Premier-Lega: una lettera per calmare i mercati. Nel patto con Bossi elezioni a marzo
ROMA – Oltre due ore di vertice a Palazzo Grazioli consentono al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, di chiudere la partita con la Lega in vista del vertice europeo di oggi. E, soprattutto, di inserire nella lettera che il premier presenterà ai 27 il capitolo della riforma previdenziale con l’indicazione dell’innalzamento dell’età pensionabile a 67 anni. Un obiettivo che il Carroccio ha dovuto ‘digerire’ perché, spiega chi ha partecipato al vertice, era uno dei punti centrali – da raggiungere gradualmente da qui al 2026 – inseriti nella manovra del 13 agosto e sottoscritto dalla Lega.
Nelle quindici pagine della lettera figura pertanto anche l’equiparazione dell’età pensionabile delle donne nel settore privato a quelle del settore pubblico, così come anticipato a Ballarò dal ministro Gelmini che ha fatto da ‘lepre’ nella ricerca dell’intesa di maggioranza. Berlusconi illustrerà all’Unione Europea anche tutti gli sforzi compiuti fino ad oggi dall’Italia, a partire dalle manovre correttive già varate dal Governo fino a tutta una serie di interventi già calendarizzati. Questi vanno dalle grandi opere, alle infrastrutture fino ad un piano articolato di liberalizzazioni e di lotta all’evasione, oltre ad una spiegazione dettagliata della sostenibilità del sistema previdenziale. Su queste basi, è il convincimento del premier, il governo si attende un via libera di massima dell’Europa.
L’intesa, tradotta nella lettera di quindici pagine, è stata inviata questa sera anche al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
BERLUSCONI, DOPO INTESA CON LEGA CRISI PIU’ LONTANA – Silvio Berlusconi, al termine del lungo vertice con la Lega Nord, non ha nascosto una certa soddisfazione per l’accordo raggiunto sul capitolo pensioni che da giorni tiene il Governo con il fiato sospeso, vista l’opposizione di Umberto Bossi a modificare il sistema previdenziale. E ritiene che questa intesa allontani lo spettro della crisi di governo. L’ok del Carroccio dato all’inserimento nel documento da presentare a Bruxelles dell’innalzamento dell’età pensionabile per le donne a 67 anni come obiettivo da raggiungere nel 2026, avrebbe fatto esprimere, a quanto raccontano alcuni presenti, soddisfazione da parte del capo del Governo. Berlusconi, sempre a quanto riferiscono, si sarebbe detto convinto che domani a Bruxelles le misure che andrà ad illustrare ai leader europei riceveranno il via libera e l’intesa con la Lega allontana la crisi di Governo che nel corso della giornata non era stata esclusa dagli esponenti della maggioranza nel caso la Lega Nord non fosse stata d’accordo nel modificare la previdenza.
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Il patto Silvio-Umberto: voto anticipato, in cambio il sì sui 67 anni
L’accordo nella notte dopo un vertice a palazzo Grazioli. E Bossi attacca Draghi: “Dalla Bce una fucilata al premier”.
di AMEDEO LA MATTINA – La Stampa
ROMA -L’ ennesima giornata convulsa si chiude con una indiscrezione: Bossi accetta di alzare a quota 67 anni l’età per andare in pensione, Berlusconi apre alla possibilità di votare a marzo. Un’intesa segreta per sbloccare la situazione e scrivere una lettera che soddisfi Bruxelles senza spaccare la maggioranza. Prima di partire per Bruges, Napolitano ha atteso di leggere la missiva che Berlusconi manderà (dovrebbe mandare) stamane all’Unione europea. Il Capo dello Stato ha pure rinviato la partenza per la cittadina belga dove oggi parteciperà all’inaugurazione dell’anno accademico del Collegio d’Europa. Ha atteso invano: la missiva non era pronta, un accordo completo con Bossi non era stato ancora trovato. Qualcosa però Gianni Letta gliel’ha anticipato al telefono. Napolitano è partito preoccupato.
