New York – Senza Apple, gli utili delle societa’ quotate allo Standard&Poor’s 500 sarebbero decisamente più magri. Un esempio? Nel quarto trimestre 2011, i profitti delle 500 maggiori società quotate a Wall Street hanno segnato un aumento, su base annua, del 6%.
Come fanno notare gli analisti di FactSet Research System, depurata dai risultati Apple, la redditività sarebbe cresciuta solo del 3%. Non sono molto più brillanti le attese per il primo trimestre del 2012, quando l’industria americana, per la prima volta dal terzo trimestre 2009, dovrebbe mostrare un andamento in flessione della redditività con un calo previsto degli utili, rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente, dello 0,5%. Esclusi i risultati della società di Cupertino, la contrazione sarebbe almeno del 2%.
Se il 2012 è partito col piede sbagliato, le cose dovrebbero andare meglio nei trimestre successivi. Mentre le proiezioni del secondo e terzo trimestre sono modeste (rispettivamente +6,6%, +4,2%), la crescita dei profitti dello S&P’s 500 – sempre secondo FactSet Research Systems – dovrebbe accelerare nel quarto, arrivando a segnare un + 15,5% annuo. Un andamento che, se confermato, dovrebbe fornire nuova benzina al rally degli ultimi tre anni.
Ma torniamo a Apple. Se è indubbio che la società fondata da Steve Jobs contribuisce (e non poco) a rimpolpare gli utili dello S&P’500, è altrettanto vero che lo stesso contributo positivo si nota in termini di performance borsistiche.
Nell’ultimo anno, le azioni hanno segnato un rialzo superiore al 70% con le quotazioni che hanno raggiunto quota 600 dollari. Gia’ ieri da sole valevano come l’intero settore delle vendite al dettaglio americano (tenuto conto dei titoli quotati in borsa).
Ora, secondo gli analisti Morgan Stanley, Apple ha tutte le carte in regola per spingersi in prossimità dei 1.000 dollari, 960 dollari per la precisione. E’ l’ultima stima, rivista al rialzo del target price (da 515 dollari) firmata dalla banca americana.
Questa è la visione ottimistica, quella in cui è stimata una crescita dei ricavi nel 2013 pari a 270 miliardi di dollari e utili per azione pari a 80 dollari. Se questo scenario non dovesse realizzarsi, resta la stima di base, che vede un prezzo obiettivo a 720 dollari, oltre il 20% sopra i prezzi attuali.