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Avversione al rischio: buy su yen e franco svizzero

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Legnano – Si preannuncia una giornata di fuoco sui mercati. La volatilità che si sta registrando sul valutario è davvero elevata e, a giudicare dai forti acquisti a cui stiamo assistendo di franchi svizzeri e yen giapponesi, l’avversione al rischio giocherà un ruolo determinante anche per quest’ultima giornata di trading della settimana e del mese.

Una cosa importante da notare è che si è definitivamente rotta la correlazione inversa che si era instaurata tra oro, borse ed euro/dollaro e questo è dovuto al fatto che molte posizioni sono state chiuse in via prudenziale sui massimi storici visti dal prezzo e la liquidità derivante da queste liquidazioni è stata investita altrove (valute rifugio).

Da qui al 2 agosto, ci spiace ripeterci, ma a tenere banco nel mondo dell’economia e della finanza sarà l’enorme question mark sulla questione del debito americano, a cui occorrerà che democratici e repubblicani diano una risposta. Più pensiamo a questa situazione, più, passateci il termine aulico, ci viene mal di pancia; è inconcepibile che per questioni politiche si stia rischiando di far raggiungere il default alla super-potenza a stelle e strisce, le conseguenze di tutto questo avrebbero effetti devastanti sull’intera economia mondiale, ma questo non c’è nemmeno bisogno di dirlo.

Tutto questo sta trasmettendo nervosismo agli operatori che reagiscono come visto, creando volatilità e forti strappi sui mercati soprattutto intorno ai livelli tecnici.

Le strategie basate sui breakout sembrano essere quelle meglio performanti in una situazione del genere e riescono a dare soddisfazione anche se il trader non ha idea di dove possa andare il mercato, anche solo nel brevissimo termine. Questo pomeriggio verranno pubblicati anche dei dati importanti che potrebbero mostrare degli effetti sul mercato. Parliamo del GDP canadese, che non dovrebbe discostarsi dal valore della rilevazione precedente 2.8% (che coincide anche con il consensus degli analisti), del GDP degli Stati Uniti (attese per 1.8% su base annuale) e dell’indice dell’università del Michigan.

Attenzione anche alle possibili chiusure di posizioni che potrebbero avvenire entro sera da parte di coloro che vogliono dormire sonni tranquilli durante questo week end di transizione, un week end che si candida perfettamente come precedente ad una possibile apertura in gap dei mercati (anche sul valutario lato dollaro potrebbe accadere), nel caso in cui dovesse essere trovata una soluzione al tanto temuto problema di default.

Veniamo all’ultimo appuntamento con l’analisi tecnica prima dello stacco del fine settimana.

Incominciamo dall’eurodollaro osservando come, nonostante la ripresa della seconda parte della giornata di ieri, la tendenza sembra poter essere ancora ribassista. La principale ragione di questa idea risiede ancora nel mancato ritorno dei prezzi oltre le due trendline che abbiamo potuto osservare in settimana.

Queste due transitano entrambe per 1.44, oggi, consegnandoci così un interessante livello che potrebbe condurre ad una ripresa dei prezzi. Come livello di supporto, seppur non particolarmente brillante, potremmo attendere 1.4265. Ovviamente sino a che non ci saranno certezze dagli States il mercato potrebbe continuare a muoversi senza una direzione precisa di breve.

Continua con una grande costanza i movimento in calo del cambio UsdJpy. Come possiamo infatti osservare da giorni i prezzi non riescono a ritornare al di sopra della media mobile di lungo su grafico orario, testimoniando una tendenza molto forte: oggi questa passa poco al di sotto di 78 figura. Dal minimo raggiunto qualche istante fa, 77.45, mancano solamente un centinaio di pips per andare a sperare in un doppio minimo storico a 76.40, con potenziale inversione di lungo.

C’è grande incertezza, sul cable, intorno a 1.6340. Da due giornate infatti troviamo i prezzi esattamente su questo livello, indicando una grande indecisione di fondo. Quello che potrebbe servire come livello di attenzione è dato dall’area di minimo ricorrente nelle ultime ore, 1.6310, la cui rottura non dovrebbe certamente favorire la sterlina, ma anzi condurre al livello di supporto più importante a 1.6260.

Il cambio UsdChf ha trovato un certo equilibrio verso la parte bassa del grafico degli ultimi giorni (che poi rappresenta anche il minimo de cambio). Poco al di sotto di 0.80 abbiamo potuto osservare un nuovo minimo, ieri, senza assistere ad un nuovo calo. Anche in questo caso pare che l’incertezza sia davvero elevata. Non dimentichiamoci di considerare 0.8080 come livello di svolta rialzista per un po’ di ripresa del dollaro.

Anche il cambio EurChf si muove pericolosamente vicino al minimo storico precedente, 1.1405 ed anche in questo caso non possiamo fare a meno di notare una diminuzione dei movimenti in attesa di un ulteriore spunto macroeconomico. Se da questo livello dovessimo assistere ad una risalita dei prezzi, inizialmente sopra 1.1525, potremmo cominciare a porre le basi per un’inversione di lungo ed andare alla ricerca di eventuali nuove conferme.

Passiamo al dollaro australiano, potendo osservare come, per la prima volta da dieci giorni, sia stata oltrepassata a ribasso la trendline che regge l’ultimo spunto rialzista di una delle commodity currency per eccellenza. Il supporto dinamico a 1.0960 è appena stato oltrepassato e nelle prossime ore sembra che si possa solamente contare su 1.0880: questo è il primo livello di supporto indicato dalle percentuali di ritracciamento di Fibonacci e prende in considerazione, appunto, l’ultimo spunto rialzista del cambio incominciato il 18 luglio scorso e culminato con il nuovo massimo storico a 1.1080.

Si sta rivelando davvero interessante l’evoluzione del cambio UsdCad. Il movimento, da due settimane esatte a questa parte, continua ad essere confinato all’interno di poco più di una figura, suggerendo automaticamente dove potrebbe trovarsi un eventuale obiettivo. Nelle ultime ore abbiamo potuto osservare come la resistenza statica di 0.9520 sia stata ulteriormente provata, facilitando di molto l’individuazione di un livello chiave per le prossime ore. Il picco precedente del 18 luglio, a 0.9635, si trova esattamente sul livello obiettivo che un’eventuale rottura rialzista potrebbe raggiungere.

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