Roma – Consente a una famiglia di raccontare l’infanzia dei propri bambini in un unico album in condivisione, di raccontare una vacanza o una semplice uscita con gli amici a piu’ mani. In Biosbook le storie diventano capitoli di biografie illustrate che si intrecciano e si auto-alimentano all’infinito con la partecipazione di tutti. Per rendere sempre piu’ ‘umana’ la condivisione di esperienze e informazioni.
Il progetto della start-up italiana, partorito da una coppia di italiani a ottobre 2010 e reso possibile dal lavoro di un’agenzia Web romana specializzata in informatica, Gubbernet, e’ ambizioso: rimodellare il Web 2.0 – quello dei vari Facebook e Twitter – sfondando nel mondo dei social media anche all’estero. Per farlo dovra’ vincere non solo la concorrenza di una sfilza di rivali agguerriti, ma anche la nuova sfida dell’universo hi-tech: i dispositivi portatili e le loro crescenti potenzialita’.
Ormai l’Internet come eravamo abituati a conoscerla e’ diventata desueta. Secondo alcuni analisti persino il Web 2.0 – quello dei social media – sara’ presto – nel giro di 5-10 anni – rimpiazzato da un’altra moda dell’alta tecnologia: i programmi e applicativi di condivisione su smartphone e tablet, che stanno pian piano surclassando pc e computer portatili.
E’ il caso della App di successo Istagram, la funzione che permette di condividere con una cerchia di amici le proprie foto vintage – modellate appositamente in stile Polaroid. Il piccolo gruppo e’ stato acquistato a suon di quattrini dal re dei social network, Facebook, un colosso che vanta oltre 900 milioni di utenti, pari a tre volte la popolazione degli Stati Uniti.
Se la piattaforma – che i fondatori di Ostia Simonetta Pedarra e Fabio Faraglia definiscono universale – vorra’ riscontrare successo non solo nel salotto o nello studio di casa, ma anche ‘on the go’, dovra’ fare breccia nel business ‘mobile’.
“Dagli anziani che vogliono raccogliere le loro memorie – si legge in un comunicato del gruppo – ai genitori che intendono raccontare in tempo reale la prima infanzia dei loro bambini (con il contributo di immagini e considerazioni dei parenti); da chi vuole costruire la propria storia familiare a chi ha intenzione di comporre un capitolo per ogni gita, vacanza o uscita con gli amici”, in Biosbook immagini, video, commenti, memorie e altre esperienze sono raccolti tutti insieme a portata di clic.
Al centro delle biografie illustrate c’e’ sempre la memoria. Nella sezione Take Away, ad esempio, gli iscritti possono condividere racconti su usi e costumi locali, da una punta all’altra dello Stivale, confrontando dialetti e proverbi.
Diventare la risposta italiana a Facebook e Twitter non sara’ facile e con ogni probabilita’ non sara’ sufficiente, sul lungo termine, per poter iscrivere la storia di Biosbook nell’album dei ricordi delle start up di successo.
Anche perche’ le concorrenti non mancano. Con circa 100 milioni di euro raccolti dalla sua nascita, la societa’ americana Yammer si distingue con 4 milioni di utenti e clienti rinomati come Deloitte, Ford o Thomson Reuters. Sempre in Usa, Jive, ha ottenuto 120 milioni di dollari in borsa. In Europa, tanto per citarne alcune, si stanno mettendo in evidenza la piattarforma sociale svizzera Hyperweek, la francese BlueKiwi e Podio, acquistata da poco da Citrix.
Insomma, l’impressione e’ che se queste modalita’ riusciranno a essere anche a portata di touch screen, Biosbook potrebbe attirare importanti finanziamenti dai privati, anche dall’estero. Perche’ quello e’ il primo obiettivo. Farsi conoscere a livello internazionale e non restare un fenomeno di nicchia tutto italiano, dove e’ molto piu’ difficile reperire investimenti.