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Borsa Milano frena: Bce chiude i rubinetti

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Milano – Sfuma sul finale il timido tentativo di risalita dei mercati azionari europei, penalizzati dalle informazioni secondo cui la Bce ha deciso di chiudere i rubinetti di liquidita’ verso la Grecia. Pesa anche l’intervento di Draghi: il governatore della banca centrale e’ tornato a parlare di stabilita’ dei prezzi e del fatto che l’attenzione dell’istituto resta rivolta a mantenere sotto controllo l’inflazione. Le piazze finanziarie mettono a segno in media un ribasso dello 0,21%. In un contesto di grande nervosismo, Borsa di Milano ha oscillato per tutto il pomeriggio sulla linea di parita’ all’indomani di un tonfo che ha riportato il listino italiano ai minimi degli ultimi 12 mesi (l’ultimo record negativo – pari a 13.474,14 punti e testato lo scorso 12 settembre del 2011 – è stato sfondato al ribasso nella seduta della vigilia).

La Bce ha annunciato che interrompera’ le operazioni di politica monetaria ad alcune banche greche, visto che non sono stati attuati i piani di ricapitalizzazione previsti. Lo hanno riferito a Reuters fonti interne alla banca centrale. Il Ftse Mib ha ceduto lo 0,21% aggiornando i minimi di 12 mesi a 13.283 punti. Tra le grandi piazze, resiste in positivo solo Parigi, forte di un progresso dello 0,28%: a smorzare gli animi in Francia ci hanno pensato un gruppo di analisti secondo cui l’impatto della “Grexit”, come viene ormai soprannominata”, sui bilanci delle banche transalpine sara’ “minimo”. In rosso Londra e Francoforte, che lasciano sul campo lo 0,42% e lo 0,28% rispettivamente. In mattinata l’Eurostoxx 600 ha testato il livello più basso dallo scorso dicembre; l’indice è sceso inoltre dell’11% dai record del 2012, toccati lo scorso 16 marzo. Dall’altra parte dell’oceano si riscatta invece l’indice S&P 500 americano: sull’onda di dati macro positivi si allontana dal valore più basso dal mese di febbraio. In un contesto generalmente negativo per i mercati azionari in generale, la moneta unica e’ ancora debole, sebbene sia riuscita a recuperare dai record negativi degli ultimi 4 mesi, mentre la tensione sui titoli di stato si e’ placata grazie anche al buon esito dell’asta francese.

Sul piano politico, dopo il primo incontro molto freddo tra il neopresidente francese Francois Hollande e la cancelliera tedesca Angela Merkel, ancora divisi sulle cure per uscire dalla crisi del debito del blocco a 17, Mario Monti e’ impegnato sul fronte interno. Il premier ha difeso a spada tratta le misure di austerita’ introdotte, pur riconoscendo la “legittima insofferenza” della gente e mettendo le mani avanti sul suo operato: “Se l’Italia tracima ho la coscienza pulita”. Intanto la Grecia si prepara a tornare alle urne (data da segnarsi in agenda: il 17 giugno) e in vista del G-8 di questo fine settimana le autorita’ internazionali incominciano a studiare le possibili vie da seguire nell’eventualita’ di un’uscita di Atene dall’area euro e di un default pilotato. Argomenti tabu’ fino a qualche settimana fa e che oggi persino Draghi prende (anche se in via informale) in considerazione. Da parte loro gli strategist si sbracciano per fare i conti sulle conseguenze di un ritorno alla dracma: moneta svalutata del 50% e 11 mila euro a testa di costi per i cittadini ellenici, parola di Ubs. Secondo le stime dell’Iif (Institute of International Finance), il costo per tutto il sistema europeo sarebbe di mille miliardi di euro.

“Il dramma greco continua a pesare sui mercati globali -, commenta Nam Truong, trader presso Capital Spreads a Londra, intervistato da Bloomberg – Con il sostegno elettorale ai partiti contrari alle misure di austerity, la probabilità che la Grecia esca dall’euro aumenta”. In testa ai sondaggi e’ il partito della sinistra radicale Syriza, contrario ai piani di aiuto esterni della Troika – composta da Fmi, Bce e Commissione Ue – e alle misure di austerita’. Inevitabile che tali prospettive abbiano un impatto anche sul mercato valutario e obbligazionario.

Occhi puntati sulla performance dell’euro, crollato brevemente fino a $1,2694, al minimo dal 17 gennaio scorso. La moneta unica recupera terreno e, dopo essere sceso a $1,2694, valore minimo dal 17 gennaio, guadagna lo 0,12%, a quota $1,2745, salendo sullo yen con +0,32% a JPY 102,41. Rapporto dollaro/yen in aumento dello 0,20% a JPY 80,35. Attenzione alla performance del Dollar Index (DXY), l’indice di riferimento che misura il trend del dollaro americano contro sei valute principali e che continua la sua ascesa. Dal 27 aprile, il Dollar Index è salito di ben il 3,4%.

