Milano – Seduta da dimenticare in borsa per Fiat, che paga la delusione per i conti trimestrali. Le cifre di bilancio hanno mostrato un innalzamento dei livelli del debito, su cui pesa l’andamento negativo del business dell’auto in Italia, con i ricavi del settore che sono vicini ai minimi degli ultimi 30 anni.
Il debito industriale netto e’ salito a 5,8 miliardi di euro dai 3,4 miliardi di tre mesi prima. I flussi di cassa industriali, escluendo le attivita’ legate a Chrysler, casa automobilistica americana salvata dal crack e rilevata nel 2009, si sono attestati a -1,41 miliardi.
“La storia che conta e’ la liquidita’”, dice a Bloomberg Erich Hauser, analista di Credit Suisse, sottolineando che il risultato del terzo trimestre non fa che mettere in evidenza quanto volatile sia diventato il bilancio di Fiat.
Mentre il titolo crolla del 6,7% in borsa, le azioni privilegiate di Fiat e Fiat Industrial si rendono protagoniste di un bel rally. Motivo: la decisione di entrambi gruppi della casa torinese di modificare la classe delle privilegiate, trasformandole in titoli ordinari.
Il Lingotto ha registrato una perdita netta di 46 milioni di euro nel trimestre, un risultato che si confronta con i 170 milioni di euro di utili di un anno prima. Sui profitti hanno gravato 138 milioni di euro di svalutazione degli equity swap legati a piani di stock option Fiat e 57 milioni di euro di altri oneri straordinari.
Gli utili pretasse, che Fiat chiama “trading profit”, sono cresciuti a quota 851 milioni di euro dai 256 milioni dell’analogo periodo 2010. La cifra e’ superiore alle attede degli analisti che erano per 696 milioni.
Fiat, inoltre, ha deciso di rividere al rialzo il target sui trading profit per l’esercizio 2011 a 2,1 miliardi di euro, citando la solidita’ degli utili della controllata Chrysler.