Roma – Nove anni e 2 mesi. E’ la sentenza emessa dai giudici del tribunale di Parma per Calisto Tanzi, l’ex patron di Parmalat, nell’ambito del filone dell’inchiesta “Parmatour”, una delle società nate come “costole” della multinazionale del latte, per la quale erano imputati 24 tra ex dirigenti, commercialisti e banchieri per la bancarotta fraudolenta del gruppo turistico e (otto di loro) per associazione a delinquere.
Il tribunale di Parma ha chiesto una provvisionale a Parmalat in amministrazione straordinaria e a tutte le aziende del gruppo turistico di 120 milioni di euro. Per i risparmiatori la provvisionale è pari al 4% dell’importo delle obbligazioni.
Il collegio dei giudici di Parma ha accolto le tesi dell’accusa e, oltre a Tanzi, ha condannato anche l’ex banchiere Gianpiero Fiorani, ex numero uno della Banca popolare di Lodi, a 3 anni e 8 mesi. Per Giuseppe Fioravanti, 8 anni, Nicola Catelli, 7 anni, Camillo Florini, 5 anni e 8 mesi, Oreste Luciani, 5 anni e tre mesi e Pasquale Cavaterra, 5 anni. Condanne inoltre per l’imprenditore bolognese Gianluca Vacchi (tre anni e sei mesi), e Paolo Sciumé (2 anni e 4 mesi). Sono stati assolti 4 dei 23 imputati: Michele Alessandrino, Andrea Papponi, Carlo Iervolino e Pier Maria Veroni.
Il procuratore della Repubblica di Parma, Gerardo Laguardia, al termine della sentenza si è detto “pienamente soddisfatto”. “In questo processo, come pure nel precedente sul caso Ciappazzi e sul crac della Parmalat – ha spiegato – sono state accolte le richieste dell’accusa in massima parte e, in alcuni casi, perfino superate. La fine di questo terzo atto dell’inchiesta sul crac del 2003 mi spinge a fare un grande applauso per il lavoro svolto dai magistrati della mia Procura che si sono occupati delle indagini e, in seguito, di rappresentare l’accusa in giudizio”.