Roma – Mossa doppia sull’immobiliare: torna l’Ici e aumentano le rendite catastali. Ma si studia come rendere il nuovo prelievo equo, progressivo. Per recuperare risorse si punta anche all’aumento dell’Iva e in molti chiedono che si proceda ad un prelievo sui patrimoni (oltre un milione). E alle cessioni immobiliari (5 miliardi l’anno).
L’Ici si tradurrebbe boccata d’ossigeno da 9,7 miliardi di euro per le casse statali che si trasformerebbe in una stangata che oscilla tra 136 e 340 euro per i proprietari di immobili. Queste le stime, pubblicate sul quotidiano La Stampa, calcolate dalla Uil nel caso di applicazione della nuova tassa sulla casa (l’Imu, Imposta municipale unificata) e sui servizi (Res), o la semplice reintroduzione dell’Ici sulla prima casa (leggi la manovra del governo).
Poi arriverebbero le misure per rendere più equo il sistema delle pensioni (contributivo per tutti) e per riformare il mercato del lavoro (flessibilità in uscita). Sarebbe questa la lista delle ‘entrate’ sulla quale il governo starebbe ragionando per garantire, come ha detto Mario Monti dopo l’incontro con Angela Merkel e Nicolas Sarkozy, il pareggio di bilancio nel 2013.
Ma la tenuta dei conti non è l’unico obiettivo dell’Italia. La crescita è il primo imperativo, anche per il risanemnto del bilancio. Il superministro, Corrado Passera, a Bruxelles per la prima uscita, annuncia che ci sarà “un bel piano energetico nazionale” perché, “dopo il referendum sul nucleare, bisognerà rivedere i nostri piani”.
Al commissario europeo Tajani, poi, promette un intervento per sbloccare i pagamenti delle amministrazioni pubbliche ai propri fornitori: è un capitolo che vale 60 miliardi, per le imprese ossigeno importante, così come per i contribuenti la riduzione dell’acconto Irpef di novembre. Degli interventi si è parlato anche a Strasburgo.
Ma, nonostante lo “stupore” espresso dalla Merkel, non sarebbero state dettagliate le misure. Per il pareggio il Governo si appresta anche a modificare il testo all’esame della Camera per inserirlo in Costituzione facendo ricorso anche ad un organismo ad hoc di controllo sul modello del Cbo del Congresso Usa.
E comunque – spiega Monti – l’Italia ha già fatto notevoli sforzi tanto che il Belpaese presenterà un “rilevante avanzo primario” nel 2014. Intanto per ‘pareggiare’ entrate e uscite ci vorrebbe un intervento prossimo ai 15 miliardi che dovrebbe però essere accompagnato anche da misure per rilanciare la crescita. Quindi da nuove spese. Ma già a livello europeo si sta discutendo di come ‘alleggerire il conto’ facendo contabilizzare ai paesi gli effetti della minor crescita (aggiustamento per ciclo).
La nuova manovra potrebbe così essere più ‘light’. In ogni caso oggi è in programma il Cdm per completare la squadra di governo con i sottosegretari ma certo l’appuntamento servirà per una ricognizione – fissanto tempi e strategia – sulle misure da adottare.
Il tempo non è una variabile di scarso rilievo anche perché Monti ha già trovato un accordo con i presidenti delle due Camere per una corsia preferenziale dei provvedimenti economici. Sul fronte ‘crescita’ (senza creare inflazione o alimentare il disavanzo, precisa Monti) si punta anche a norme di semplificazione (ad esempio l’intervento sugli ordini professionali).
Ma si parla con insistenza anche di un taglio al peso del fisco sul lavoro. Nuove risorse arriverebbero dalla lotta all’evasione (tracciabilità a 300-500 euro), novità in dichiarazione dei redditi (con indicazioni più puntuali). Tutte nuove misure che oltretutto potranno contare su ulteriori risorse che arriveranno dal lancio del nuovo ‘redditometro’ che, ora in fase sperimentale, partirà in via definitiva nel 2012.
E sempre per l’anno prossimo il Tesoro ha già virtualmente in cassa 3 miliardi che sono quelli che, grazie al decreto firmato ieri da Monti, verranno ‘scalati’ dall’acconto Irpef di novembre e torneranno in cassa a giugno prossimo. Sul fronte pensioni, ad esempio, alcune indicazioni arrivano dal ministro al Welfare, Elsa Fornero: la riforma “é già stata largamente fatta ma necessita di tempi più accelerati”.
I temi sui quali il Governo lavorerebbe sono appunto l’estensione del contributivo pro-rata per tutti, l’anticipo dei tempi sull’aumento dell’età di vecchiaia delle donne nel settore privato (al momento l’adeguamento a quella degli uomini e delle donne nel settore pubblico è prevista tra il 2014 e il 2026) e l’anzianité arrivando in tempi brevi a quota 100 (tra età anagrafica e anni di contribuzione). Non è inoltre escluso l’anticipo delle regole sull’aumento dell’età pensionabile legandola all’incremento dell’aspettativa di vita dal 2013 al 2012.