New York – Non si fa che parlare dell’innalzamento del tetto sul debito Usa, anche perche’ il tempo sta per scadere, ma non e’ un evento cosi’ insolito. Negli ultimi anni – dal 1960 a oggi – la soglia e’ stata fatta salire o ne e’ stata modificata la definizione ben 78 volte. Di queste, 49 e’ capitato sotto presidenti Repubblicani, 29 sotto leader Democratici.
Dei $14,3 trilioni di debito pubblico totale, gli Usa devono rimborsare $3.600 miliardi a banche, multinazionali, compagnie di assicurazioni, fondi pensione e governi locali; $1.200 miliardi alla Cina, $900 miliardi al Giappone, il resto ad altri paesi stranieri e al governo Usa.
Ora ci si chiede quanto potrebbero salire i rendimenti dei bond se gli Usa dovessero perdere la tripla A? Per ora il mercato obbligazionario ha retto bene al clamoroso stallo politico del Congresso. Sicuramente salirebbero in caso di un downgrade del rating, rendendo piu’ difficile e costoso per Washington pagare gli interessi sul proprio debito.
E intanto il tempo stringe. C’e’ tempo fino al 2 agosto. A quel punto a Washington non ci saranno piu’ soldi a sufficienza per rimborsare i creditori.
A Barack Obama molti esperti hanno chiesto di imporre un innalzamento unilaterale del debito pubblico Usa, forzando lo stallo delle trattative e ignorando il Congresso a maggioranza repubblicana.
La questione avrebbe enormi implicazioni costituzionali, ma il fine giustificherebbe i mezzi, avendo come obiettivo evitare il default e il collasso del mercato finanziario lunedi’. Qualcosa del genere fece il presidente storico Abraham Lincoln.
In sostanza sono rimaste in piedi due proposte, entrambe piuttosto deboli e con poche speranze – diciamo pure nessuna – di essere approvate da entrambi i rami del Congresso. A quattro giorni dal 2 agosto, gli scenari possibili sono tre.
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Il compromesso – ad oggi lo scenario piu’ probabile – e’ quello esplicitamente evocato da Obama nel corso di una dichiarazione oggi pomeriggio. La leadership repubblicana e quella democratica possono incontrarsi a meta’ strada su una proposta che innalzi il tetto del debito fino a oltre le elezioni presidenziali, condizione fondamentale per i democratici, e senza introdurre nuove tasse, condizione fondamentale per i repubblicani.
La seconda opzione e’ appunto il colpo di mano. Obama potrebbe decidere unilateralmente di alzare il tetto del debito. La Casa Bianca direbbe di avere questo potere sulla base di quanto dice la Costituzione, hanno scritto sul New York Times i giuristi Eric A. Posner e Adrian Vermeule. Cosi’ come Abraham Lincoln ebbe il potere di sospendere l’habeas corpus durante la guerra civile, per proteggere gli interessi della nazione ed evitare una catastrofe, Obama potrebbe alzare il debito con un ordine esecutivo usando la stessa motivazione.
La terza opzione la conosciamo tutti. Il default. Con il governo americano che dal 2 agosto in poi non potrebbe piu’ indebitarsi, quindi spendere altri soldi.