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Borsa Milano chiude in rimonta dopo voci intervento Ue

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Milano – Piazza Affari rimonta salendo fino a quasi il +1% ribaltando l’andamento negativo di meta’ seduta. Il Ftse Mib ha guadagnato lo 0,72%, favorito dalle indiscrezioni che sono iniziate a circolare circa la possibilita’ che il fondo salva stati acquisti anche titoli di stato italiani. Lo riporta l’agenzia France Presse citando «fonti diplomatiche».

Sopra la parita’ anche le altre borse europee: Londra +1,02%, Francoforte +1,28%; Parigi +1,34%. L’indice Eurostoxx 600 guadagna l’1,35%. Discorso a parte merita Atene, che chiude in rosso.

Mercoledi’ il vertice dei leader dell’Eurogruppo decidera’ se potenziarne i poteri e aumentarne la capienza. Aumenta la fiducia sul fatto che le autorita’ europee stiano arrivando a una soluzione comune, ora che il tempo stringe. Al termine del summit europeo e’ stato fissato un traguardo da raggiungere.

Nella riunione di questo weekend i leader del Vecchio Continente si sono posti come obiettivo minimo quello di raggiungere entro mercoledì un accordo sulla Grecia che renda sostenibile per Atene l’onere sul debito, aumentando le pressioni sul governo italiano.

Sul tavolo anche il rafforzamento patrimoniale delle banche europee, il miglioramento della governance dell’area euro (che non si dovrebbe limitare alla nascita di Mister euro) e il rafforzamento del patrimonio a disposizione del fondo di salvataggio EFSF per evitare che il contagio si estenda agli Stati più grandi.

Nonostante tutto continuano pero’ le tensioni sui titoli di stato italiani: i rendimenti sul dieci anni si attestano al 5,930%, mentre lo spread si attesta a 381 punti dopo aver toccato massimi di 389 punti. L’Italia rimane l’osservata speciale, visto che il paese è stato sollecitato da Francia e Germania a introdurre le riforme economiche necessarie per evitare uno scenario simile a quello della Grecia, sull’orlo di un default.

«Io e la cancelliera Merkel abbiamo incontrato Berlusconi e Papandreou per ricordargli le responsabilità che hanno e le decisioni che devono prendere» ha detto il presidente francese Nicolas Sarkozy nella conferenza stampa. Oggi il premier Silvio Berlusconi convocherà un Consiglio dei ministri straordinario per l’approvazione di nuove misure di austerita’.

In un contesto di questo tipo e’ naturale che l’attenzione degli operatori rimanga sul mercato dei titoli di stato italiani, visto anche che la scorsa settimana i rendimenti dei BTP decennali sono arrivati a superare il 6%.

Da segnalare la performance negativa dello spread tra rendimenti italiani e tedeschi a cinque anni, che è di 428 punti base, e la continua tensione sui Cds.

In corrispondenza del rinnovarsi delle preoccupazioni sul fronte del debito sovrano, il Ftse Mib ha esteso le perdite, allontanandosi da quota 16.300 punti, testata in mattinata. Sull’indice si fa sentire il peggioramento dei titoli bancari. Tra gli altri titoli, molto debole Fiat e male anche Eni dopo il giudizio di JP Morgan, che ha tagliato il target price sul titolo (-2%); scendono di molto pure Mediolanum, Popolare Milano e Finmeccanica. In controtendenza invece soprattutto gli industriali, ta cui Impregilo (+3%), che si conferma il titolo migliore dell’indice, Buzzi Unicem, Stm, Fiat Industrial e Azimut.

In ambito macro, l’indice PMI composito si è attestato a ottobre a 47,2 punti, peggio del consensus pari a 48,8 punti. L’unico dato nuovo uscito nel fine settimana, quello sulla ricapitalizzazione delle banche (indiscrezioni parlano di poco più di 100 miliardi), è un po’ più alto delle attese del mercato.

Passano in secondo piano alcune notizie positive provenienti dal fronte economico asiatico, con il Giappone tornato in surplus commerciale e la Cina che ha visto l’indice pmi manifatturiero balzare ai massimi da cinque mesi nel mese di ottobre.

Guardando in generale alla performance degli indici europei, da segnalare che proprio le speranze sull’arrivo di una soluzione europea hanno portato l’indice Stoxx 600 a salire per quattro settimane consecutive: si tratta della serie più lunga di guadagni settimanali dallo scorso dicembre. Tuttavia, l’indice è ancora in calo del 17% rispetto al massimo testato lo scorso 18 febbraio.

Intanto sul fronte valutario, l’euro rimane sotto quota $1,39, ma riduce le perdite contro il dollaro attestandosi a quota $1,3887 (-0,06%). La moneta unica cede anche contro lo yen a JPY 105,74 (-0,25%), mentre torna piatta nei confronti del franco svizzero a CHF 1,2274 (+0,08%).

Sul fronte delle commodities, i futures sono in rialzo dello 0,8% a $88,10 al barile, mentre le quotazioni dell’oro avanzano dell’1,17%, a $1.654,20 l’oncia. Il rame ha guadagnato l’11% in due giorni.

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RAPPORTO UNICREDIT: TITOLI A PIAZZA AFFARI E COMMENTO DI BORSA

BPM (EUR1,703): Filippo Annunziata, il candidato dei sindacati interni, è il presidente del consiglio di sorveglianza dell’istituto, spianando la strada all’ingresso di Andrea Bonomi, numero uno del fondo di private equity Investindustrial, nel consiglio di gestione della banca che sarà nominato nei prossimi giorni.

FIAT (EUR4,814): da fonti Reuters, la Consob avrebbe chiesto al Lingotto di fare chiarezza sul piano industriale relativo agli stabilimenti italiani.

ENI (EUR16,08): gli analisti di JP Morgan hanno tagliato il target price da EUR22,5 a EUR21.

LUXOTTICA (EUR21,4): attesi i risultati del terzo trimestre dopo la chiusura della borsa, segue conference call.

STM (EUR5,275): attesi dopo la chiusura dei listini Usa i risultati trimestrali.

Al summit Ue chiusosi ieri l’Italia è stata sollecitata ad introdurre le riforme economiche necessarie per evitare uno scenario simile a quello della Grecia. Aumenta così anche da parte dell’Europa la pressione sul governo per un rapido intervento su deficit e crescita entro mercoledì.

Intanto convocato per oggi un consiglio dei ministri anche sul tema delle pensioni, con l’ipotesi di un innalzamento dell’età a 67 anni in linea all’Europa. Lato macro, In primo piano oggi, le stime flash di ottobre relative agli indici Pmi manifatturieri, servizi e compositi di Germania, Francia e zona euro. Euro sostenuto verso le principali valute: delusa dalla mancanza di decisioni definitive dal vertice Ue di ieri, la valuta unica scommette su una soluzione più concreta dalla nuova riunione di mercoledì.