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Euro tiene duro: ancora niente da fare, i supporti reggono

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Legnano – Giornata perfetta dal punto di vista delle correlazioni quella vista ieri, con il dollaro americano comprato massicciamente di fronte alle vendite che hanno colpito le attività legate al rischio.

Gli effetti più importanti dal punto di vista delle price action si sono visti sulle commodities, in particolare sull’oro. La discesa che ha colpito il metallo giallo è stata decisa e siamo arrivati a sfondare quota 1,600.00, preludio a discese più importanti che nel momento in cui dovessimo trovarci di fronte a situazioni di avversione al rischio, potrebbero intensificarsi.

Il petrolio ha seguito in parte il movimento dell’oro e si mantiene ancora sopra quota 95.00, ma considerando le forti discese degli scorsi giorni, un po’ di consolidamento ci sta e fino a quando rimaniamo sopra questo livello, i pericoli di vedere il greggio verso 92.50 sono scongiurati. Una rottura del livello tondo di supporto aprirebbe le strade per ulteriori ribassi.

Le borse sono state vendute pesantemente e le relazioni che vedono il dollaro americano acquistato continuano a rimanere valide, il che ci spinge a formulare scenari che vedono eventuali approfondimenti nel momento in cui la situazione non dovesse migliorare.

Come scriviamo da qualche giorno, siamo di fronte anche alla prima evidenza di possibilità di discesa dell’euro, l’1.3000 è stato rotto, vedremo se riusciremo a raggiungere i minimi precedenti, la chiusura settimanale sarà determinante per gli scenari futuri.

EurUsd
Nella notte la moneta unica ha testimoniato, di nuovo, quanto il livello di 1.2960 possa essere considerato importante. Abbiamo assistito al secondo tentativo di rottura in due giorni a cui è seguito un primo lieve rimbalzo. Continuiamo a pensare che questo sia il più interessante livello di breakout che possa portare ad un cambiamento di scenario non solo nel breve ma anche nel medio e lungo periodo. Come ieri, anche oggi, 1.3060 è invece il livello di inversione di questa ipotesi di scenario.

UsdJpy
I movimenti del cambio UsdJpy stanno perdendo di intensità a ridosso del livello ipotizzato da un paio di giorni come potenzialmente esplosivo a ribasso: parliamo di 79.60, che potrebbe dare il via ad un movimento che trova nella parte bassa del canale di lungo, 78.65, il proprio obiettivo. La parte alta, invece, della tendenza ribassista in atto da fine marzo transita presso 80.65 nelle prossime ore (decisamente a distanza di sicurezza per oggi).

EurJpy
Alla fine il pullback sulla figura di testa spalle di lungo è stato visto… il test di 104.30 conclusosi ieri mattina ha così, di fatto, dato il via ad una figura ribassista dal potenziale davvero esplosivo. Parliamo di un primo obiettivo che si trova ampiamente al di sotto di 100 figura, 98.60 per l’esattezza (scenario non del tutto impossibile se pensiamo alla vicinanza di un punto chiave ribassista per la moneta unica).

GbpUsd
1.6160 si candida ancora a maggior livello di interesse degli ultimi giorni di trading. Si è rivelato un livello davvero utile sia come supporto sia come resistenza: nella notte è stato confermato come resistenza importante, lasciandoci un livello affidabile anche per le prime ore della mattina. A 1.6110 troviamo invece un minimo di due giorni fa in grado di portare ad un aumento della volatilità ribassista se dovesse essere oltrepassato.

EurChf
Il movimento di EurChf assume sempre più i connotati di un cambio fisso, dato che le oscillazioni non superano i 10 pip giornalieri. Si trova sempre più vicino il livello chiave di 1.20, al quale la Swiss National Bank dovrà decidere cosa fare, dato che un superamento a ribasso potrebbe innescare un tale numero di ordini di stop da creare un movimento ribassista difficilmente controllabile. Sopra 1.2025, la media a 200 periodi su grafico H4, si potrà avere una ripresa della moneta unica.

AudUsd
È quasi giunto a 1.0025 il cambio AudUsd, completando perfettamente il movimento seguito alla rottura di 1.0250. Il punto di arrivo ha un duplice valore, non solo poiché proiezione ribassista di un range mantenuto dei prezzi per più di un mese, ma poiché la parità potrebbe giocare ancora una volta un ruolo fondamentale a distanza di quasi cinque mesi.

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