Intanto a Roma il premier ha continuato a limare il testo, lungo nell’esposizione e nelle rivendicazioni ma «sottile» nei contenuti. Almeno rispetto alle aspettative europee; in particolare sul versante delle pensioni sul quale la Lega non ha ceduto. Tra l’altro il Consiglio dei ministri non ha preso alcuna decisione e scadenze precise non ce sono. Bossi ha bloccato un accordo pieno. «Non hai capito – ha detto al presidente del Consiglio – che noi possiamo cedere all’infinito, dargli tutto quello che vogliono, ma non saranno mai contenti perché vogliono le tue dimissioni, quelle del nostro governo, per metterci un loro tecnico, Monti. Altro che Gianni Letta!».
Ecco perché Bossi ieri ha attaccato pubblicamente la lettera della Bce («scritta da un italiano», cioè Draghi) che a suo avviso sarebbe stata «una fucilata a Berlusconi». Ecco perché in privato Tremonti ha detto al premier «con questo accordicchio a Bruxelles non puoi andarci»: «Non hai capito che il problema sei tu». Per i berlusconiani il ministro dell’Economia è stato «brutale», ha cercato di giocare fino all’ultimo le sue carte. Sabato aveva presentato al presidente della Commissione europea Barroso un programma straordinario per il Mezzogiorno e questo a Roma è stato interpretato come il tentativo di accreditarsi come il successore di Berlusconi alla testa di un esecutivo tecnico.
Ma gli stessi ambienti berlusconiani spiegano il suo tentativo è fallito. E raccontano che Tremonti ha svolto un ruolo secondario nella stesura della lettera che stamane sarà inviata. Una lettera di orgoglionazionale, di rivendicazione di quanto è stato fatto. Si ricordano le due manovre di agosto e settembre, si rassicura sul pareggio di bilancio nel 2013. Quanto alle pensioni dovrebbe annunciare il graduale innalzamento dell’età pensionabile a 67 anni. Nulla sulle pensioni di anzianità. A Palazzo Grazioli si è continuato a trattare su questo punto, ma Bossi è rimasto irremovibile. Insomma un compromesso al ribasso, un tentativo di superare la prova di Bruxelles.
«Un bluff», dice un ministro che avrebbe voluto sfidare la Lega con un intervento forte sulle pensioni. Il premier è consapevole del rischio che sta correndo, del pericolo che incombe da parte dei mercati. Come apriranno le borse giovedì, a quanto schizzerà lo spread tra i titoli italiani e i bund tedeschi se al vertice europeo la lettera light verrà bocciata? Berlusconi arriva al summit dicendo che nessuno può dare lezioni a un governo democraticamente eletto. «Alza la voce», gli ha consigliato Giuliano Ferrara. Per dare uno schiaffo a Sarkozy che lo ha deriso nella conferenza stampa di domenica scorsa i falchi gli hanno suggerito di non partecipare al vertice Ue. Cosa prontamente smentita dal portavoce Bonaiuti. Sarebbe devastante.
La giornata di ieri è stata intessuta di incontri, colloqui telefonici, un braccio di ferro continuo. Con il Cavaliere che ha cercato di forzate i ministri leghisti. Ha pure messo sul tavolo anche le sue dimissioni. «Se pensate che il problema sono io, faccio un passo indietro». I ministri e i capigruppo del Pdl hanno fatto quadrato attorno al premier, ma era chiaro che la mossa del Cavaliere era finalizzata a mettere paura al Carroccio. Un modo per dire «se volete allora beccatevi il governo tecnico». E su questo Bossi non ci sta. Non ci sta nemmeno Maroni che spesso viene dato in disaccordo con il leader leghista. Ieri il ministro dell’Interno ha chiacchierato a lungo con Bersani e il suo vice Enrico Letta.
Entrambi gli hanno fatto presente che la Lega rischia di rimanere sotto le macerie insieme a Berlusconi. Offrendo la possibilità di fare un governo Monti, escludendo di poter sostenerne uno guidato da Gianni Letta. «So perfettamente che un ciclo si è chiuso ma non sarò io a rompere con Bossi», è stata la risposta di Maroni. Rimane il problema di vedere se lo scambio Bossi-Berlusconi reggerà alla prova del tempo e se il governo riuscirà ad arrivare a gennaio.
