Legnano – Nervosismo e tensione la fanno da padrone sui mercati equity ed obbligazionari, e di riflesso anche il mercato dei cambi risente della situazione economica mondiale, di fronte ad una nuova potenziale ondata di crisi. A trainare il sentiment questa volta abbiamo il dollaro americano ed il suo rappresentante Obama, che ieri in un discorso circa il debito americano non ha trasmesso nulla di buono agli investitori ed al mondo intero.
Sostanzialmente, come si sa, se non verrà approvato un piano che prevede la riduzione del deficit nei prossimi anni, non verrà alzato il tetto sul debito e la naturale conseguenza sarebbe un default americano, con conseguenze inimmaginabili. Questa situazione sta, a causa dell’effetto traslazione di cui abbiamo cominciato a parlare tempo fa, facendo scendere il dollaro americano un po’ contro tutte le altre divise in quanto gli investitori riversano sul brevissimo periodo le proprie paure andando ad effettuare delle operazioni che risultano correlate tra di loro.
La cosa davvero importante da notare è che solitamente, di fronte ad una situazione di panico, le valute rifugio acquistate risultano essere yen, franco svizzero e dollaro americano; questa notte invece il greenback è stato venduto in maniera importante in quanto facente parte del problema su cui gli investitori si stanno concentrando in questo momento e che sta mostrando i propri effetti, come detto, nel brevissimo periodo.
Di contro, yen e franchi sono stati acquistati ed hanno raggiunto i livelli che andremo ad analizzare tra poco, andando a creare le prime ipotesi di possibili interventi da parte delle autorità centrali dei due Paesi, che si trovano a dover fronteggiare una valuta domestica estremamente forte, soprattutto contro euro e dollaro.
Se diamo uno sguardo ad un grafico intragiornaliero del UsdJpy e dei cross yen, noteremo un candelone rialzista che si è creato non appena il prezzo è sceso sotto 78.00. La quotazione in pochi istanti ha raggiunto 78.70 ripiegando immediatamente sui 78.30 ed ora ci troviamo di nuovo all’attacco del 78 figura.
Questo movimento è frutto della speculazione su possibili interventi di vendite di yen da parte della BoJ, ma non ci arriva per il momento nessuna conferma di un intervento. Inoltre, il fatto che il prezzo abbia rimbalzato così poco ed abbia ritracciato immediatamente ci fa pensare che siano stati soltanto chiesti i prezzi, ed ora il mercato è pronto a sfidare la credibilità della banca centrale, che si troverà di fronte una massa inferocita di speculatori da combattere.
Se la partita verrà giocata da sola, sarà persa: troppi i problemi che sta affrontando l’economia nipponica per riuscire a far fronte a questa fortissima rivalutazione dello yen senza l’aiuto di altre banche centrali. Un accordo sarebbe la soluzione più efficace ed al contempo meno pericolosa per tutti, vivendo scopriremo come la pensano questi signori.
Passiamo ora alla nostra consueta analisi giornaliera iniziando dal cambio eurodollaro, che nella notte ha rotto un livello di resistenza interessante. Sulla scia della volatilità delle ultime ore, infatti, abbiamo potuto assistere al taglio di 1.4450. Così facendo i prezzi non sono giunti solamente al di sopra del massimo di attenzione delle ultime settimane ma addirittura è stata oltrepassata, senza dubbio alcuno questa volta, la trendline ribassista di lungo periodo che insiste dal massimo di inizio maggio a 1.4940. Entrambi i segnali appena evidenziati sono rialzisti e, almeno in teoria, dovrebbero aiutare la moneta unica a raggiungere il primo 1.4575, massimo di inizio luglio e successivamente 1.47 figura.
La tendenza del cambio UsdJpy continua a risultare in calo, tenendo quindi fede all’indicazione suggerita dalla rottura dei livelli di supporto dei giorni scorsi. L’ipotetico intervento della BoJ di questa notte, non ha cambiato l’impostazione di fondo (come spesso avviene) che sembra voler puntare al minimo di marzo scorso. Nel breve, la più alta attenzione è orientata verso la media mobile esponenziale a 100 periodi (su grafico orario) per utilizzarla come livello di resistenza ed eventualmente breakout successivamente ad una rottura.
Il cambio EurJpy, per la seconda volta a distanza di un paio di giorni, ha confermato quale importanza possa avere il livello di resistenza di 113.50. Quello che nei mesi passati si è rivelato come interessantissimo livello di supporto si sta rivelando un grande livello di resistenza. La rottura potrebbe favorire un aumento della volatilità ed un ritorno dei prezzi verso la parte alta del range mantenuto dal cambio prima della rottura ribassista (pensiamo a 117.75). Come supporto crediamo possa continuare a risultare valido il livello suggerito dalla linea di tendenza positiva con origine a due settimane fa esatte: per le prossime ore 112.30.
Il cable, che più volte abbiamo visto muoversi come l’eurodollaro, ha da poco rotto la precedente area di congestione a 1.6335, aprendo la strada ad un potenziale ritorno dei prezzi verso la successiva area di congestione che si trova compresa fra 1.6440 e 1.6460. E’ possibile ricercare un interessante livello di supporto statico a 1.6260 (minimo più volte toccato sul finire di settimana scorsa e l’inizio di quella nuova).
Sembra che la ripresa della moneta unica, contro la sterlina, abbia definitivamente portato alla rottura di 0.8835. Il prossimo obiettivo, in grado di fornirci una conferma di questo, si trova poco al di sotto di 0.89, dove transita la seconda delle percentuali di ritracciamento di Fibonacci del movimento negativo compreso fra 0.9080 e 0.87.
Osserviamo ora il cambio GbpJpy, per notare come l’area di massimo raggiunta venerdì a 128.35 si è dimostrata importante anche nelle ore appena passate. L’idea è che una rottura di questo livello, particolarmente vicino anche alla media mobile a 100 periodi, su grafico con candele a 4 ore, potrebbe rappresentare una vera svolta rialzista.
Le incertezze che occupano ancora i mercati hanno favorito ieri una nuova ripresa del franco che ha potuto così raggiungere un nuovo massimo nei confronti del dollaro.
0.8080 non ha retto all’impatto dell’avversione al rischio, favorendo il raggiungimento di 0.80, visto qualche istante fa. Sino ad una rottura del livello appena rotto la tendenza di fondo rimane favorevole alla moneta elvetica per la ricerca di nuovi massimi.
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