Roma – La Spagna ha emesso 3,5 miliardi di titoli di stato con due diverse scadenze, con rendimenti in entrambi i casi in netta crescita.
Lo yield dei bond a tre anni ha toccato il 4,813% contro il 4,037%% dell’emissione precedente. Meglio invece il rapporto bid cover, pari al 2,1, livello ritenuto soddisfacente da analisti e mercati. La domanda per i 2,2 miliardi di titoli con scadenza aprile 2014 si confronta con il bid to cover di 2,49 dell’asta precedente.
Il rendimenti degli 1,1 miliardi di bond con scadenza 15 gennaio 2015 ha toccato il 4,984%, livello pari quasi al doppio rispetto al 2,862% dell’asta precedente. Il bid to cover si e’ attestato al 2,4 dal 2,08.
“In totale le aste sono risultate migliori di quello che uno si sarebbe aspettato dopo i problemi visti negli ultimi giorni nei mercati finanziari”, dice all’agenzia Dow Jones Glenn Marci, analista di DZ Bank. “Sicuramente il prezzo che la Spagna ha dovuto pagare non e’ basso, ma almeno hanno mostrato che la fiducia degli investitori non e’ completamente erosa”. La domanda complessiva e’ stata fortissima, attestandosi a 7,384 miliardi di euro.
Le borse dell’area euro hanno reagito abbastanza bene all’esito decente dell’asta. La quantita’ dei titoli emessi, tuttavia, e’ ridotta, inferiore al valore di un fondo hedge di dimensioni medie.
Gli occhi erano tutti puntati sull’appuntamento iberico, dopo che ieri i rendimenti del decennale avevano raggiunto il 6,5% – prima di tornare in area 6,2% – per via dei dubbi che gli investitori nutrono sulle capacita’ di Madrid di continuare a finanziare il proprio debito sul lungo termine. Il 7% viene considerata soglia di pericolo.
Oggi e’ sceso di altri 21 punti base contro i bund tedeschi. Anche il rendimento sul decennale italiano e’ calato, scendendo sotto l’importante soglia psicologica del 6%, con alcuni trader che si aspettano che la Bce intervenga in qualche modo in supporto, che sia con un’operazione pronti contro termine o sul mercato secondario.