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Il segreto per diventare un buon leader: essere noiosi

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New York – Nei tempi moderni l’immagine del leader che emerge da film e altri spettacoli di finzione e’ quella dell’uomo macho e forte, in perfetto stile macchiavellico e sulla falsa riga del superuomo nietzchiano. Allo stesso modo, in un mondo cosi’ influenzato dai bombardamenti mediatici, un candidato politico che non sia dotato di carisma e abilita’ comunicative difficilmente potra’ aggiudicarsi le elezioni.

Quando il protagonista di “Cosi’ parlo’ Zarathustra”, portando sulle spalle un nano che rappresenta la pesantezza della quotidianita’, si ferma sulla porta con su scritto “attimo”, nota l’aquila che vola e il serpente che striscia, entrambi in senso circolare: rappresentano la metafora dell’eterno ritorno.

“Le virtu’ non sono quelle che vi hanno insegnato (sopportazione, tolleranza). La vera virtu’ e’ il contrasto, l’affrontare”, dice il filosofo tedesco spezzando per sempre i legami con il passato della moralita’. “Ciascuno deve realizzare la propria volonta’ di potenza, deve tendere ad essere il super-uomo”.

Dopo aver passato diverso tempo in compagnia di una serie di leader della vita quotidiana dell’America di oggi, Joel Stein, editorialista della rivista Time, ha capito che la sua interpretazione preconcettuale di quello che rende un uomo un grande leader era sbagliata. E completamente diversa da quella del superuomo di Nietzsche o del principe di Macchiavelli, dove il leader ideale viene descritto come quello “temuto” dai suoi sudditi.

Per preparare il suo nuovo libro “Man Made: A Stupid Quest for Masculinity”, Stein ha trascorso ore e ore in compagnia di capi dei vigili del fuoco, generali dell’esercito, leader di boy scout e altri personaggi incaricati di comandare un gruppo di persone.

Sorprendentemente, lo scrittore ha notato che i migliori e quelli che ottevano i risultati piu’ incoraggianti erano in realta’ quelli che tendevano ad ascoltare, piuttosto che a dare ordini, e che preferivano lasciare che fossero altri a prendere le decisioni al posto loro.

Anche il carisma non era molto sviluppato nei piu’ capaci del gruppo. Non avevano un bisogno “obamiano” o “berlusconiano” di piacere al popolo o un’intensita’ e forza caratteriale alla Beppe Grillo o Umberto Bossi. Erano, per dirla con le parole dello scrittore “noiosi”.

Quello di cui e’ chiaramente consapevole il Capitano dei vigili del fuoco di Hollywood Buzz Smith e’ che “dare ispirazione e dare l’esempio alla gente sfruttando la propria personalita’ e’ un comportamento pericoloso e anche sfiancante”.

Se invece si riesce a trasmettere il concetto secondo il quale “il leader e’ li’ per aiutare i suoi a raggiungere obiettivi piu’ grandi di quelli che lui potra’ mai ottenere — nel caso dei pompieri, ad esempio, non solo salvare delle vite, ma anche vivere in un sistema che offre motivi di orgoglio e dignita’ – a quel punto le tue convinzioni faranno il lavoro al posto tuo”.

Spesso la noia e’ molto piu’ efficace di un urlo autoritario.