New York – Il mercato tira un sospiro di sollievo e ottiene quell’infusione di fiducia di cui aveva bisogno dopo le ultime settimane difficili. Nel mese di settembre gli Stati Uniti hanno creato 103 mila posti di lavoro dopo i 57 mila creati in agosto (cifra rivista al rialzo da uno zero asoluto) e i +127 mila di luglio.
Il risultato e’ di gran lunga migliore del previsto. Gli analisti scommettevano in media su un incremento di 60 mila unita’. Tuttavia la media di posti creati e’ ancora troppo bassa (72 mila negli ultimi mesi), in considerazione del fatto che servirebbe un numero pari a 261.200 al mese per ritornare sui livelli pre-recessione prima della fine del secondo potenziale mandato di Obama, a novembre 2016.
Le aziende hanno assunto 137.000 nuovi dipendenti contro gli 83 mila previsti. Il tasso di disoccupazione si e’ confermato come previsto sugli stessi livelli del mese precedente, attestandosi al 9,1%. Dieci mesi prima, in novembre, era stato toccato il livello piu’ alto da aprile 2010, pari al 9,8%.
I dati sono stati resi noti dal Dipartimento del Lavoro.
Sono ancora molte tuttavia le persone fuori dal mondo di lavoro per sei mesi o piu’. Il mercato occupazionale sta migliorando, in sintesi, ma la percentuale di disoccupati e’ ancora molto alta in Usa.
Come attendibile, visti i dati positivi, l’azionario accelera nel preborsa cosi’ come i rendimenti dei Treasuries su tutta la curva. Il dollaro scivola invece ai minimi di seduta.
Analizzando il report nelle sue componenti, le ore medie lavorative settimanali sono state pari a 34,3 in rialzo di 6 minuti dal mese antecedente. Il risultato e’ identico a quello visto in marzo e febbraio. Il reddito medio per ora e’ cresciuto dello 0,2%, come previsto.
Sono tanti i fattori che hanno ridotto la fiducia dei consumatori e delle aziende in America: la crisi del debito sovrano in Europa, lo stallo politico in patria e le prospettive piu’ in generale di una seconda recessione.
Il rischio che la maggiore economia al mondo torni a comprimersi ha spinto la Federal Reserve e il presidente Barack Obama a mettere a punto misure straordinarie di rilancio della ripresa, che prosegue a rilento.
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“Le aziende restano ancora riluttanti ad assumere nuovo personale”, sottolinea a Bloomberg Ryan Sweet, senior economist di Moody’s Analytics. “Gran parte della debolezza nelle assunzioni e’ dovuta all’incertezza”.
Il tasso di disoccupazione e’ rimasto ancora su livelli considerati molto alti. Basti pensare che e’ sopra l’8% da febbraio 2009: si tratta della striscia piu’ lunga dai primi mesi del 1948.