso un sistema di cooperazioni rafforzate, dando un peso diverso agli Stati, in proporzione al Pil. Sarebbe utile un ministro delle Finanze di Eurolandia. Una sorta di interfaccia al presidente della Bce».
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