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L’Ue proverà a fidarsi. Ma che faranno i mercati?
di MARCELLO SORGI – La Stampa
Annunciata a più non posso per due giorni e confermata dallo stesso Bossi, rimasto alla Camera platealmente fuori dal vertice di maggioranza e insolitamente prodigo di dichiarazioni ai giornalisti, la crisi di governo almeno per ieri è stata evitata, secondo la visione ottimistica del segretario del Pdl Alfano, o congelata, secondo quella che viene da fonti vicine al ministro Maroni, considerato il leader dell’ala più dialogante del Carroccio.
L’escamotage che ha consentito di arrivare alla svolta è degno delle più sofisticate architetture democristiane della Prima Repubblica: in mancanza di accordo nella maggioranza, non potendo portare a Bruxelles uno straccio di provvedimento sulle pensioni, Berlusconi presenterà ai severi partners dell’Unione una lettera di intenti sulla stessa materia, con i titoli delle materie su cui nei prossimi giorni il governo dovrebbe prendere le sue decisioni. Collegata a questa, e preceduta dalla nota con cui lunedì Palazzo Chigi aveva protestato per la sceneggiata delle risatine di Sarkozy e Merkel, c’è una chiara pressione italiana per far sì che l’Europa si fidi dei buoni proponimenti del centrodestra e accordi a Berlusconi il tempo necessario a concludere il negoziato interno con gli alleati.
Al di là delle reazioni che potranno venire dall’ Unione, si tratta di una soluzione debole per varie ragioni. Innanzitutto l’Europa con i suoi organi decisionali non é in grado di garantire che i mercati non si fidino e non riprendano a picchiare contro l’Euro e contro i titoli di Stato italiani. Poi non è detto che lo spiraglio aperto dal Carroccio sia così facile da allargare. L’ipotesi che Bossi non possa dir di no a una riproposizione della riforma Maroni, poi cancellata da Prodi, che prevedeva uno scalone dell’ età pensionabile al 2008 e due successivi scalini al 2010 e al 2014, è legittima. Ma è chiaro che la trattativa si concentrerebbe, a quel punto, sulle nuove scadenze temporali da imporre alla riforma. E con un anno e mezzo a disposizione e un appuntamento elettorale fissato al più tardi nel 2013, il tentativo di spostare in avanti, a dopo le elezioni, l’effettivo innalzamento dell’età pensionabile, difficilmente sarebbe considerato accettabile in Europa. Pertanto si può dire che Berlusconi ha sicuramente evitato la crisi ieri sera, ma i conti veri con La Lega si faranno dopo la sua missione di oggi a Bruxelles.
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Bossi: “Trovata una strada, ora vediamo cosa dice la Ue”
19:38 Sarkozy: “Europa mai così vicina ad esplosione”
“L’Europa non è mai stata cosi vicina all’esplosione”: lo ha detto il presidente francese Nicolas Sarkozy secondo il sito internet di Les Echos. Alla vigilia del vertice Ue, anche il premier Francois Fillon ha detto che per la Francia si apre una “partita essenziale” e l’ appuntamento di domani è una “priorità assoluta”.
19:36 Alfano: “Speriamo di aver trovato punto di equilibri con Lega”
“Speriamo di aver individuato con la Lega un punto di equilibrio in grado di dare risposte all’Europa anche sulle pensioni”. Così il segretario del Pdl, Angelino Alfano, nel corso della registrazione di Porta a Porta.
19:27Bersani: “Pd non farebbe parte di un governo Letta”
Pier Luigi Bersani è tornato a sottolineare l’urgenza di dare vita a un governo di transizione. “Se c’è un sussulto di consapevolezza, è chiaro che si rafforza l’ipotesi di un governo di transizione, è proprio in momenti come questi che sarebbe necessario”, ha sottolineato il segretario del Pd rispondendo ai cronisti alla Camera. Quanto all’ipotesi di un governo a guida Gianni Letta, il leader del Pd ha chiarito che i democratici non ne farebbero parte. “Se la maggioranza si ristruttura, noi stiamo all’opposizione”, ha sottolineato, “ma comunque sia noi che loro avremmo fatto un passo avanti”.
BOSSI, SITUAZIONE PERICOLOSA, SI RISCHIA CRISI – “Stavolta la situazione è difficile, molto pericolosa”. Così il leader della Lega Umberto Bossi, al suo ingresso a Montecitorio. A chi gli chiede se si rischi la crisi di governo, risponde: “Certo”. Poi aggiunge: “Il momento è drammatico, lo definirei così”.
