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La nuova faccia del pignoramento: il default strategico

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Gene Kessler, 67 anni, potrebbe essere il nuovo volto d’America dei default ipotecari. Il pensionato, che ha lavorato una vita nel settore tecnologico, e’ in procinto di abbandonare la casa acquistata nel 2004 alla somma di $166.000 in una piccola cittadina 75 miglia a sud-ovest di Minneapolis, in Minnesota.

Il valore dell’abitazione e’ crollato a 111 mila dollari, spazzando via $45.000 dal conto di Kessler e lasciandolo con un mutuo che paradossalmente vale piu’ della stessa casa fisica. Non stupisce che Kessler abbia smesso di pagare il prestito sei mesi fa, e dovrebbe lasciare l’abitazione entro marzo 2012.

E il colmo e’ che Kessler non e’ affatto in difficolta’ finanziarie. Avrebbe potuto infatti permettersi i pagamenti mensili. Non ha altri debiti e riceve ben due pensioni dai suoi ex datori di lavoro, cosi’ come un fondo di previdenza sociale (Social Security). Ha anche un hobby, la lavorazione del legno, e gestisce una piccola azienda artigianale di vendita di lampade per gallerie d’arte. E’ single ora e i suoi due figli sono cresciuti, hanno lasciato casa e non se ne deve piu’ occupare.

“Stavo cercando un modo per tornare a vivere in una citta’ piu’ grande e questo era l’unico modo per uscire da questa casa”, dice Kessler, che ha pagato $800 a YouWalkAway.com per guidarlo attraverso il processo noto come default strategico. Vuole trasferirsi in un luogo con un clima piu’ caldo e mite, con un’attivita’ culturale piu’ stimolante. La prima scelta e’ caduta su Santa Fe, New Mexico.

Sui pignoramenti le banche stanno riavviando il sistema.

In Usa le notifiche di default sono aumentate del 33% nel mese di agosto, ai massimi di nove mesi e la crescita piu’ alta mese su mese da agosto 2007, ovvero un mese prima del crack di Lehman Brothers.

Secondo i dati forniti da RealtyTrac oggi “ci sono da 3 a 4 milioni di mutui che sono a serio rischio di insolvenza e che in circostanze normali sarebbero stati pignorati, ma sono stati tenuti volontariamente fuori dalla categoria rispettiva per via di ritardi procedurali o problemi di documentazione”, dice Rick Sharga, vice presidente RealtyTrac.

L’impennata delle domande di pignoramenti vista ultimamente suggerisce che i creditori stanno “premendo il pulsante di restart” sui casi che sono stati ritardati da problemi di documentazione. Vedi il problema che a volte ha causato la pratica del “robo-signing”, ossia quando un dipendente della banca firma “in automatico” migliaia di documenti e dichiarazioni scritte, senza controllare le informazioni contenute.

Non ci sono dati demografici o statistiche sulla storia finanziaria aggiornati delle persone che hanno ricevuto le comunicazioni di default negli ultimi tempi. Ma tra loro ci sono alcuni proprietari di case che non hanno mai fatto default su un prestito prima d’ora, almeno secondo i sondaggii. YouWalkAway.com ha intervistato diverse centinaia dei suoi clienti all’inizio di quest’anno e solo il 23% del campione ha detto che in precedenza non aveva rispettato un obbligo finanziario.

“La stragrande maggioranza di coloro che finiscono in default opta per una vendita a breve”, dice Brent White, professore di legge dell’Università di Arizona e autore del libro “Underwater Home”. “Cosi’ possono negoziare per poter pagare meno l’intero importo”.

Una persona esperta che conserva un avvocato o un’altra persona competente che le aiuti a passare attraverso tutto il processo – continua White – con ogni probabilita’ finira’ per evitare di dover pagare per lo scoperto. La maggior parte delle persone riuscira’ ad avere nuovamente un buon punteggio di credito” (fondamentale in America per ottenere un mutuo o anche una appartamento in affitto) nel giro di un paio di anni.

Non e’ d’accordo su quest’ultimo punto John Ulzheimer, presidente della divisione di consigli ai consumatori per SmartCredit.com, almeno non per quanto riguarda le persone nuove al default. “Se qualcuno che non ha mai mancato un pagamento improvvisamente mette la casa in una procedura di pignoramento, il loro punteggio di credito e’ distrutto”, dice Ulzheimer, che ha lavorato per un gruppo di credito.