Milano – La Borsa di Milano dimezza i guadagni e scivola ai minimi di giornata, in una seduta altalenante che aveva gia’ visto un’altra frenata di questa intensita’ dopo l’asta di bot annuali.
In chiusura il Ftse Mib fa segnare un +0,97% dopo che sono iniziati a circolare rumor secondo cui le principali agenzie di rating starebbero per porre in ‘negative watch’ il rating del debito francese. Deboli gli altri indici europei: Londra cede lo 0,49%, Francoforte fa +0,67%, Parigi vira in rosso e fa segnare un -0,33%. L”indice di riferimento delle borse del continente, l’Eurostoxx 50, tiene avanzando dello 0,28%.
Egan-Jones (la quarta agenzia di rating piu’ importante dopo le tre grandi S&P, Moody’s e Fitch) e’ stata la prima ad avvertire che il merito sul credito dello stato transalpino sta peggiorando e che per questo e’ stato sottoposto a revisione per un possibile declassamento. La Francia rischai seriamente di perdere la Tripla A. Lo spread tra i rendimenti dei bond decennali francesi e quelli tedeschi e’ cosi’ salito sopra i 165 punti.
I credit default swaps sulla Francia a 5 anni (ovvero il prezzo da pagare per assicurarsi cinque anni contro un default del debito francese) e’ salito di otto punti base a 204 punti, superando il record di chiusura di 202 stabilito il 22 settembre. L’indice del rischio del debito sovrano dell’Europa occidentale e’ salito per il quinto giorno di fila ai massimi di 345.
La seduta finanziaria a Milano cosi’ come in Europa e’ stata dominata dalle attese per le evoluzioni sul piano politico italiano, dopo la giornata drammatica di ieri per i titoli pubblici del nostro paese, che ha visto la borsa cedere oltre il 3%. Oggi i listini milanesi avevano toccato i massimi di seduta del +3% a meta’ mattina.
Il mercato azionario italiano rimane condizionato da quanto accade ai bond italiani e ai loro tassi. In mattinata il Tesoro ha emesso bot a dodici mesi per un valore di 5 miliardi di euro. L’esito è stato contrastato: molto buona la domanda, il doppio dell’offerta, ma a fronte di rendimenti che sono balzati al 6,087%, quasi il doppio rispetto al 3,570% dell’ultima asta dello scorso 11 ottobre, e al massimo degli ultimi 14 anni.
Inizialmente la reazione dei mercati dei bond è stata positiva, in quanto il tasso, sebbene molto elevato, rimane comunque al di sotto del 7,75%, a cui vengono scambiati i rendimenti dei titoli sul mercato secondario, come ha fatto notare Bloomnberg. In chiusura i rendimenti dei titoli decennali scambiano sotto la soglia di “non ritorno” del 7%, attestandosi al 6,870%, a fronte di uno spread che scende ma resta sopra quota 500, in area 509, in calo del 9% rispetto alla chiusura di ieri. I rendimenti dei decennali francesi rendono il 3,4%. Il 22 settembre lo yield valeva 2,52%: e’ un trend che deve fare preoccupare.
Un aiuto e’ arrivato dalle autorita’ di politica monetaria, con gli operatori di Milano che parlano di acquisti da parte delle banche centrali sul tratto 2-3 anni. Circolano anche voci secondo cui la Bce sarebbe pronta ad acquistare un ammontare illimitato di titoli di stato italiani, esattamente quando sarà formato un altro governo.
Guardando invece alla performance del mercato, la conclusione a cui si arriva è che le dimissioni di Berlusconi e l’incarico a Mario Monti da parte del Presidente della Repubblica devono avvenire entro oggi: aspettare fino a sabato sarebbe un lasso di tempo troppo lungo. Questa pare essere l’indicazione che viene da prezzi e tassi dei titoli di stato italiani, che per quanto riguarda il decennale oscillano intorno al 7%.
La crisi politica italiana si avvita, va risolta in ore, non giorni, per il rischio che un’implosione dell’Italia rappresenta per il mercato finanziario globale.
L’Europa focalizza la propria attenzione anche sulle ultime dichiarazioni che sono arrivate dai leader del Vecchio Continente. In particolare, la cancelliera tedesca Angela Merkel ha ammesso la gravità della situazione e ha ventilato l’ipotesi di una “nuova Europa” attraverso un’effettiva modifica dei trattati. Insieme alla Francia, la Germania starebbe pensando insomma seriamente a una Ue a due velocità.
Tornando a Piazza Affari, rimangono solidi i guadagni delle banche, con Unicredit, Ubi Banca, Intesa SanPaolo e MPS che sono tra i titoli piu’ richiesti. Forti acquisti anche sugli industriali, come Fiat Industrial +4,32%, Fiat +3,59%, Finmeccanica +4%. Molto bene anche Pirelli +4,3%. Tra i titoli in rosso, da segnalare inveec Ansaldo -2% e Tenaris -1,25%.
L’Euro riduce anch’essa notevolmente i rialzi e si riposiziona sotto la soglia psicologica di $1,36 (+0,30%, a $1,3561). La moneta unica e’ poco variata a 1,232 contro il franco svizzero, mentre guadagna nei confronti dello yen a quota 105,3260.
Riguardo alle commodities, i futures sul petrolio salgono dell’1,13%, a $96,82 al barile, mentre le quotazioni dell’oro scendono dell’1,4%, a $1.766,50.
PIAZZA AFFARI: RAPPORTO UNICREDIT
Da monitorare Mediaset , che ha ceduto oltre il 12% ieri depressa dalle
vicende legate a Silvio Berlusconi. I risultati comunicati alcuni giorni fa sono
stati sostanzialmente in linea con le attese, anche se la società ha confermato la previsione di chiudere l’esercizio 2011 con un risultato netto consolidato inferiore a quello del 2010.
Focus inoltre su Enel, che ieri sera in chiusura ha comunicato i conti dei primi 9 mesi dell’anno, archiviato con un utile netto di EUR3,492 mld, in crescita dell’1,2% rispetto al pari periodo del 2010, mentre i ricavi si sono attestati a EUR57,496 mld, in crescita dell’8,5% rispetto all’analogo periodo del 2010.
In agenda i Cda sui risultati di A2A, Mondadori, Autogrill, Autostrada To-Mi,
Azimut, Montepaschi, Pop.Milano, Banco Desio, Brembo, Cairo, De’ Longhi,
Erg, Fondiaria-Sai, Hera, Maire Tecnimont, Marcolin, Milano Ass., Parmalat,
Prysmian, Saras, Telecom Italia, Tiscali, Unipol.
Azimut (EUR5,405): ad ottobre 2011 ha registrato una raccolta netta di risparmio gestito positiva per EUR147,0 mln. Il totale delle masse gestite si attesta a EUR13,8 mld.
Seat P.G. (EUR0,0329): ha chiuso i primi 9 mesi 2011 con un Ebitda in diminuzione del 17,7% a EUR273,0 mln ricavi in calo del 10,5% a EUR695,6
mln. Sulla questione del debito, il consiglio continua a nutrire la ragionevole aspettativa che si possa addivenire alla definizione di un’operazione consensuale di riequilibrio della struttura finanziaria del gruppo.
Yoox(EUR10,54): ha chiuso i primi 9 mesi 2011 con un utile netto di EUR3,6 mln rispetto ai EUR4,0 mln al 30 settembre 2010, e ricavi in crescita del 35,6% a EUR204,4 mln.