BOSSI, LETTA PREMIER? NON FACCIAMO GOVERNI TECNICI – “Non facciamo governi tecnici, siamo contro”, ha aggiunto il leader della Lega rispondendo a chi lo interpella su un eventuale nuovo esecutivo presieduto da Gianni Letta.
BOSSI, IMPOSSIBILE TOCCARE PENSIONI,GENTE CI AMMAZZA – “Non è possibile portare le pensioni a 67 anni per far piacere ai tedeschi. Non possiamo farlo, la gente ci ammazza”, ha detto il leader della Lega.
“Io le pensioni a 67 anni non le tocco. Posso trattare, ma fin lì non posso arrivare. Non posso toccare le pensioni che sono apposto e portarle a 67 anni per far piacere ai tedeschi, che hanno un sistema pensionistico sballato. Mentre il nostro sistema pensionistico è in vantaggio rispetto a tutti gli altri europei”. Così Umberto Bossi, al suo ingresso a Montecitorio, risponde a chi lo interpella sulla riforma delle pensioni. “La pensione a 67 anni non possiamo farla, la gente ci ammazza. E i 40 anni” di contributi per le pensioni di anzianità “non vanno toccati”, sottolinea Bossi. Alla domanda se si troverà la quadra, il ministro risponde: “Dipende cos’é la quadra”. E a chi gli chiede se una soluzione di compromesso possa essere lo scalone di Maroni, Bossi replica: “Lo scalone di Maroni cosa vuol dire? Quelli chiedono di andare in pensione a 67 anni e la scomparsa delle pensioni di anzianità. Non è possibile. Abbiamo un sistema pensionistico che è più a posto di quello francese e tedesco”.
BOSSI, SE GOVERNO CADE, SI VA A ELEZIONI – “Sì. Ebbé, che vuoi fare?”. Così il leader della Lega Umberto Bossi risponde a chi gli domanda se in caso di governo lo scenario siano le elezioni. “Mica possiamo fare un governo tecnico”, aggiunge.
BOSSI, INTESA MOLTO DIFFICILE, ASPETTO PROPOSTE – L’accordo sulla riforma delle pensioni “é difficile, molto difficile”. Così il ministro delle Riforme e leader della Lega, Umberto Bossi. A chi gli domanda se incontrerà Berlusconi, risponde: “No. Penso che starò lì a guardare le proposte che mi fanno tra poco”.
BOSSI, LETTERA BCE E’ FUCILATA A BERLUSCONI – “Abbiamo un sistema pensionistico che è più a posto di quello francese e tedesco. La lettera” della Bce “é una fucilata a Berlusconi. Sembra più un attacco a Berlusconi”. Così il leader della Lega, Umberto Bossi. Il ministro aggiunge: “Chi fa quella roba lì, è un italiano. Chi ha scritto la lettera è un italiano”.
“Chi ha scritto la lettera” della Bce “é un italiano. Ora l’Europa parla italiano”, sottolinea Umberto Bossi. “Addirittura la lettera dice che bisogna privatizzare le farmacie. E’ una stupidaggine, sono cose comunali. La lettera è una fucilata a Berlusconi, più che altro”, aggiunge.
SVILUPPO: BOSSI, NON TRATTIAMO SUI CONDONI – Disponibili a trattare sull’ipotesi di condoni? “No”, risponde secco il leader della Lega, Umberto Bossi, al suo arrivo a Montecitorio.
UE ASPETTA LETTERA IMPEGNI ITALIA ENTRO DOMANI – “La Ue aspetta una lettera di Berlusconi con impegni specifici sulle rapide misure per la crescita che l’Italia intende adottare, e finora non ha ancora avuto nessuna indicazione da Roma”: lo ha detto oggi il portavoce del presidente della Commissione José Barroso.
