Mercati

Borsa Milano positiva, +1,3% in area 15.500

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Milano – Borse europee confortate dalla sorpresa che è arrivata dal mercato del lavoro degli Stati Uniti. Il dipartimento del Lavoro Usa ha reso noto infatti che, nel mese di settembre, l’economia americana ha creato 103.000 posti di lavoro , dopo lo zero assoluto di agosto e i +117 mila di luglio.
Il risultato e’ di gran lunga migliore del previsto, visto che gli analisti scommettevano in media su un incremento di 60 mila unita’.

A Piazza Affari, l’indice Ftse Mib è schizzato così in poco tempo verso l’alto, attestandosi ai massimi della sessione, con un guadagno di quasi il 2%. Il tono ottimista si è poi smorzato, seppur lievemente, nel finale. Il Ftse Mib ha chiuso in progresso dell’1,29% a 15.529 punti.

Tra i bancari, ancora solidi alcuni titoli; ma la performance è contrastata visto che appaiono anche alcuni segni meno. Bene Unicredit +3,57%, giù Ubi Banca -0,94%, in rialzo Banca Popolare di Milano +3,59% e Intesa SanPaolo con +3,64%. In flessione invece MPS -1,55%, Banco Popolare -1,16% e Banca Popolare dell’Emilia Romagna -3,52%. Tra i titoli da tenere in considerazione anche Fondiaria-Sai, che perde più del 4%. In una nota, la società ha affermato che “sulla base delle informazioni a oggi disponibili e degli andamenti attuali dei mercati finanziari, è ragionevole ritenere il mancato raggiungimento del risultato netto di gruppo previsto nel budget 2011 in un ammontare superiore a 50 milioni”. Tra i segni più, oltre a quelli citati, svettano Eni +3,35%, Terna +2,69%, Saipem +1,77%, Pirelli +1,88%, Fiat +1,39%.

Riguardo alle altre piazze europee, dopo aver scontato la decisione di Moody’s di rivedere al ribasso i rating di dodici istituti finanziari britannici, tra cui Royal Bank of Scotland, Londra sale dello 0,3%. In rialzo, ma anche in questo caso lontani dai massimi intraday, anche Francoforte +0,19%, Parigi +0,18% e Madrid +0,7%.

Intanto, gli operatori valutano ancora la decisione della Bce di lasciare i tassi invariati. In realtà l’annuncio era prevedibile, e gli analisti erano concordi nello stimare che i tassi sarebbero rimasti fermi all’1,5%. Ma nella sua ultima conferenza stampa nelle vesti di timoniere dell’istituto di Francoforte, Jean-Claude Trichet ha annunciato un programma di acquisto di covered bond per 40 miliardi di euro, che assicura dunque ancora un’ampia liquidità sul mercato.

All’indomani dell’annuncio, non c’è stato però affatto grande entusiasmo per l’iniezione di liquidità promessa: d’altronde, i problemi europei sono ben lungi dall’essere risolti e nessuno sa ancora nulla su come andrà a finire il caso Grecia. Attesa a questo punto per l’incontro Merkel-Sarkozy previsto per il fine settimana. Si parla già di contrasti tra i due leader in merito alle misure da prendere. In ogni caso, si parlerà della necessità di ricapitalizzare le banche.

Sul fronte valutario, l’euro ha reagito immediatamente ai dati americani, dimostrando il ritorno della propensione al rischio e arrivando a superare anche quota $1,35, prima di ridurre i guadagni e salire nel finale dello 0,46%, a $1,3492. La moneta unica cede lo 0,11% sul franco svizzero a 1,2354, mentre sale sullo yen a 103,54 (+0,63%).

Sul fronte delle commodities, i futures sul petrolio rimbalzano dello 0,90%, a $83,33, mentre le quotazioni dell’oro salgono dello 0,27%, a 1.657,60.

Nel commentare il sentiment del mercato, un rapporto di Unicredit afferma che esso “continua a beneficare del sostegno della Bce che ieri ha annunciato nuove misure non standard per mettere a disposizione delle banche tutta la liquidità di cui hanno bisogno. La tenuta del sistema bancario europeo, che rischia di essere colpito dalla crisi dei debiti sovrani, resta comunque la
principale preoccupazione“. L’analisi Unicredit continua: “Oltre alla reintroduzione dei finanziamenti a un anno, l’Europa sta lavorando a una bozza per isolare gli ‘asset tossici’ delle banche, agendo in maniera coordinata.

RAPPORTO UNICREDIT: PIAZZA AFFARI
Tra i titoli svetta Saipem grazie all’upgrade a ‘overweight’ da ‘neutral’ da
parte di JP Morgan.

Attenzione oggi a Exor che ha annunciato che, quando sarà compiuta la fusione con Chrysler, o qualora Fiat spostasse la sede legale fuori dall’Italia, la quota di Fiat in Rcs e le altre partecipazioni nel campo dell’editoria potrebbero passare appunto alla holding della famiglia Agnelli.

Focus anche su Popolare di Milano dopo che il presidente MassimoPonzellini ha comunicato di non credere di essere candidato al nuovo consiglio di sorveglianza che sarà eletto dall’assemblea del 22 ottobre.

ENI (EUR14,05): proseguono le trattative con potenziali acquirenti per la cessione della quota pari al 3,3% detenuta nella portoghese Galp.

PARMALAT (EUR1,557): il CdA ha deliberato all’unanimità l’adesione della società al sistema di “cash pooling” del gruppo Lactalis. L’operazione è finalizzata a ottimizzare l’utilizzo delle risorse finanziarie a livello di gruppo, consentendo a Parmalat di mantenere la massima flessibilità finanziaria e un profilo di investimento di breve termine, con rendimenti superiori a quelli attuali.

PREMAFIN (EUR0,27): secondo il Sole 24 Ore starebbe valutando opzioni per riequilibrare la situazione finanziaria, tra cui un aumento di capitale la
società, contattata dal quotidiano, ha però escluso di avere allo studio
un’operazione di ricapitalizzazione.

ZUCCHI (EUR0,765): dopo che il decreto di omologa è passato in giudicato
l’accordo di ristrutturazione del debito bancario acquisisce piena efficacia