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Monti contestato in Emilia nei luoghi del terremoto

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Roma – “Ladri, vergogna, dacci i soldi. Potevi non venire”. Sono alcune delle contestazioni rivolte al presidente del Consiglio Mario Monti al suo arrivo a Sant’Agostino, nel ferrarese, da un gruppo di cittadini, una decina di persone in tutto. Sant’Agostino è una delle località più colpite dal terremoto. Il premier è accompagnato nella sua visita dal capo della Protezione Civile Franco Gabrielli.

Intanto continua la conta dei danni nelle zone dove si è verificato il forte terremoto. Sette morti, circa 6 mila sfollati e centinaia di feriti sono i numeri di questa tragedia che ha gettato l’area del ferrarese nella paura. Anche ieri sera sono stati stati avvertiti un boato e nuove scosse a Finale Emilia, comune in cui il sisma ha creato più danni. I danni sarebbero pari a centinaia di milioni di euro, secondo i primi calcoli di Coldiretti e Confindustria.

La pioggia e la burocrazia sono ora i nemici peggiori per le migliaia di famiglie che hanno fermato l’orologio alle 4 di domenica notte. Le rassicurazioni dalla presidenza del Consiglio che oggi firmerà lo “stato di emergenza nazionale” e la visita del presidente del Consiglio a Sant’Agostino, a Bondeno e a Finale Emilia, non sono sufficienti a consolare i terremotati. La notizia dello stop ai controlli da parte dei vigili del fuoco nella zona rossa, considerata ancora a rischio di nuovi crolli, arrivata nel comune modenese, pesa come un macigno. In realtà già dal pomeriggio di ieri si era percepito un certo rallentamento nei controlli. Sta di fatto che il duomo dopo 36 ore è ancora scoperchiato e nessuno è in grado di andare a salvare almeno le opere d’arte; la colazione in un campo non si riesce a servire perché non ha funzionato la logistica al centro di smistamento a Modena; a Finale Emilia sono arrivati tre generatori di corrente ma è stato il sindaco a dover reperire 1.500 litri di gasolio per farli funzionare. Mentre negozi e ipermercati sono ancora chiusi.

Il presidente della Regione, Vasco Errani, ha fatto il punto della situazione: “Complessivamente – ha detto – nella notte tra domenica e lunedì sono state ospitate nei campi e nelle strutture di prima assistenza di protezione civile 4.914 persone di cui 1.288 nel ferrarese, 266 nel bolognese, 3.360 nel modenese e sono in fase di completamento entro la mattinata di oggi ulteriori strutture per fornire assistenza ad altre 1.310 persone”.

Nella sua informativa alla conferenza dei capigruppo Errani ha spiegato che la scossa principale, di magnitudo 5.9 con una profondità di 6,3 chilometri, è stata “molto vicino alla superficie il che ha prodotto una maggiore intensità dei danni”.

In Emilia-Romagna, l’evento sismico, sentito in tutto il Nord Italia, ha colpito i comuni tra i 10 ed i 20 chilometri dall’epicentro, che sono: Camposanto, Medolla, Mirandola, San Felice sul Panaro, Cavezzo, San Possidonio nel modenese; Crevalcore, Malalbergo e Pieve di Cento in provincia di Bologna; Ferrara, Sant’Agostino, Poggio Renatico, Mirabello, Vigarano Mainarda, Cento e Bondeno nel ferrarese. All’evento principale ha fatto seguito alle 5.02 un’altra scossa di magnitudo 4.9 nelle stesse province, e altre scosse di minore entità si sono susseguite: ad oggi, se ne sono contate 115.

“Il rientro nella case – ha detto Errani – sarà comunque complicato fino a quando le scosse continueranno, e ci prepariamo alla gestione integrata dell’accoglienza per un determinato numero di giorni”. Errani ha trasmesso al presidente del Consiglio Mario Monti la richiesta di dichiarazione di stato di emergenza nazionale.

Il presidente del Consiglio ha annunciato possibili stop a Imu e altri pagamenti fiscali nelle zone colpite dal sisma.