COMMISSIONE UE, ITALIA MANTERRA’ IMPEGNI – L’Italia farà quanto promesso: lo ha detto il portavoce della Commissione europea riferendosi all’impegno preso da Silvio Berlusconi per presentare a Bruxelles entro domani informazioni precise sui provvedimenti che intende prendere. Il governo italiano è “determinato” e anche pronto ad “accelerare” se necessario. Il presidente della Commissione Ue, José Manuel Barroso, ha poi aggiunto la portavoce, “é convinto che l’Italia risponderà a dubbi e incertezze perché ha un’economia molto forte”. In Italia c’é “molta innovazione” e il governo è “determinato” a mettere in opera tutto ciò che è necessario per il Paese, se serve anche “accelerando” l’attuazione delle misure. Il portavoce del commissario agli affari economici Olli Rehn ha poi ribadito che il percorso per il risanamento dei conti pubblici delineato dall’Italia è “appropriato”, ma è necessario che sia inserito in un “orizzonte temporale chiaro”.
BERLUSCONI, SE CI SONO CONDIZIONI LASCIO PREMIERSHIP – ‘Mi auguro che ci siano le condizioni per cui io possa lasciare ad altri la responsabilita’ della candidatura alla presidenza del Consiglio, magari restando nel partito come padre Fondatore. In ogni caso,farò quel che il mio partito e la coalizione mi chiederanno di fare”. Lo afferma Berlusconi nel libro di Bruno Vespa “Questo amore”.
A Palazzo Grazioli vertice di maggioranza con il premier Silvio Berlusconi per fare il punto della situazione in vista del vertice europeo straordinario di Bruxelles. Alla riunione, oltre al premier, Angelino Alfano, i ministri Roberto Calderoli, Maurizio Sacconi e Roberto Maroni, nonche’ i capigruppo di Lega e Pdl di Camera e Senato.
PENSIONI: LEGA VALUTA PROPOSTE USCITE DA VERTICE – Lo stato maggiore della Lega sta valutando una serie proposte sulle pensioni che sarebbero state fatte durante il vertice di stamane a Palazzo Grazioli. Secondo fonti del Pdl cisa rebbero ‘aperture’ da parte del Carroccio.
MATTEOLI: IPOTESI CADUTA GOVERNO, MA MARGINI TRATTATIVA – Lo stallo politico con la Lega sulle pensioni dopo una lunga giornata di trattative ha portato ieri ad un nulla di fatto. “Stiamo trattando, mi pare ci sia questa ipotesi” che il governo possa cadere “ma i margini di trattativa ci sono”, dice il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli interpellato oggi dai cronisti. Resta giallo sull’ipotesi di 12 condoni contenuti nella bozza del Dl Sviluppo.
PENSIONI: BONANNI, NO INTERVENTI, PRIMA PATRIMONIALE – La Cisl ”e’ decisamente contraria” a interventi sulle pensioni e chiede che prima il governo metta in campo la patrimoniale, incida sui costi della politica e venda il patrimonio pubblico: ”Il governo dia l’esempio – ha detto il segretario generale Cisl Raffaele Bonanni – chi ha di piu’ metta a disposizione quello che ha”.
MOFFA, PREMIER INVIERA’ LETTERA A UE STASERA – “Il presidente del consiglio invierà la lettera all’Ue entro stasera”. Lo ha detto Silvano Moffa capogruppo di Popolo territorio lasciando Palazzo Grazioli. Alla domanda se Silvio Berlusconi attenderà l’esito della trattativa con Lega prima di inviare la lettera-documento con gli impegni dell’Italia all’Unione Europa, Moffa ha risposto: “il premier manderà la lettera entro stasera comunque”.
“Si sta ragionando con la Lega anche sulle pensioni di anzianità e su quella delle donne nel settore privato”. Lo afferma Silvano Moffa, capogruppo di Popolo e Territorio lasciando Palazzo Grazioli e sottolineando che da parte del Carroccio c’é “disponibilità” a ragionare. Il capogruppo di Popolo e Territorio a Montecitorio ha sottolineato che da parte del Carroccio ci sono aperture anche sul tema delle pensioni di anzianita’: ”Su questo non ci sono chiusure”, ha affermato, sottolineando pero’ che al momento si sta ancora ”ragionando”.
