L’intervento della Banca Centrale europea, annunciato ieri a sorpresa, ha dato sostegno alla moneta unica europea recuperando dai minimi.
L’euro ha chiuso la settimana in recupero a quota 0,8646 dollari – pari a Lire 2239,49 – con un progresso rispetto al venerdì precedente di circa il 3%.
Mentre rispetto allo yen la moneta unica europea ha chiuso l’ottava a quota 93,01.
L’intervento della Bce, al quale avevano ieri partecipato anche alcune Banche centrali europee come la Banca d’Italia, quella di Francia e la Bundesbank, aveva fatto risalire l’euro fino ad un massimo di 0,878 sul dollaro e 94,74 sullo yen.
Oggi viene anche escluso dagli analisti un intervento a breve sui tassi da parte della Banca centrale.
L’impressione viene dedotta da una dichiarazione di questa mattina del vicepresidente della Bce, Christian Noyer, che ha esplicitato la decisione della Banca di escludere il fattore energia dal calcolo dell’andamento dell’inflazione in relazione alla strategia della politica monetaria dell’area euro.
Secondo il numero due di Francoforte, infatti, le brusche oscillazioni del prezzo del petrolio e la corsa del costo del greggio hanno portato per ben quattro volte, solo nel mese di settembre, l’inflazione a quota 2,8%. Mentre se si scorporano i dati energetici il tasso inflattivo si mantiene entro l’1,6%.
Per Noyer “in questo momento l’obiettivo è quello di garantire che il tasso di inflazione non superi il limite del 2%.”