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L’importanza di chiamarsi Franco

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Ginevra – In Svizzera non si parla d’altro. In autobus, nei negozi, nelle cene tra amici, mentre si fa la fila in posta. “La forza del franco svizzero” domina ogni conversazione. Il governo e la banca centrale le hanno provate tutte, immettendo liquidita’ nel sistema monetario e tagliando il costo del denaro allo zero. Ma cio’ non ha impedito ai rendimenti dei titoli governativi di passare in negativo. Tanto che l’unica soluzione, l’ultima spiaggia, presa in considerazione e’ quella di mettere un “peg” per legare il rapporto di cambio tra moneta unica ed elvetica. Un’operazione mai intrapresa da nessuno dai tempi della fine di Bretton Woods.

E a tremare non sono solo gli svizzeri. Mentre i tanti frontalieri che vivono in Francia festeggiano per i lauti guadagni incassati, non possono fare altrettanto i loro compatrioti alla guida dei consigli comunali delle mete turistiche del Mediterraneo come Saint Tropez, o del capoluogo della Loira, Saint-Etienne. Il rincaro della valuta elvetica sta creando una bomba a orologeria per le finanze pubbliche.

La citta’ della Costa Azzurra che ha dato i natali all’attrice Brigitte Bardot ha un debito di 6,7 milioni di euro in bilancio, con un interesse annuale che e’ legato al valore del franco svizzero. Al momento il livello e’ pari al 3,94%. A inizio maggio 2012, tuttavia, il tasso diventera’ variabile e salira’ quando il franco guadagna terreno contro l’euro.

Alcuni funzionari della citta’ della riviera francese hanno calcolato che, a meno che il franco non si indebolisca in maniera significativa, il tasso di interesse a 20 anni firmato nel 2007 schizzera’ al 30%. E’ una cifra “diabolica”, secondo quanto dichiarato al Wall Street Journal da Verane Guérin, membro del consiglio comunale di Saint-Tropez’s. “Mandera’ in fumo le nostre finanze”. Saint Tropez non e’ l’unica a trovarsi in questa situazione drammatica.

Gli investitori impauriti dallo spettro di una nuova recessione in Usa e di un effetto domino della crisi del debito dei paesi periferici in Europa, stanno accumulando in massa franchi e altri asset considerati sicuri. Tanto da spingere il Guardian a parlare di “un mostro che sta strangolando l’economia svizzera”.

E cosi’ il balzo della valuta elvetica rispetto al dollaro ha inflitto un duro colpo agli affari dei fondi hedge europei e britannici, che si erano rifugiati in Svizzera per sfuggire alle tasse salate in patria. Il potere d’acquisto delle loro buste paga e’ letteralmente imploso.

L’euro si e’ ripreso negli ultimi giorni, recuperando il 12% dal 9 agosto, il giorno in cui testo’ la parita’ contro il franco, considerata una soglia critica. Ma qualsiasi notizia o voce circa un peggioramento della crisi del debito sovrano nell’area euro scatena un’ondata di acquisti di franchi sui mercati e il livello attuale sta danneggiando anche i gruppi esportatori svizzeri. Per non parlare del turismo. Venerdi’ la moneta unica valeva 1,12 franchi.