NAPOLITANO, SIAMO TUTTI IN STESSA BARCA NELLA TEMPESTA – “Siamo, oggi più che mai, nella stessa barca in un mare in tempesta. Ciascun paese deve fare la sua parte e dobbiamo garantirci reciprocamente l’indispensabile solidarietà. Per l’Italia è il momento di definire – in materia di sviluppo e di riforme strutturali – le ‘nuove decisioni di grande importanza’ annunciate ieri nella dichiarazione ufficiale del Presidente del Consiglio”. Lo afferma in una nota il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
NAPOLITANO, ANNUNCI PREMIER SU SVILUPPO SIANO DEFINITI – “Gli sforzi già avviati e gli elementi positivi della nostra situazione sono stati certamente già illustrati a Bruxelles. Ma dobbiamo compiere tutte le scelte necessarie per ridurre il rischio a cui sono esposti nei mercati finanziari i titoli del nostro debito pubblico, rendere più credibile il nostro impegno ad abbattere tale debito e a rilanciare la crescita economica”, ha detto ancora Napolitano.
NAPOLITANO, OK SFORZI ITALIA, RENDERLI PIU’CREDIBILI – Dopo gli sforzi già avviati, Napolitano ha aggiunto che “dobbiamo compiere tutte le scelte necessarie per ridurre il rischio a cui sono esposti nei mercati finanziari i titoli del nostro debito pubblico, rendere più credibile il nostro impegno ad abbattere tale debito”.
NAPOLITANO, NESSUNO AVANZI PRETESE DA COMMISSARIAMENTO – “Nessuno minaccia l’indipendenza del nostro paese o è in grado di avanzare pretese da commissario. Ma da 60 anni abbiamo scelto – traendone grandissimi benefici – di accettare limitazioni alla nostra sovranità, in condizioni di parità con gli altri Stati”, afferma ancora in una nota il presidente della Repubblica.
“Parlando domani al Collegio d’Europa di Bruges – si legge nella nota di Napolitano – ribadirò il profondo, convinto attaccamento dell’Italia alla storica conquista dell’Euro e alla causa dell’unità europea. Questo, e nessun altro, è il punto di riferimento e di forza anche per il nostro paese di fronte alla crisi che oggi colpisce finanziariamente e minaccia economicamente l’intero continente”. Spiegando che nessuno minaccia o possa avanzare pretese di commissariamento sull’Italia, il Capo dello Stato ha ricordato che l’adesione all’Europa ha comportato “limitazioni alla nostra sovranità in condizioni di parità con gli altri Stati” e che è stato fatto “per costruire un’Europa unita, delegando le istituzioni della Comunità e quindi dell’Unione a parlare a nome dei governi e dei popoli europei”.
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Roma – Il Carroccio per un giorno ritrova l’unità. Il Senatùr, in un vertice in via Bellerio, detta la linea: Berlusconi vuole andare a elezioni a marzo, la crisi questa volta non rientra e “non possiamo farci trovare impreparati”. Quindi “basta con i regali” al Cavaliere. Lo ripete a Palazzo Grazioli e poi durante il Cdm. Che slitta proprio a causa della fermezza del Capo. Una cena è l’ultimo tentativo per trovare il dialogo.
Umberto Bossi è pronto a far cadere il governo. Come nel 1994, quando il Carroccio staccò la spina all’esecutivo Berlusconi. Oggi, come allora, sul tavolo c’è la riforma delle pensioni. Per Bossi non si devono toccare. E se il premier riuscirà a farla approvare in aula con i voti offerti dal Terzo Polo, la Lega presenterà una mozione di sfiducia al Cavaliere. Il Senatùr sembra non avere tentennamenti.
Lo ha detto al mattino nel vertice in via Bellerio a Milano e lo ha ripetuto nel pomeriggio a Palazzo Grazioli durante l’incontro con Silvio Berlusconi prima del Consiglio dei Ministri. Il nodo sono le pensioni che il premier vuole rivedere ormai da prima dell’estate e su cui il leader del Carroccio è sempre stato critico. Ma pochi mesi fa c’era spazio per il dialogo. Oggi non più. Perché il governo è destinato a cadere e il Cavaliere si sta preparando alle elezioni in primavera. Bossi ne è convinto. Chi lo ha sentito parlare in via Bellerio lo descrive con toni entusiastici: “Sembrava l’Umberto di una volta”. A Roberto Calderoli e Marco Reguzzoni ha descritto così lo scenario: Berlusconi non può reggere ancora a lungo quindi dovremo andare alle urne e confrontarci con gli elettori, per questo non possiamo fare regali al premier sulle pensioni perché ne pagheremo immediatamente le conseguenze in termini di voti. Questo il ragionamento del leader del Carroccio. In casa Lega è in corso una guerra interna senza precedenti proprio contro il Capo, partita dalla base che inascoltata da mesi invoca al Senatùr di staccare la spina e di non votare più ciò che vuole Berlusconi. I militanti, delusi dall’atteggiamento di Bossi, hanno individuato in Roberto Maroni il naturale successore del Capo. E ora la preoccupazione di una successione forzata in vista di elezioni preoccupa anche il fantomatico cerchio magico.
