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La fiducia tarda a tornare, ma l’Asia tenta la ripresa

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Bangkok – I listini asiatici colpiscono un altro muro di incertezza. Principalmente negativi i listini della regione, mossi dai timori di un deterioramento della posizione finanziaria in Europa e dai forti sell registrati a Wall Street, con l’indice S&P500 che ieri ha chiuso a -4,4%. In chiusura di mercati cali comunque più moderati.

L’attenzione ora passa sulla Francia. Rumors nel mercato parlano della possibilità di un downgrade del merito di credito del paese, e sempre più investitori si domandano sul reale stato di salute delle finanze pubbliche. I CDS (il costo per assicurarsi dal rischio default) a 5 anni del paese sono cresciuti ieri di 13 punti base, raggiungendo 174,5 pb, secondo i dati di CMA, riporta Bloomberg.

Non basta la notizia che le tre principali società di rating (Fitch, Moody’s e Standard & Poor’s) hanno tutte confermato il grade AAA per la Francia, con outlook stabile. Il mercato rimane preoccupato dal fatto che le banche del paese sono tra le più esposte a un deterioramento della crisi debitoria europea.

Tornano in calo le principali commodities, mentre l’oro continua a svolgere il ruolo di asset rifugio e prosegue i rialzi per ritornare verso quota $1.800. Nel valutario si assiste a un ritorno verso il dollaro australiano e neozelandese, in forte apprezzamento sul biglietto verde. Eurodollaro in rialzo a $1,4263.

Asia: Listini sostanzialmente negativi, con l’indice Dow Jones Asian Titans della regione che perde l’1,08%. Nikkei (-0,63% in chiusura), con gli investitori che considerando lo stato di salute dell’economia globale e la forza dello yen, e decidono di rifugiarsi su settori difensivi legati alla domanda interna. Seul (+0,62%) in ripresa, uno dei più colpiti nella regione durante i sell degli ultimi giorni. Sydney (+0,21%). Hong Kong (-1,03%) colpita dal calo del settore bancario. Shanghai (+0,33%). Singapore (-0,95%).

Nel valutario, lo yen continua a guadagnare terreno sul dollaro americano e scambia a ¥76,51 (-0,38%). Divisa nipponica praticamente stabile sull’euro ¥109,12 (+0,29%). Eurodollaro a $1,4263 (+0,71%). Moneta unica sul franco a CHF1,0415 (+1,08%). Da segnalare il dollaro australiano $1,0279 (+1,11%) e quello neozelandese $0,8235 (+1,67%), e lo yuan cinese che per la prima volta da 17 anni scende al di sotto di 6,4 contro il dollaro, arrivando a toccare 6,3938.

In calo le principali commodities, sui rinnovati timori riguardo l’economia globale. L’oro avanza. Wti ($82,63, -0,31%), Brent ($106,52, -0,15%), oro ($1.792,9, +0,48%), argento ($38,945, -0,97%) e rame ($4,005, +3%).

I futures sull’indice S&P500 sono ora in crescita, dell’1,22% a 1.137,25 punti, dopo che nella giornata di ieri il listino ha perso il 4,4%. Martedì, aveva chiuso a +4,7%. In ripresa, con rialzi simili, anche i futures sul Dow e sul Nas.

“Proprio appena quando si pensava di essere al sicuro a mettere il piede nuovamente in acqua, alcuni investitori hanno perso l’intera gamba”, ha detto al Wall Street Journal Ben Le Brun, market analyst per CMC Markets a Sydney. “Sembra che abbiamo assistito a un’alba fasulla, dopo che l’annuncio della Fed di martedì aveva calmato i mercati. Adesso la vera domanda diventa: di cosa ha bisogno il mercato per riprendere a crescere?”.

“Le speculazioni che il rating della Francia è sotto considerazione da parte delle agenzie di rating non fa che ridurre la fiducia degli investitori”, ha detto a Bloomberg Tim Schroeders, fund manager a Melbourne per Pengana Capital Ltd.