New York – La recessione sara’ lunga e severa, risultato di un boom del debito delle famiglie negli ultimi cinque anni. A lanciare l’allarme e’ il Fondo Monetario Internazionale, secondo cui la contrazione della crescita’ sara’ severa e prolungata se ci sara’ un ulteriore aumento dei livelli del debito privato, gia’ critico in economie avanzate ed emergenti.
Nei cinque anni precedenti la grande recessione, iniziata tra il 2007 e il 2008, il debito privato si e’ accumulato con effetti che, in assenza d’interventi mirati, possono protrarsi per almenoaltri cinque anni dall’inizio della frenata, quindi fino al 2012-13.
Il FMI vede un aumento dei rischi al ribasso per l’economia globale, aggiungendo che la differenziazione dei rating sul debito sovrano dei paesi Ocse e’ “piu’ pronunciato che nel passato”, secondo quanto riportato nel capitolo terzo del Global Financial Stability Report del Fondo.
Il report, presentato oggi a Washington, segnala come “i rating sul debito sovrano di Grecia, Islanda, Irlanda, Italia, Portogallo e Spagna abbiano avuto una pronunciata correzione al ribasso dopo un periodo in cui, negli Anni 90, erano invece saliti”.
La longevita’ progressiva della popolazione mondiale, poi, pone un serio rischio alla sosteniblita’ dei bilanci pubblici attraverso l’incremento delle spese pensionistiche. Lo sottolinea sempre il Fondo, lanciando un appello ad agire ora con le riforme perche’ “il rischio longevita’ e’ gia’ alle porte e piu’ viene ritardata un’efficace azione correttiva, piu’ sara’ difficile affrontarla”.
In particolare, il Fondo sottolinea che “il rischio longevita’ e0 ampio e riguarda tutte le societa’. Se nel 2050 tutti noi vivessimo 3 anni in piu’ rispetto ad ora, la societa’ avrebbe bisogno di risorse aggiuntive pari all’1-2% del Pil.
Se tale shock di longevita’ fosse accaduto oggi e la societa’ volesse continuare a garantire queste extra risorse per i prossimi 40 anni (vale a dire finanziare completamente queste passivita’ pensionistiche complementari), le economie avanzate avrebbero dovuto mettere da parte il 50% del Pil realizzato nel 2010 e le economie emergenti il 25%, per alcune decine di migliaia di miliardi di dollari”.
Per questo e altri motivi, le politiche macroeconomiche dei governo sono fondamentali per sostenere la crescita nei momenti di difficolta’ delle famiglie. Tali politiche sono invece limitate, soprattutto quando tassi d’interesse prossimi allo zero non consentono ulteriori manovre di politica monetaria e alti livelli di debito pubblico non permettono riduzioni della fiscalita’.
L’analisi effettuata, afferma il Fondo “suggerisce che le politiche macroeconomiche sono un fondamentale elemento di prevenire un eccesso di contrazione dell’attivita’ economica nel corso episodi di difficolta’ delle famiglie”.