In primis Rosy Mauro, che terminato l’incontro in via Bellerio, si è scagliata contro il governo minacciando di “scendere in piazza se si toccano le pensioni”. Anche Reguzzoni, altro cerchista, ha sentenziato: “Siamo contrari a intervenire sulle pensioni, abbiamo fatto le nostre proposte alternative ora deciderà il governo”. E’ stata poi la volta del ministro dell’Interno, che prima dell’estate aveva aperto su un’ipotesi di scaloni pensionistici, a bocciare ogni tipo di intervento sulla previdenza: “Abbiamo già dato”, ha detto Maroni. Infine Matteo Salvini, fidato uomo di Bossi, ha sentenziato: “Se il Pdl farà passare l’innalzamento dell’età pensionabile con i voti del Terzo Polo vorrà dire che non c’è più maggioranza e, quindi, non c’è più governo”.
La Lega, per un giorno, sembra tornata unita e compatta. Sarà lo spettro delle elezioni che si avvicina e dei sondaggi che danno il partito a poco più del cinque per cento. Così Bossi punta i piedi anche a Palazzo Grazioli. Dove entra insieme a Giulio Tremonti, Roberto Maroni, Roberto Calderoli, per incontrare Berlusconi e trovare un accordo sulle pensioni e ne esce due ore dopo senza alcun tipo di soluzione. Anzi. Durante il Consiglio dei Ministri, cominciato in ampio ritardo proprio per l’incontro tra i due alleati, le posizioni non sono cambiate.
Tanto da sospendere i lavori dopo poco più di un’ora di lavori e andare tutti a cena a palazzo Chigi in cerca di una soluzione. Ma Bossi non ha alcuna intenzione di mollare. “O si trova una soluzione condivisa o tutti a casa”. L’ha detto in via Bellerio. Lo ha ripetuto a Palazzo Grazioli e infine, riferisce chi era presente, al Consiglio dei ministri: il governo è a rischio. Come nel 1994, sulle pensioni.
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Roma – Non e’ caduto in 56 mozioni fiducia, anche grazie all’aiuto della compravendita di parlamentari, ma il governo di Silvio Berlusconi rischia di cadere sulle nuove misure di contenimento del deficit richieste dall’Unione europea.
Le trattative sono in corso per evitare il peggio, ha detto il ministro per le Infrastrutture Altero Matteoli. “Stiamo trattando, mi pare che ci sia questa ipotesi” che il governo possa cadere, “ma i margini di trattative ci sono”, ha detto Matteoli, secondo quanto riferito da un portavoce.
I partner europei hanno richiesto all’Italia di approvare entro mercoledì misure concrete per rilanciare l’economia e aiutare la zona euro a ristabilire la fiducia dei mercati.
Berlusconi ha convocato un Consiglio dei ministri ieri sera con l’obiettivo di alzare l’età di pensionamento, ma la riunione si è conclusa con un nulla di fatto per l’opposizione dell’alleato Lega Nord.
Sulle pensioni “e’ difficile, molto difficile trovare un accordo”, secondo il leader della Lega, Umberto Bossi. Lo ha detto rispondendo ai giornalisti al suo arrivo a Montecitorio. Il Senatur ha ribadito il ‘no’ della Lega all’innalzamento delle pensioni a 67 anni: “Non e’ possibile, 67 anni non possiamo farlo. La gente ci ammazza”. E ha ripetuto che le pensioni di anzianita’ “i 40 anni, non vanno toccati”.
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