New York – Nell’ultima seduta di una settimana da dimenticare, avanza l’azionario americano, nonostante la pesantezza delle banche, su cui si e’ concentrata un’elevata mole di scambi. Wall Street ha chiuso in rialzo dopo quattro sedute consecutive in perdita. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0,35% a quota 10771,02; il Nasdaq e’ cresciuto dell’1,12% a 2483,23 punti. E’ ad ogni modo la peggiore settimana degli ultimi due anni e mezzo. Intanto sugli altri mercati il dollaro e’ scivolato ai minimi di seduta, mentre le materie prime cedono molto terreno.
Gli investitori sono delusi dalle ultime misure intraprese dalla Federal Reserve per rilanciare la ripresa dell’economia e al contempo dalla mancanza di azioni coordinate da parte delle autorita’ del G-20 per contrastare la crisi del debito europea. Bank of America, JP Morgan Chase, Citigrupo e Wells Fargo accusano cali compresi tra l’1 e il 2%.
Inoltre influiscono negativamente le ultime dichiarazioni arrivate dalla Bce, con il membro olandese del consiglio direttivo Klass Knot che ha ammesso di non escludere più l’ipotesi di un default della Grecia. I problemi europei tornano ad alimentare incertezza anche negli Stati Uniti e passano al momento dietro le quinte le speranze degli investitori sul buon esito della riunione del G20 e, in particolare, sull’arrivo di interventi coordinati.
Ci sono poi i numeri che parlano chiaramente: l’azionario globale, la cui performance è misurata dall’MSCI All Country World Index, è entrato ufficialmente in una fase di mercato orso per la prima volta in due anni. Da quando ha toccato il suo record, l’indice ha lasciato sul terreno più del 20%.
In una giornata priva di dati economici rilevanti, gli investitori guarderanno a qualsiasi dichiarazione proveniente da Washington e alle notizie che riguardano l’Europa. Tra i titoli, occhio a Hewlett-Packard, dopo che la società ha nominato nuovo amministratore delegato Meg Whitnam, ex ceo di eBay.
Sul fronte valutario, l’euro euro sale dello 0,50% nei confronti del dollaro a quota $1,3525. La moneta unica cede lievemente contro il franco svizzero, a CHF 1,2202(-0,16%), ma risale contro lo yen (+0,22%), a YEN 103,1470.
Sul fronte delle commodities, i futures riducono i ribassi e arretrano dello 0,73% a quota $79,92 al barile), mentre prosegue il tonfo dell’oro, che cede il 3,92%, a $1.673,40,l’oncia.
Sul fronte delle commodities, i futures tornano in forte calo (-2,52%, a quota $78,48 il barile). Prosegue il tonfo dell’oro, che cede il 2,15%, a $1.704,3 l’oncia. Argento a $32,66 (-10,71%). Quanto ai Treasuries, dopo aver toccato il minimo storico di 1,68% i rendimenti sul decennale sono risaliti a 1,80%.