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Borsa Milano in gran rialzo, spread sotto 390

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Milano – La Borsa di Milano chiude la giornata di contrattazioni smorzando lievemente i guadagni rispetto ai massimi della sessione, quando aveva segnato un incremento superiore al 3%. Il Ftse Mib rallenta la corsa e sale nel finale del 2,91%, attestandosi a 14.606 punti. Effetto positivo dalla performance di Wall Street, che brinda agli utili stellari del fenomeno Apple, ignorando il pessimo dato relativo agli ordini dei beni durevoli. Bassi i volumi a Piazza Affari a causa della festività del 25 aprile. Sul mercato dei titoli di stato, lo spread Italia-Germania segna una flessione dell’1,67%, attestandosi a 387,66 punti base, a fronte di rendimenti in calo dello 0,58% al 5,64%.

Sul fronte italiano, l’ex premier Silvio Berlusconi parla dell’eventualità di andare alle urne a ottobre, anche se precisa che in quel caso, “con questa legge elettorale, la sinistra potrebbe vincere”. Il presidente del Senato Renato Schifani aggiunge che un voto a ottobre sarebbe un “danno per il paese”, mentre dal canto suo il Pd, con le parole di Pier Luigi Bersani, afferma di mantenere la parola data, e che il voto ci sarà nella primavera nel 2013. Non c’è dubbio, tuttavia, che la frase “voto a ottobre” agitata dall’ex premier agita lo scenario politico italiano e fa sorgere forti dubbi sulla reale stabilità del governo Monti.

Tornando ai mercati azionari, acquisti anche su altre borse europee, con lo Stoxx Europe 600 che recupera dai minimi testati l’altroieri, attestandosi a un valore che corrisponde a un guadagno del 4,5% dagli inizi dell’anno. Tuttavia Londra rimane praticamente piatta; bene Francoforte con +1,56%, Parigi +2,10%, Madrid +1,52%, Zurigo +0,18%, Amsterdam +1,27%, Bruxelles +2,17%, Atene +0,62%. L’indice Eurostoxx 50 avanza dell’1,71%. In generale, in Europa, bene i settori bancario e tecnologico, quest’ultimo sostenuto dai risultati di bilancio dell’americana Apple.

Sul Ftse Mib si mette in evidenza Stm che, dopo aver perso il 15% nelle ultime sedute ha iniziato il recupero già nella giornata di ieri; oggi il titolo ha tratto beneficio dal buy arrivato da Société Génerale, ma anche dagli utili di Apple. Il rialzo si è sgonfiato però nel finale con +1,54%. In rally soprattutto le banche, con Banco Popolare +5,53%, MPS +4,55%, Banca Popolare dell’Emilia Romagna +2,51%, BPM +8,85%, Intesa SanPaolo +3,95%, Unicredit +6,47% e Ubi Banca +8,23%. Piatta nel finale Terna, nonostante la decisione di Nomura di alzare il rating da neutral a buy. Titolo peggiore Prysmian -1,61%. Tra altri titoli molto bene anche Mediaset +7%.

Attenzione nel finale a Fiat Industrial. Il gruppo ha chiuso il primo trimestre con un utile netto pari a 207 milioni di euro, rispetto ai 114 milioni di euro del primo trimestre del 2011. Ricavi in aumento del 9,3% e utile della gestione ordinaria in crescita di quasi il 60% rispetto al primo trimestre del 2011. Il gruppo ha confermato gli obiettivi per il 2012. Le quotazioni sono salite del 6% circa.

Dal fronte economico, pubblicati i dati sul Pil del Regno Unito, che hanno confermato come il paese versi in una condizione di recessione tecnica, per la prima volta dagli anni ’70.

Guardando al quadro generale dell’Europa, è evidente come la situazione stia cambiando: non solo tra gli economisti e premi Nobel, e non solo tra i capi di stato, ma anche e anzi soprattutto tra gli elettori, sempre più vessati dalla recessione e dalle tasse, si sta acuendo la sensazione che la politica del rigore, tanto auspicata dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, non abbia dato alcun frutto. Tutt’altro: ha prostrato un intero continente.

Gli stessi Nouriel Roubini e George Soros lanciano un appello, sottolineando che l’euro è troppo forte e auspicando così un suo deprezzamento. A tal proposito LEGGI: Appello a Draghi per svalutare l’euro.

In ambito valutario, l’euro chiude sul dollaro scendendo sotto la soglia a $1,32, superata in mattinata. Il rapporto tra le due valute è piatto con -0,05%, a quota $1,3187. La moneta unica invariata contro lo yen a JPY 107,28, mentre il rapporto dollaro/yen è praticamente ingessato anch’esso, con +0,06% a JPY 81,34.

Per terminare la panoramica sui mercati, riguardo alle commodities, i futures sul petrolio scendono dello 0,37% a quota $103,17 al barile, mentre le quotazioni dell’oro sono in flessione dello 0,33%, a $1.638,40 l’oncia.