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Borse Asia su dopo dati Cina. Ancora fiducia su Ue

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Bangkok – listini asiatici su, con i dati che arrivano dalla Cina che allontanano i timori di una brusca frenata della crescita economica per la seconda più grande economia al mondo. A sostenere i rialzi nella regione anche i numeri sulle esportazioni giapponesi. Nel mentre, gli investitori continuano a guardare con ottimismo alla possibilità di giungere ad una soluzione alla crisi in Europa. Mercoledì sembra dunque essere giorno ufficiale per testare la pazienza e il sentiment degli investitori. Euro a $1,3930.

Nel summit di domenica i leader europei sembrano aver raggiunto un quasi-accordo sulla ricapitalizzazione delle banche e sull’utilizzo del fondo “salva-stati” per evitare effetti contagio nel mercato dei bond. Tuttavia rimangono parecchie divergenze di idee, specialmente sulle perdite che il settore privato dovrà accettare sui bond greci. Decisioni finali sono state dunque rimandate a mercoledì.

In ripresa a ottobre l’indice manifatturiero della Cina stilato da Hsbc, il China Flash Purchasing Managers’ Index, interrompe la scia di contrazione durata tre mesi, a dimostrazione della forza della seconda più grande economia anche al rallentamento economico globale. L’indice ha infatti registrato 51,1, ad indicare espansione (valori oltre il 50), meglio della lettura finale a settembre (49,9).

Bene dal Giappone i numeri esportazioni, oltre le stime a settembre, segnale che il settore è in ripresa nonostante l’apprezzamento dello yen e il rallentamento della crescita economica globale. La cresciuta è stata del 2,4% rispetto allo stesso mese 2010, contro un consensus dell’1%. Il surplus della bilancia commerciale è stato di $3,9 miliardi.

I fondi continuano ad essere posizionati sulla difensiva, puntando sui settori meno sensibili a cicli economici, secondo quanto riportano gli strategisti di Citigroup in una nota. Aumenta la quota di contante nei portafogli.

Intanto, dopo il balzo di venerdì, il rame continua a recuperare terreno e riprendersi parte dei cali registrati di recente. Bene anche le altre principali materie prime.

Asia: indice Dow Jones Asian Titans della regione in rialzo del 2,59%. Nikkei (+1,90% in chiusura), Seul (+3,01%), Sydney (+2,73%), Hong Kong (+4,21%), Shanghai (+1,94%), Singapore (+2,08%).

In rialzo le principali commodities: Wti ($88,38, +1,12%), Brent ($110,84, +1,17%), oro ($1.652,4, +1%), argento ($31,615, +1,35%), rame ($3,3555, +4,11%).

Nel valutario, moneta unica in leggero apprezzamento contro il biglietto verde. Euro contro il dollaro a $1,3930 (+0,48%), euro contro lo yen a ¥106,27 (+0,63%), contro il franco svizzero a CHF 1,2299 (+0,45%), contro la sterlina a GBP 0,8717 (+0,28%). Dollaro/yen a ¥76,28 (+0,16%).

Futures sull’indice S&P500 in rialzo di 5,5 punti (+0,45%) a 1.240,75. Rendimenti dei Treasury a 10 anni su di 1pb al 2,230%.

“Le aspettative sulla crescita economica sono state troppo pessimiste a settembre, e ora ogni miglioramento dell’outlook influenza in maniera positiva i mercati nel breve periodo”, ha detto a Bloomberg Nader Naeimi, strategista a Sydney per AMP Capital Investors Ltd. “E’ stato incoraggiante vedere che non c’era segnale di divisione trai leader europei, ma c’è ancora tanta sfiducia perché nulla di concreto è successo nel fine settimana”.

“L’ultimo test per il sentiment degli investitori sarà mercoledì, se verrà annunciato un piano efficace, capace di portare al ribasso i rendimenti dei bond italiani e spagnoli”, ha detto al Wall Street Journal Ric Spooner, capo analista di mercato per CMC Markets a Sydney. “Il rischio vero per i mercati mondiali, è che il costo del debito di questi due grandi paesi raggiunga livelli insostenibili”.