Economia

Crisi, Tremonti: “mostro Ue peggiore di Usa”. La lettera e’ gia’ da ritoccare

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Roma – In Europa “e’ arrivato il secondo mostro” che e’ diverso da quello americano perche’ “non e’ solo crisi bancaria, ma anche crisi di firme sovrane ed e’ molto piu’ grave in se’, piu’ complesso anche perche’ il contesto in cui si manifesta e’ piu’ complesso rispetto all’altra parte dell’Atlantico”.

Lo ha sottolineato il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, intervenendo alla Giornata mondiale del risparmio.

L’Unione Europea si aspetta che l’Italia presenti stasera un pacchetto di “misure chiare con una timing definito”, secondo quanto riferito dal portavoce della commissione Ue, Olivier Bailly. “Abbiamo bisogno di una chiara lista e del timing: e’ quello che ci aspettiamo dall’Italia stasera”. Ma Gianni Letta ha ammesso le difficolta’ incontrate dall’esecutivo, sottolineando che il contentuo della lettera “e’ gia’ da ritoccare”.

A Palazzo Grazioli sono presenti il sottosegretario Gianni Letta, il segretario del PdL Angelino Alfano, il ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli e il ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta, che stanno ancora mettendo a punto il contenuto della missiva che questa sera dovra’ giungere a Bruxelles.

“L’aggravarsi della crisi ha una dimensione mondiale ed europea, ma la particolare vulnerabilita’ dell’Italia ha radici nazionali”, ricorda Bailly.

La lettera di intenti, ha avvertito il presidente uscente della Bankitalia Mario Draghi, “è un passo importante, contiene un piano di riforme organico per lo sviluppo, ora pero’ si tratta di farle, con rapidita’ e concretezza. Sono misure coraggiose e per questo è necessario tutelare le fasce piu’ deboli”.

Alla Giornata mondiale del risparmio, Draghi ha richiamato ancora una volta l’Italia alle proprie responsabilità. Dopo di lui a salire sul palco e’ stato il ministro Tremonti, che ha assicurato che la crescita del Pil italiano nel 2012 e’ stimata all’1,5%, come la Francia, ma che bisogna fare di piu’ per lo sviluppo, mettendo a punto una “strategia dappertutto ma in particolare al Sud”.

E’ importante poi porre l’attenzione sui giovani e sostenere le loro iniziative. Ma in l’Italia la fiscalita’ sui giovani “e’ gia’ molto favorevole, e’ solo il 5%”, ha affermato il capo del dicastero dell’Economia, rispondendo al governatore della Banca d’Italia, che intervenendo poco prima aveva posto l’accento sulla necessita’ di agevolare le iniziative imprenditoriali delle giovani generazioni.

“Sui giovani vedo l’impegno di tanti di voi – ha detto Tremonti rivolgendosi alla platea dei banchieri – del governatore e del nuovo governatore. Preoccuparsi dei giovani e’ giusto ma voglio ricordare – ha aggiunto il ministro – che oggi l’Italia offre ai giovani la fiscalita’ piu’ bassa al mondo. E’ una fiscalita’ molto favorevole, un fattore di dote per i giovani non marginale che invito a prendere in cosiderazione”.

La verita’ e’ che “C’e’ una crisi di classe dirigente in Italia, non va criticata solo la classe politica. Tutti dobbiamo riflettere su cosa si deve fare di piu’ e di diverso”.

Tremonti esorta a fare un uso coordinato e ben definito dei fondi europei, lamentandosi che “solo Bulgaria e Romania sono dietro di noi”.

La globalizzazione e’ stata costruita per compressione della storia venti anni fa. Con la percezione delle nuove tecnologie e della rete informatica. Ma e’s stato l’ultimo grande atto politico.

Da li in poi “la curva del mercato e’ salita e quella politica e’ scesa”. Tremonti ha tempo anche per citare le teorie Marx, sottolineando che “il vecchio capitale circolante e’ diventato il capitale dominante: la finanza”.

In conclusione Tremonti ripete quanto detto ieri dal suo compagno di coalizione Bossi: “Credito deriva dalla parola credere”. E l’Italia sta facendo i conti con una mancanza di fiducia.

Perché siamo deboli

“L’alto livello del debito pubblico, i dubbi sulle prospettive di crescita della nostra economia, le incertezze e i ritardi con cui si provvede alla correzione degli squilibri e alle misure di rilancio della crescita”.

Crescita minima

Secondo il presidente entrante della Bce, “dopo sei mesi di sostanziale ristagno, nel secondo trimestre di quest’anno il prodotto in Italia è tornato a crescere ma a un ritmo molto modesto. Le vendite all’estero, che pur continuano a sostenere l’attività economica, risentono del minor vigore della domanda mondiale. Nei sondaggi”, rileva ancora Draghi, “le imprese segnalano un indebolimento delle prospettive a breve termine e un deterioramento dei giudizi sulle condizioni per investire. Sulla domanda interna pesano la debolezza del reddito disponibile delle famiglie, la lenta ripresa dell’occupazione, la stessa incertezza sulle prospettive dell’economia”.

Anche l’Europa frena

“I rischi di un indebolimento ulteriore delle prospettive di crescita”, avverte
il governatore, “sono significativi, in un contesto di forte incertezza”. E secondo il futuro numero uno dell’Eurotower, “è urgente darsi una governance in cui disciplina di bilancio e solidarieta’ trovino reciproco supporto”. E’ necessaria inoltre “l’immediata attuazione degli strumenti di sostegno finanziario per la gestione della crisi”. E tuttavia tutto ciò sarà inutile “senzauna risposta risolutiva e duratura che venga da adeguate politiche nazionali, che promuovendo la crescita rimuovano gli squilibri delle finanze pubbliche”.

Che fare

“La composizione del prelievo fiscale può essere modificata – suggerisce Draghi -trasferendone il peso dalle imposte e dai contributi che gravano sul lavoro e sull’attività produttiva all’imposizione sulla proprietà e sul consumo”. Per il governatore uscente della Banca d’Italia “nel breve periodo un sostegno alla
crescita puo’ provenire da azioni di tipo macroeconomico” ma “un rilancio duraturo della crescita sostenibile passa soprattutto per le riforme strutturali da tempo invocate, in larga parte condivise ma tuttora inattuate: elevare la concorrenza nei mercati dei prodotti, in particolare nei servizi; costruire un contesto amministrativo e regolatorio piu’ favorevole alle attivita’ di impresa; sospingere l’accumulazione di capitale fisico e umano; innalzare i livelli di partecipazione al mercato del lavoro”.

Tutto ciò, avverte Draghi, comporta “una sostanziale ridefinizione delle priorita’ e del modus operandi delel politiche e delle amministrazioni pubbliche”.

Se “bene disegnate e ben comunicate”, ha sottolineato il numero uno di
Palazzo Koch, le riforme strutturali “possono esplicare i loro effetti propulsivi sin da subito, migliorando la fiducia e le aspettative degli operatori, innalzandone la propensione a investire, riducendo gli spread sul nostro debito pubblico”.