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Europa: spread periferici, tutti in allargamento

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Siena – Tassi di interesse: in area Euro i tassi di mercato sono scesi su tutta la curva governativa e swap. Contrastata la chiusura degli spread sui periferici: in allargamento quelli di Italia e Spagna, in calo Portogallo, Irlanda e Grecia. In mattinata l’allargamento sta interessando tutti i paesi.

L’agenzia Moody’s ha declassato di tre gradini il rating greco a Ca da Caa1, due gradini sopra il default, con developing outlook, citando la possibilità che i creditori privati incorrano in perdite sostanziali sui titoli del debito greco in portafoglio.

La stessa agenzia ha dichiarato che il programma europeo recentemente approvato a favore della Grecia “implica che la probabilità di un distressed exchange, e quindi di un default sui titoli greci è virtualmente al 100%”.

Il responsabile dell’agenzia Fitch ha dichiarato che la Grecia potrebbe essere giudicata in “restricted default” per pochi giorni se riuscirà a gestire lo swap correttamente.

La Cancelliera Merkel, dopo l’approvazione del nuovo piano greco, ha dichiarato che l’Europa non deve diventare un’unione con meccanismi automatici dagli stati più ricchi a favore di quelli più poveri, dichiarandosi fiduciosa che, dopo la pausa estiva, il parlamento tedesco approverà le modifiche apportate al fondo Efsf. A tal proposito ricordiamo che il 4 ed il 18 settembre si terranno elezioni in due stati tedeschi.

Oggi è attesa l’asta belga per 2-3 Mld€, oltre che bills tedeschi e francesi per 9 Mld€.

Negli Usa la giornata di venerdì si è conclusa con tassi di mercato in calo in un contesto misto per i principali listini azionari. Dopo l’accordo raggiunto la settimana scorsa dai paesi dell’Eurozona, questa settimana l’attenzione degli operatori si sposta oltreoceano. A quasi una settimana dalla scadenza del 2 agosto, sembra ancora lontano un accordo sull’innalzamento del debito Usa tra Democratici e Repubblicani.

Durante il weekend, infatti, i membri dei due partiti non sono ancora riusciti a trovare un compromesso ed hanno deciso di lavorare separatamente su due progetti distinti. La proposta dei repubblicani, che prevedrebbe un primo innalzamento del tetto e tagli per circa 1000 Mld$ ed una seconda rinegoziazione del debito il prossimo anno è stata respinta dal partito del presidente Obama, in quanto rimanderebbe le misure strutturali all’anno prossimo in cui sono previste le elezioni presidenziali.

I mercati sembrano aver reagito negativamente al mancato accordo ed in mattinata i future sui principali indici anticipano un’apertura in calo di circa l’1%.

Valute: euro stabile sopra quota 1,43 nonostante la decisione di Moody’s sul rating della Grecia. Il mancato raggiungimento di un accordo sull’innalzamento del tetto del debito Usa sta penalizzando la valuta statunitense a favore di tutte le altre, tra cui anche l’euro. Qualora tale situazione si protraesse nel corso delle prossime sedute non è da escludere che il cross possa salire in prossimità di area 1,45/1,47. Per oggi il primo supporto si colloca a quota 1,4290.

Yen in apprezzamento durante la notte, sia verso euro sia verso dollaro, sulla scia del calo della borsa nipponica. Il cross verso dollaro prosegue la propria discesa avvicinandosi sempre di più al minimo storico raggiunto lo scorso marzo sotto quota 77. Il governatore della BoJ, Shirakawa, ha dichiarato in mattinata di essere preoccupato da tale fase di apprezzamento della valuta in quanto potrebbe avere un impatto negativo sulla fiducia delle imprese giapponesi e di conseguenza sull’economia in generale.

Materie Prime: chiusura della settimana positiva per la maggior parte delle commodity. In rialzo gli agricoli, ad esclusione del cacao di cui si prevede un buon raccolto. Da segnalare il guadagno dello zucchero (+5%) sempre sui timori riguardo la produzione brasiliana ed il rialzo del grano (+2,2%) per la revisione al ribasso della resa del raccolto.

Petrolio in rialzo (greggio +0,75%). L’IEA ha dichiarato che, pur essendo pronta ad incrementare la produzione di petrolio, il rilascio dei 60 milioni di barili combinato ad una aumento di produzione dei paesi Opec, dovrebbe “sostanzialmente coprire” la mancata produzione in Libia.

Preziosi in rialzo trainati dall’argento. Riguardo ai metalli industriali merita attenzione lo sciopero alla Bhp Billiton, in Cile, che potrebbe espandersi ad altre compagnie.

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