Il ministero dell’Economia “considerata l’ampia disponibilità di cassa e le attuali ridotte esigenze di finanziamento”, non effettuerà le aste dei titoli a medio-lungo termine di metà agosto. L’asta del BOT annuale, invece, si terrà regolarmente. Lo comunica il ministero. Ma il giudizio del mercato e’ impietoso: il Tesoro vuole evitare il rischio di fissare tassi troppi alti sul BpT decennale. Ma cosi’ e’ peggio.
Il non vler presentarsi sul mercato dei capitali per normali esigenza di cassa, gia’ schedulate, viene considerato un atteggiamento difensivo che puo’ addirittura avere un effetto boomerang. Con la seduta di ieri e’ infatti tornata la speculazione contro l’Italia, in particolare contro il mercato dei titoli di stato. L’acuirsi delle tensioni sui bond ha provocato contestualmente il peggioramento di Piazza Affari, che ha visto il Ftse Mib chiudere in calo del 2,48%, con sell pesanti sui bancari.
Sono gli stessi numeri che parlano di un ritorno della speculazione: forte ribasso per i bond a due anni che vedono i rendimenti in salita avvicinarsi addirittura alla soglia del 4%, e quel che e’ peggio con il tasso del bond Italia che rende di piu’ di quello spagnolo (dovrebbe essere il contrario, nell’ordine dei PIIGS).
In chiusura ieri sera i rendimenti dei titoli a 10 anni hanno incrementato i rialzi rispetto a venerdì e sono saliti al 5,632%, lo spread BTP/Bund ha continuato a crescere fino a 287 (il 3,0% e’ considerato allarme rosso) dopo essere sceso la scorsa settimana sotto la soglia dei 250 punti, in seguito all’annuncio dell’ennesimo salvataggio della Grecia targato Ue; lo spread WSI/ITA (ovvero BTP/Treasury) e’ aumentato fino a quota 265 mentre i CDS (credit default swap) a 5 anni sul debito italiano, dopo essere calati lo scorso venerdì fino a 222 punti base, ieri alla chiusura della borsa di Milano sono rimbalzati di ben 57 punti base a quota 279.
Scrive un commentatore americano sul suo blog: “Mentre tutta l’Europa si lamenta del fatto che Grecia, Irlanda e Portogallo non hanno accesso al mercato dei capitali, qualcuno tra i migliori nel gruppo PIIGS prende volontariamente la decisione di evitare la fissazione del prezzo (dei bond). Non riusciamo a vedere come cio’ possa essere considerato niente altro che l’ennesima perdita di credibilita’ del pacchetto di salvataggio dell’eurozona”.