Legnano – Potremmo prendere le nostre note mattutine da lunedì ad oggi, mixarle un po’ ed incollare tutto qui sotto per terminare il pezzo di oggi. Già , perché la realtà di mercato e con essa il sentiment, non sembrano essere cambiati.
Ci ritroviamo di fronte a mercati obbligazionari sempre più in tensione, il che riflette la situazione di incertezza e di nervosismo che sta pervadendo i mercati, che, continuando a puntare il dito contro la situazione di crisi dei debiti sovrani europei, non fa nient’altro che accrescere le difficoltà che si dovranno affrontare in termini di possibilità di accesso ai mercati finanziari e di capacità di rimborso del debito e far scendere i mercati azionari, capaci infatti di rimbalzi tecnici che precludono, per ora, discese più decise e strutturali.
Ieri abbiamo assistito ad un’asta sui titoli di stato francesi: sono stati collocate obbligazioni con scadenza 2013 all’1.85%, in rialzo rispetto all’1,31% dell’asta precedente, per un valore pari a 950 milioni di euro. Sono stati collocati anche bond con scadenza 2015 per una cifra pari a 1.069 miliardi di euro, con tassi saliti al 2.44% dall’1.96% precedente e titoli con scadenza 2016 (oltre 3 miliardi) i cui rendimenti sono aumentati a 2.8% dal 2.3% del mese scorso. Lo spread sui 10 anni ha raggiunto quota 200, mentre quello tra il bund ed i 10 anni spagnoli ha toccato 500 punti base, testimoniando quanto appena detto.
Vediamo se le borse oggi potranno continuare le discese di ieri e rompere i supporti, in questo caso ci aspettiamo che i dollari possano salire strutturalmente contro le valute ad alto rendimento (eur, gbp, aud e cad) in testa, che potrebbero scendere insieme alle commodity. A proposito di esse, stiamo assistendo a dei movimenti che non stanno più seguendo in tutto e per tutto l’appetito per/avversione al rischio, come accaduto durante l’ultima settimana. Abbiamo visto forti liquidazioni di posizioni, dapprima sull’oro da parte di trader che si sono girati lunghi di petrolio in corrispondenza del livello di 100 (il trend ben rialzista ha aiutato la decisione di girare le posizioni) e poi sia su petrolio che su oro, che hanno visto forti prese di profitto il primo (suggerite da una bellissima divergenza ribassista sul grafico orario) e la continuazione delle vendite il secondo.
La tendenza della moneta unica europea si è dimostrata meno impulsiva ieri, rimanendo molto più stabile contro il dollaro. Il cambio eurodollaro, dopo aver perso 400 pip in tre giornate, sembra aver trovato una zona di equilibrio sempre più evidente. Parliamo di una sorta di figura a triangolo che indica per le prossime ore una resistenza 1.3525 ed un livello di supporto a 1.3455. In analisi tecnica questa figura è sempre stata associata ad una continuazione del trend primario, che in questo caso è ribassista e quindi una rottura del supporto potrebbe condurre a quel 1.3150, di inizio ottobre, da cui era ripartita l’ultima tendenza rialzista.
Il cambio UsdJpy è sempre più compresso nell’area di supporto compresa fra 77 e 76.80, con alle spalle una tendenza ribassista in atto incominciata dal picco di volatilità di 79.50. Se quest’area dovesse “saltare” nel breve potremmo ritrovarci ai successivi 76.50 e 76.30.
Il cambio EurJpy si dimostra del tutto sovrapponibile all’eurodollaro in questi giorni, tanto che è possibile ritrovare la stessa configurazione tecnica, anche in questo caso molto evidente prendendo in considerazione un grafico orario. I due livelli suggeriti in questo caso sono 104 figura (resistenza) e 103.50 (supporto). La tendenza primaria, se confermata con la rottura del supporto, potrebbe condurre al minimo raggiunto nelle settimane passate a 100.75.
Il cable ha mostrato anch’esso un’inferiore volatilità nelle ultime due giornate, rispetto a quelle precedenti. Ciò che in questo caso sembra degno di nota è il livello di resistenza posto a 1.5815: questo è evidente grazie ai massimi raggiunti dal cambio da mercoledì, oltre che confermato dal transito della media mobile di lungo (100 exp) su grafico orario. I primi segnali di ribasso si avranno con la rottura della trendline di breve passante a 1.5750 per i prossimi minuti.
Continua con grande costanza la salita del cambio UsdChf, seppur anche in questo caso si sia assistito ad un rallentamento. L’area prossima a 0.9230 si sta rivelando una resistenza chiave prima di poter nuovamente osservare un ritorno al di sopra di 0.93, che poi è il massimo del cambio da aprile scorso. La trendline di supporto a questo movimento in rialzo transita a 0.91 per le prossime ore.
Il franco continua a rimanere debole anche contro la moneta unica, essendo già da qualche giorno prossimo alla resistenza chiave del cambio di 1.2450. Consideriamo il superamento di questo livello come eventuale trampolino, o breakout, in grado di aprire le porte per un successivo 1.2720, suggerito dai ritracciamenti di lungo periodo di Fibonacci (oltre ad essere un precedente livello statico si supporto, utile in diverse occasioni tra il febbraio e l’aprile scorsi).
Concludiamo ora con il cambio AudUsd, che per la prima volta da più di un mese è ritornato al di sotto del livello di parità . Obiettivo di giornata in questo caso è dato da 0.9925, dove giunge l’ultima percentuale di ritracciamento del movimento in salita compreso fra 0.9390 e 1.0750.
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