Bangkok – Rispetto alle precedenti sedute, cali molto più moderati per i principali listini della regione Asia, che beneficiano dell’intervento della Banca centrale del Giappone per deprezzare lo yen. A seguito dell’intervento, ora il cambio sul dollaro è a ¥79,43 (+3,12%), mentre quello sull’euro è a ¥113,4 (+2,71%). Tuttavia, continua a pesare l’incertezza sulla crescita economica globale, vista la debolezza dei dati Usa e visto il protrarsi della crisi del debito in Europa. Greggio ai minimi da un mese, mentre l’oro estende i rialzi, ora a $1.666,4. Eurodollaro in calo a $1,4277.
L’indice Dow Jones Asian Titans della regione perde l’2,14%. Nikkei (+0,23%), grazie all’intervento dell’istituto centrale per deprezzare lo yen, l’indice torna verso quota 10.000 punti. Seul (-2,36%) la peggiore tra le principali piazze, con gli investitori che rimangono cauti sull’outlook economico globale. Sydney (-1,27%), Hong Kong (-1,02%), Shanghai (0%), Singapore (-0,73%).
Energetici e agricoli in calo. Il greggio raggiunge i minimi da un mese e continua a perdere terreno. I preziosi acquistano sempre più forza. Wti ($91,54, -0,42%), Brent ($112,88, -0,31%), oro ($1.666,4, +0,01%), argento ($41,805, +0,11%) e rame ($4,3385, +0,29%).
Eurodollaro in calo, a $1,4277 (-0,37%). Sullo yen a ¥113,4 (+2,71%). Sul franco svizzero a CHF1,1105 (+0,74%). Dollaro yen ¥79,43 (+3,12%).
In giornata la Banca Centrale del Giappone, seguendo quanto fatto da quella svizzera pochi giorni fa, è intervenuta per deprezzare lo yen. Sebbene l’istituto nipponico fosse in contatto con altri paesi, il ministro delle Finanze Yoshihiko Noda ha detto che l’intervento è avvenuto in solitaria. Il ministro ha inoltre aggiunto che alla mossa potrebbe seguire un programma di stimolo monetario. Secondo diversi trader l’intervento in giornata è stato di 500 miliardi di yen. Diversi analisti si attendono ulteriori interventi, sia perchè il cambio sul dollaro non ha ancora raggiunto i livelli voluti dagli esportatori, sia perchè il biglietto verde dovrebbe continuare a rimanere debole.