Economia

Unione Fiscale flop. Forte vergogna Olanda, il paese “virtuoso”

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Roma – Un tempo esistevano i paesi virtuosi, che presentavano deficit e debiti pubblici esemplari, da “cattedra” per i disgraziati Piigs e altre economie europee che male avevano fatto i loro conti. Per evitare il peggio, questi paesi virtuosi si misero d’accordo e crearono il cosiddetto “Fiscal Compact”: un insieme di sanzioni e di regole che molti analisti – leggi articoli sotto – hanno presentato come una vera e propria minaccia all’ esistenza stessa di sovranità nazionale.

Tutto, alla fine, per far piacere a loro, i paesi virtuosi: Germania (prima di tutto lei, vera artefice del trattato sull’Unione fiscale), Francia e Olanda.
Ma ora arriva l’imbarazzo, che non è poco, proprio per l’Olanda, : già, la stessa che lo scorso anno aveva fatto tremare i paesi europei non virtuosi, per bocca del premier Mark Rutte e del ministro delle finanze Jan Kees de Jager: entrambi avevano affermato che i paesi che non avessero rispettato le regole fiscali avrebbero dovuto essere esplusi dall’Eurozona .

Lo scorso settembre, la coppia disse: “Un accordo è un accordo. Da ora in poi dobbiamo impedire ai paesi di violare le regole beneficiando dell’impunità”, aggiungendo : “in futuro, ci potrebbero essere sanzioni definitive che potrebbero costringere alcuni paesi a lasciare l’euro”.

Ma cosa risponderà ora la “virtuosa” Olanda ai paesi che non ha fatto altro che bacchettare negli ultimi mesi? E cosa dirà la Germania, certamente imbarazzata nel vedere che lo stato tra i suoi alleati più stretti nel perseguire la strada del rigore fiscale, è il primo tra i virtuosi ad aver dato il cattivo esempio?

I numeri parlano da soli. Stando a un articolo pubblicato sul Telegraph, il “National Bureau for Economic Policy Analysis (CPB) ha reso noto che il deficit di bilancio olandese potrebbe crescere fino al 4,6% del Pil sia quest’anno che l’anno prossimo; e il livello è decisamente superiore a quella soglia del 3% che 25 paesi dell’Ue si sono ripromessi di centrare entro il 2013. Ma c’è anche di peggio. In un rapporto, il CPB afferma che “l’Olanda deve far fronte agli stessi problemi di Italia e Spagna“.

Le ultime parole famose, dunque. Secondo il think tank, il governo olandese sarà costretto a questo punto a introdurre misure di austerity, se vuole centrare i target stabiliti con il Patto fiscale. E proprio il rafforzarsi delle misure di austerity, per andare incontro a quanto ha voluto prima di tutto la Germania, a cui l’Olanda si è placidamente accodata, continua a spaventare diversi economisti, e non solo.

Francois Hollande, candidato socialista alla corsa presidenziale in Francia e in testa nei sondaggi, sta conquistando per esempio un nutrito gruppo di alleati nella campagna anti patto fiscale. E Tim Geithner, segretario al Tesoro Usa, ha avvertito contro l’introduzione di misure e sanzioni che potrebbero far inceppare il cammino verso la ripresa della già debole Europa, parlando di una “spirale di austerity che uccide la crescita e che si rafforza da sola”.

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