“Siamo pronti alla riforma della previdenza” ha detto il premier a Bruxelles. Le pensioni insomma come ultima spiaggia al consiglio europeo che si apre oggi, ufficialmente dedicato al fondo salva-stati Efsf, ma in realta’ dedicato all’allarme Italia. Niente “biilaterale”: la Merkel non vuole incontrare il presidente del Consiglio. “Posso agire soltanto se me lo chiede l’Europa, altrimenti Bossi….”. La Lega insomma “su due piedi e’ capace si mettere in crisi il governo”, ha speigato il premier.
Non deve essere stata una cena piacevole quella a cui ha partecipato il premier Silvio Berlusconi ieri sera nei pressi di Bruxelles: all’incontro con i leader del Partito popolare europeo, raccontano i partecipanti, il presidente del Consiglio italiano è stato un osservato speciale e ha dovuto tentare di convincere i suoi interlocutori, in particolare il cancelliere tedesco Angela Merkel, della bontà delle misure che il governo starebbe approntando per favorire la crescita italiana.
“Ho parlato a lungo con lei”, ha detto Berlusconi rispondendo alla domanda se durante l’incontro avesse colloquiato con la Merkel. L’ha convinta sulle misure italiane? Lo hanno incalzato i giornalisti. “Penso di sì” ha affermato il premier. Entrando nel dettaglio dei provvedimenti illustrati alla collega tedesca, il premier si è tenuto sul vago: “Sullo sviluppo abbiamo fatto molte cose ed oltre 100 agevolazioni per le imprese e la deburocratizzazione”, ha detto. “In settimana presenteremo delle proposte”, ha poi aggiunto.
Secondo un partecipante alla cena, citato dall’agenzia France Presse, i leader europei avrebbero messo in dubbio la credibilità italiana nel mantenere gli impegni di bilancio. “Ovviamente c’è preoccupazione”, ha confermato indirettamente Berlusconi, “ma ho fatto presente alla Merkel che noi siamo il secondo paese manifatturiero in Europa e che è vero che abbiamo un debito molto alto ereditato dal passato, ma che abbiamo pagato
le rate con gli interessi. Le ho anche ricordato le due manovre che abbiamo fatto e che il nostro obiettivo è arrivare al pareggio di bilancio nel 2013 e non nel 2014”.
Mentre si affanna a rassicurare i partner europei, Berlusconi liquida con parole sprezzanti le critiche giunte anche oggi da Confindustria: “Non rispondo a ragazzotti”, ha detto riferendosi all’invervento di Emma Marcegaglia, numero uno di viale dell’Astronomia, al convegno dei giovani industriali in corso a Capri. “Facciamo bene e subito le cose che dobbiamo fare con il decreto sviluppo piuttosto che farcele imporre dall’Europa”, aveva detto la Marcegaglia. “Il rischio – aggiunge – è che l’Europa ci imponga delle scelte. Noi siamo un grande paese e non possiamo continuamente farci commissariare dall’Europa”. Parole prese invece in grande considerazione da Roberto Maroni, ministro dell’Interno e unico rappresentante dell’esecutivo a Capri, che rincara: “Fare rapidamente il provvedimento sullo sviluppo perché il governo ha fatto tanto per tenere saldi i conti e adesso bisogna puntare sulla crescita”.
Dal premier anche un appello a Lorenzo Bini Smaghi, componente italiano del board della Bce, affinché rassegni le dimissioni dopo la nomina di Mario Draghi a governatore dell’Eurotower: “Ne parlerò domani con Sarkozy”, ha detto il premier, riferendosi alle pressioni francesi perché il posto di Bini Smaghi sia preso da un nuovo membro nominato da Parigi.
Oggi intanto il ministro dell’economia Giulio Tremonti nel corso di un colloquio telefonico ha presentato al presidente della Commissione Ue Josè Barroso un programma straordinario per lo sviluppo del Mezzogiorno, che si chiamerà Eurosud e che prevede una revisione strategica dell’uso dei fondi strutturali europei.
Copyright © La Repubblica. All rights reserved