Si smorza leggermente invece il nervosismo sul mercato dei BTP, dopo che lo spread dei titoli di stato spagnoli e italiani si erano pericolosamente avvicinati al livello di 450, al quale la Clearing House Clearnet (LCH) automaticamente innalza i margini, potenzialmente innescando una spirale negativa che potrebbe far volare i rendimenti. Lo spread Italia-Germania a 10 anni si allontana dai massimi intraday testati nelle prime battute della seduta, quando ha superato quota 455 punti base; al momento il differenziale cala dell’1,42% a quota 432 punti base, a fronte di rendimenti in flessione dello 0,15%, al 5,85%. Da segnalare l’esito positivo dell’emissione dei titoli di stato francesi, che ha messo in evidenza rendimenti a due e cinque anni in calo. Collocati in tutto quasi 8 miliardi di euro. David Schnautz, strategist del debito fisso di Commerzbank AG, ha spiegato a Bloomberg che bisogna fare attenzione ai “timori di un contagio, che negli ultimi scambi stanno spingendo in rialzo gli spread dei paesi periferici. A esacerbare la situazione e’ il calendario delle aste”.

Permane comunque una certa avversione al rischio, anche per via delle notizie provenienti da Atene: i principali partiti della Grecia hanno gettato la spugna di fronte al progetto di formare un nuovo governo di unita’ nazionale e, a questo punto, i cittadini dovranno tornare alle urne. Il caos politico del paese, piegato dalla recessione e dalla totale mancanza di fiducia degli investitori, provoca il panico tra la popolazione; l’effetto è l’immediata corsa agli sportelli. Prelevati circa 700 milioni di euro in un solo giorno.

I mercati guardano – sebbene con molto scetticismo – anche alle dichiarazioni arrivate al termine dell’incontro tra la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Francois Hollande, che la stampa francese e tedesca ha definito “freddo”, senza baci (con Nicolas Sarkozy all’inizio era lo stesso). I due leader si sono trovati in pieno accordo sulla Grecia e la speranza che resti nell’eurozona, ma molto meno d’accordo invece sulla crescita e le misure da prendere per risollevare le sorti del Vecchio Continente. I leader delle due maggiori potenze del Vecchio Continente si sono impegnati a salvare l’Europa e hanno ribadito la loro intenzione di impedire, ove possibile, che la Grecia esca dall’euro. Secondo Passera, ministro italiano dello Sviluppo Economico, anche un evento cigno nero di questo tipo, non provocherebbe la rottura dell’euro. Ma alcuni economisti, come quelli di Wells Fargo, non concordano con l’analisi e fissano anche i tempi della durata di vita della divisa unica (vedi video riportato in basso).

Sullo sfondo i problemi riguardano, ad ogni modo, l’Europa intera, e oggi si teme di nuovo per la Spagna, dopo la decisione di Moody’s di tagliare il rating di 21 banche spagnole nel giro di una settimana. Non solo, lo stesso premier spagnolo Mariano Rajoy ha avvertito che il paese rischia di non avere più accesso ai mercati per finanziare il proprio debito, visto che i tassi di interesse sui titoli di stato sono diventati troppo cari. I rendimenti sui titoli spagnoli sono in calo dello 0,22%, ma rimangono particolarmente elevati, a quota 6,33%.

Guardando al Ftse Mib MPS perde il 4,71%; Tra gli altri segno meno nel comparto finanziario, spiccano quelli di Ubi e Generali, che cedono piu’ dell’1%. Male anche industriali come Atlantia e Fiat Industrial. In controtendenza, invece, Finmeccanica, dopo le parole dell’amministratore delegato Orsi, che ha confermato nel corso dell’assemblea dei soci una strategia basata sulle dismissioni degli asset, precisando però che che “non è né una svendita né la volontà di una modifica del perimetro industriale ma solo una diversa visione di ownership”. Le dismissioni, ha sottolineato, saranno funzionali anche al target della riduzione del debito. Positive anche Banca Popolare di Milano +3,94%, Banca Popolare dell’Emilia Romagna +2,29%, Buzzi Unicem +1,38%, Intesa Sanpaolo +1,33%, Terna Rete Elettrica +1,33%, DiaSorin +0,92%, STMicroelectronics +0,82%,
Fiat +0,77%, Mediaset +0,63%.

Per terminare la panoramica sui mercati, riguardo alle commodities, i futures sul petrolio arretrano dello 0,76%, a quota $93,27 al barile. L’indice rappresentativo delle principali 24 materie prime, lo S&P GSCI Index, testa il minimo dallo scorso dicembre. Forti sell anche sull’oro, che precipita dell’1,71% a $1.530,50 l’oncia. La performance dall’inizio dell’anno diventa negativa, dopo i continui smobilizzi recenti: l’indice ha perso quest’anno il 2,3%.

Le quotazioni dell’oro si attestano a $1.550,40,70 l’oncia (-0,43%). Si smorzano dunque le perdite sulle materie prime. I prezzi sono entrati ufficialmente in una fase di mercato orso, visto che hanno perso il 20% circa rispetto ai massimi testati lo scorso anno a settembre, a quota $1.921,15 l’oncia. Da segnalare il diametrale balzo del Dollar Index, misura dell’andamento del biglietto verde contro le sei principali valute concorrenti, che mostra come gli investitori si stiano rifugiando sempre più nel dollaro americano. In generale, l’indice S&P GSCI, che misura l’andamento delle commodities, ha perso dall’inizio del 2012 il 2,7%. Tra le componenti, il palladio ha testato il minimo dal 30 novembre del 2011.

Riguardo agli altri mercati azionari, focus anche su quelli emergenti, con l’indice di riferimento MSCI Emerging Markets che ha registrato la perdita più sostenuta dallo scorso 23 novembre.

GUARDA IL VIDEO in cui Brian Jacobsen, chief portfolio strategist presso Wells Fargo Advantage Funds, prevede una rottura dell’euro tra 3-5 anni.