New York – A Bangkok, la vicenda delicata dei terroristi stranieri ormai diventata un affare di stato, prende vigore, alzando ulteriormente le tensioni tra Israele e Iran. Secondo le informazioni ricevute dalle autorita’ thailandesi, i diplomatici israeliani erano l’obiettivo delle esplosioni verificatesi martedi’.
Teheran continua a smentire qualsiasi coinvolgimento nelle violenze e anzi parla di un complotto ai suoi danni. Tuttavia non pare casuale che l’attacco dinamitardo si sia tenuto a distanza di meno 24 ore da quelli avvenuti a Nuova Delhi e in Georgia e che avevano come obiettivo le ambasciate israeliane. In India e’ rimasto ferito un diplomatico e il suo autista.
Il ministro israeliano della Difesa sostiene che la serie di attentati a Bangkok “dimostrano ancora una volta che l’Iran e i suoi alleati continuano a perpetuare il terrore”.
Un mese fa l’arresto di un sospetto libanese, accusato di intrattenere relazioni con il movimento di resistenza libanese Hezbollah e la scoperta di prodotti chimici utilizzati per la fabbricazione di esplosivii. Ora una serie di deflagrazioni nel quartiere residenziale di Sukhumvit. L’organizzazione estremista sciita e’ nel mirino delle autorita’ thailandesi e israeliane.
Venendo alla cronaca, una prima deflagrazione ha mandato in frantumi il tetto di un’abitazione (vedi foto allegata). Due uomini sono riusciti a scappare – in maglietta e a piedi nudi – e uscirne incolumi. Un terzo uomo, con la testa piena di sangue, ha tentato di salire su un taxi che pero’ non si e’ fermato.
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L’uomo ha allora lanciato una granata verso il veicolo e in un secondo momento verso dei poliziotti che stavano accorrendo sulla scena. Dall’esplosione – andata evidentemente storta – il fuggitivo e’ rimasto ferito alle gambe e ha colpito quattro passanti.
Mentre una squadra di esperti scientifici esaminavao la casa, la persona e’ finita in manette: e’ il primo sospettato dei fatti. Un altro uomo di origini iraniane e’ stato bloccato all’aeroporto internazionale di Bangkok mentre cercava di volare in Malaysia, secondo quanto riferito dalla polizia. Non e’ ancora stato chiarito se l’uomo ha qualcosa a che fare con le esplosioni.